Anche se la qualità dellNBA è scemata in maniera quasi vertiginosa negli ultimi anni, non sono mancate alcune emozioni da ricordare, ma purtroppo sempre per mano delle stesse squadre che si sono date battaglia allinterno della western conference. Dagli anni duemila ad oggi si è sempre giocato un campionato a parte ad ovest del Mississipi, infatti se togliamo la mirabile eccezione dei Pistons 2003 e Heat 2006, i titoli hanno avuto sempre colori gialloviola e neroargento.
Proprio con i gialloviola partiamo nella navigazione delle gare sette più importanti del nuovo millennio.
[b]2000 western conference finals. Portland Trail Blazers @ Los Angeles Lakers 84-89[/b]
La lotta tra i Blazers e i Lakers ha radici già nella regular season in cui i Blazers hanno trovato la quadratura del cerchio, grazie ad uno Scottie Pippen leader indiscusso e un talento diffuso da fare invidia. I giochi sembravano fatti quando i Lakers si sono portati sul 3-1, ma la rimonta dei Blazers è partita proprio in gara 5 allo Staples Center con le spalle al muro. Grande reazione, gara 6 vinta agilmente in casa e tutti di nuovo a Los Angeles per il degno epilogo della guerra dei 100 anni sotto forma di serie NBA.
La partita viaggia come pronosticabile sui binari dellequilibrio, la difesa di squadra dei Blazers chiude ogni rifornimento a Shaquille ONeal che riuscirà a segnare il suo primo canestro solo a 5,51 dalla fine del primo tempo.
Glen Rice, il tiratore che mancava per punire i raddoppi su Shaq, sigla il +1, ma da quel momento è linizio di un incubo per i gialloviola che subiscono un disarmante parziale di 21-4 che porta in calce la firma di Rasheed Wallace, autentico dominatore del post basso e Steve Smith nella versione i love be the enemy. Una tripla di Shaw di tabellone sul finire del terzo quarto restituisce un po di morale al gelido Staples Center. Linizio del quarto periodo è la metamorfosi di una squadra e di una partita, i Trail Blazers sbagliano 13 volte consecutive al tiro (6 Sheed, 2 Pippen, Smith e Wells, 1 Grant) di cui sette in vernice a pochi metri dal canestro. Coach Dunleavy rivedendo al videotape queste azioni non trova nessun errore di scelta, semplicemente lorrida sfortuna dei tiri che sono usciti. Mattone dopo mattone LA torna a galla sino a quando non trova laggancio a quota 79. Kobe non si ferma più, da quel momento parte un altro parziale dei Lakers che culmina con una penetrazione del numero otto che alza lalley-oop per Shaq che schiaccia. Tornando in panchina esultante Big Aristotele travolge Fisher e mezza prima fila. Il palazzetto è in completo tripudio i Lakers portano a compimento quella che, a nome di chi vi scrive, è la più incredibile rimonta della storia dei playoffs e soprattutto di una gara 7. Sicuramente a livello di cifre è la più ampia come scarto al termine del terzo quarto (-13).
Bryant alla sua quarta stagione nella lega è il migliore dei suoi in ogni categoria statistica: 25 punti, 11 rimbalzi, 8 assists e 4 stoppate. Di lui Fox dopo quella partita ha detto: [i]In amichevole a San Diego nel mio primo anno da Laker entrò ed in venti minuti segnò 28 punti. Tornando negli spogliatoi mi disse che ne avrebbe potuti segnare settanta senza battere ciglio, io credevo che fosse un montato ma poi ho capito che alle parole fa seguire i fatti. E un leader nato, infatti in mezzo al pullman in fondo hanno la possibilità di sedersi solo i leader della squadra, lui lo ha fatto dal primo giorno e non si è più fermato.[/i]
Tornando al capitolo Blazers quella sconfitta è stata quella che ha sancito lo sfaldamento di una potenziale dinastia (quella che poi è stata dei Lakers) perché la squadra era nettamente la più forte, ha provato a mantenersi su alti livelli vincendo 42 delle prime 60 partite di regular season l’anno successivo, ma poi con lo scambio che ha coinvolto jermaine ONeal e Dale Davis e tutte le lotte intestine, ha chiuso la stagione con un 8-14 e uno sweep dagli stessi Lakers nei playoffs.
[b]2002 western conference finals: Los Angeles Lakers @ Sacramento Kings 112-106 OT[/b]
Titolo che vinci, gara sette che trovi; ma questa era ancor più difficile di quella del 2000, con i Kings che erano pronti a fare lultimo salto verso il titolo allinterno delle roventi mura della Guess Station.
Oltre al solito rumore assordante, i tifosi avevano riservato un particolare trattamento nei confronti di Phil Jackson, che qualche mese prima li aveva definiti dei tifosi semi-civilizzati. Il maestro Zen prevedendo il frastuono si è tranquillamente portato con sé dei tappi per le orecchie in piena linea con la sua personalità compassata. I Lakers subiscono la prima imbarcata nel secondo quarto con un 8-0 di parziale, ma il coach ha lasciato andare la partita senza chiamare il timeout per far capire autonomamente ai suoi gli errori commessi, ma alla prima sospensione, le parole più carine che sono uscite dalla sua bocca sono state: [i]You, you, you, run fuck back![/i]. Nel terzo quarto i Kings si trovano ancora avanti di nove lunghezze, ma poi un parziale tutto firmato Kobe Bryant ha riportato LA a 1. Da quel momento nessuna delle due squadre avrebbe avuto più di quattro punti di vantaggio nei regolamentari con sedici pareggi e diciannove avvicendamenti al comando. Stojakovic e Webber sono stati i migliori durante tutta la regular season per i Kings, tante belle giocate, talento e passaggi immaginifici, ma chi ha tenuto in gara la squadra è stato Mike Bibby che con le sue visioni di pick and roll (agevolate dalla irritante svogliatezza di Shaq) ha realizzato 10 dei 12 punti finali di Sacto, compresi i liberi del 100 pari a 8.2 dalla fine. I Lakers aprono il prolungamento e vanno sotto di 2 (106-104) ma dal quel momento in 1,27 realizzano 4 punti Shaq, 2 Kobe e altrettanti Shaw per strappare il cuore ai tifosi avversari e dirigersi dritti verso il three peat. Nel prolungamento gli ospiti non tirano mai un jumper da oltre 3 metri, mentre i Kings si sintetizzano in dodici attacchi con sette errori al tiro e due perse.
[i]Noi siamo stati sotto nel punteggio ma abbiamo rimontato[/i] dice Fox – [i]volevamo mettere tutta la pressione addosso a loro. Alcuni dominano la pressione incanalandola positivamente, altri la subiscono e sfortunatamente per loro è successa proprio questa cosa, con due giocatori come Stojakovic (3-12 e una tripla aperta per il pareggio ad un metro dal ferro) e Christie (2-11) ne sono lesempio.[/i]
I Kings hanno sbagliato 14 liberi su 26 e tirato 2-20 da tre, cifra che per una squadra con quel personale e quella qualità offensiva è deleteria, in più se pensiamo che in questa serie hanno avuto vantaggi rispettivamente di: 15,27,24,10,9 e 7 punti e hanno perso tre di queste partite raffiguriamo chiaramente le loro difficoltà psicologiche.
LA, di contro, ha chiuso con 107 dei 112 punti messi a segno dal quintetto, così come 51 dei 52 rimbalzi totali.
Sempre Fox dice: Quella vittoria è frutto della squadra intera, che è stata in grado di mantenere a bada lego di Kobe che voleva per forza essere il fratello maggiore ed il giocatore di riferimento, quando per noi era questa figura era chiaramente Shaq.
[b]2006 western conference semifinals: Dallas Mavericks @ San Antonio Spurs 119-111 OT[/b]
Se parliamo di serie nella sua totalità, negli ultimi dieci anni nessuna va nemmeno vicina a questa a livello di spettacolarità, equilibrio e divertimento. Tutti gli addetti ai lavori lhanno definita come una delle migliori serie di sempre sin dalla prima palla a due, passando per i due cambi di fattore campo, per poi finire allazione finale di Dirk Nowitzki e Manu Ginobili. Quasi nessuno era riuscito nellimpresa di espugnare lSBC Center, Dallas ci era già riuscita in gara 2 eppure si è trovata a fronteggiare una gara sette di tale fatta. Linizio dei Mavs è un delirio di onnipotenza, infatti sono andati a bersaglio i primi sette tiri e 18 dei primi 21 garantendo un vantaggio che è arrivato a dilatarsi sino a 20 punti. Tutto sembrava in mano a Dirk e compagni, ma una rimonta nella NBA non la si nega a nessuno, soprattutto se gli avversari sono gli Spurs, infatti con un grande Ginobili, ma soprattutto un grandissimo Duncan (emotivo come non mai), step by step sono riusciti a ritornare a contatto. Con la partita in equilibrio è diventato un gioco di mini-praziali, gli Spurs sono sempre stati ad un passo dal completare la rimonta, ma i Mavs lhanno sempre negata sino a quando Duncan non ha realizzato i due liberi del 101 pari. Ginobili poi ha fatto esplodere lSBC con una tripla sul raddoppio contro Duncan che ha regalato tre lunghezze di vantaggio ai neroargento con 32 sul cronometro. Il gioco in uscita dal timeout dei Mavs va per Nowitzki che riceve, stranamente fa fuori Bruce Bowen, e va per la schiacciata rapida. Manu commette però uningenuità colossale e nel tentativo di stoppare il tedesco (solo 26 stoppate per lui in quella stagione) incappa nel canestro e fallo che regala un incredibile pareggio alla truppa di Johnson. Nellovertime i Mavs, con lovvia inerzia dalla propria parte scappano subito, approfittando di un Duncan da 1-7 e una persa nellovertime. Contro ogni pronostico Nowitzki e co. sbancano nuovamente lSBC center e lo stesso tedesco racimola linvidiabile percorso netto nelle gare sette con un record di 4-0.
Tutti erano convinti che quella sarebbe stata la vera finale, chi delle due sarebbe uscita vincente da quella serie si sarebbe messa dellargenteria alle dita. Effettivamente è stato così per i Mavs sino a 8 minuti dalla fine di gara 3 delle finals contro gli Heat, poi.Dwyane Wade.e da quel colpo non si sono ancora ripresi.
Il prossimo sarà l’ultimo appuntamento della nostra saga con le ultime chicche e il libro dei record che potrà soddisfare la sete di stats degli appassionati. Stay tuned.