[u]COMUNICATO STAMPA N°54 – 2007/2008 – [/u]
In merito a quanto apparso questa mattina, nella rubrica Taccuino della Gazzetta dello Sport, la società Scafati Basket S.r.l., a tutela della propria immagine, e di quella del basket italiano, intende precisare quanto segue, con la speranza che venga tutto pubblicato sulla Rosa con la medesima celerità con la quale è stata riportata una parte delle dichiarazioni rese dal Sig. Anthony Carter, pubblicate il 29 ottobre scorso sul sito [url=http://www.denverpost.com]www.denverpost.com[/url] Sbalordisce come ci sia tanta attenzione nel ricercare e nel pubblicare notizie diffamatorie sul nostro Club e sul basket italiano più in generale, considerato che, a nostro avviso, il Sig. Carter, con il suo modus vivendi, non si sarebbe trovato a suo agio né in altro Club italiano, né, molto probabilmente, in nessunaltro Club europeo: basti pensare che, al suo arrivo in Italia, la sua prima preoccupazione è stata quella di chiedere se il nostro Club avesse un aereo di proprietà per andare in trasferta e se ci fossero casinò e/o night clubs nelle immediate vicinanze del nostro Club. La qual cosa stimola una nostra riflessione: è possibile che il Sig. Carter fosse venuto a Scafati per un viaggio premio e non solo per giocare a basket così come ne eravamo convinti noi? Il Sig. Carter dice che la sua esperienza scafatese è stata terribile; eppure non ha mai considerato terribili i soldi percepiti puntualmente, nonostante spesso decidesse di non allenarsi per i più disparati motivi: una volta decise di non venire al PalaMangano adducendo la scusa che non riusciva ad accendere il fornello del gas (impianto a gas fornito di bombola di propano in quanto la villa scelta dal Sig. Carter, rigorosamente in Costiera Amalfitana, era sprovvista, per ovvi motivi tecnico-logistici, di gas di città); una volta decise di auto-esentarsi dallallenamento perché doveva aiutare la moglie nelle faccende di casa; una volta, pur arrivando al PalaMangano, decise di non iniziare lallenamento fino a quando il biglietto di andata e ritorno dagli Stati Uniti, per sua moglie, non fosse cambiato con un biglietto di business class. Il Sig. Carter dice che lesperienza scafatese è stata terribile e non possiamo dargli torto se pensiamo che mangiasse solo pizza tutti i giorni e che la moglie lo costringesse a bere vino rosso a pranzo ed a cena per scacciare via i demoni che presumeva volessero impadronirsi del marito e della sua famiglia. Il Sig. Carter dice che la sua esperienza scafatese è stata terribile perché si facevano trasferte in bus di nove ore: eppure, nel suo terribile periodo scafatese, il Sig. Carter ha preso parte ad una sola lunga trasferta in bus (7 ore per raggiungere Reggio Emilia). In un primo momento siamo rimasti allibiti per la portata delle sue dichiarazioni, ma poi ci siamo convinti di come il Sig. Carter avesse perfettamente ragione, soprattutto nel caso in cui avesse reso tali dichiarazioni immediatamente dopo aver scacciato via i demoni ad ora di pranzo.
[b]Ufficio Stampa Scafati Basket[/b]