Per costruire una squadra vincente, servono innanzitutto giocatori vincenti in grado di preporre la squadra allego. Ad inizio stagione questa Olimpia sembrava quella più dotata di talento rispetto alle ultime versioni, ma si è ben presto scoperto che il talento era fine a se stesso e ben poco produttivo nel concreto.
Ora invece siamo davanti ad una squadra ben diversa, molto più “operaia”, concreta e meno figlia dellestro e dellimprovvisazione. Coach Caja è arrivato come traghettatore fino a fine stagione ed è riuscito, realtivamente presto, a convertire la squadra e alla sostanza tipiche del suo credo.
La crisi e il pantano in cui si trova tuttora lOlimpia è lungi dallessere risolto, la penultima piazza in eurolega e la zona retrocessione in campionato non sono belle sensazioni per dei tifosi che, sono stati abituati, negli ultimi anni, a vedere Milano tra le potenziali contender.
I nuovi acquisti stanno dando il loro apporto, ma ovviamente chi si erge a protagonista su tutti è [b]Melvin Booker[/b] che è arrivato per dare organizzazione, intelligenza e leadership ad una squadra che ne necessitava come il pane. Dopo la partita vista dalla tribuna con Varese lex Khimky ha detto: [i]La squadra ha talento ma è poco organizzata, io sono qui per dare leadership e gioco corale. Voglio essere lesempio per i compagni.[/i]. Alle parole ha fatto seguire i fatti, infatti è stato linnesto che ha permesso a Watson di ricominciare a fare il suo gioco intenso vicino a canestro, a Vukcevic di ritrovare quel ritmo e quellefficacia che mai aveva trovato in maglia Olimpia e a Sesay di ritornare un giocatore coinvolto emotivamente.
Da subito Melvin si è cucito addosso la maglia biancorossa, ha lottato anche oltre i propri limiti rimanendo in campo nelle ultime partite, una media sopra i 35 minuti, ma non ha mai mollato, spesso trascinando i compagni alla vittoria come contro Aris e Snaidero. Magari il suo apporto è visibile solo relativamente nelle cifre, ma basta vedere una partita per capire che la sua gestione porta altri tipi di risultati, rispetto a quella più “nevrotica” Bulleri.
Già…capitolo [b]Bulleri[/b]In estate è stato investito della nomina di capitano, si è voluto puntare molto forte sul suo nome e gli sono state riaffidate le chiavi della squadra. Una buona idea dal punto di vista personale e di serietà del ragazzo, meno per le caratteristiche tecniche. Poi è arrivato il pesante infortunio e l’assenza dai campi per almeno 3 mesi, ma non è finita qui, perchè il presidente Corbelli ha deciso di cedere il giocatore con la formula del prestito alla Virtus Bologna, destando non poco scalpore tra tifosi ed addetti ai lavori. Tutt’ora è difficile capire quale sia la logica di tale transazione da parte di entrambe le squadre, quello che è chiaro è che se l’attuale (nonchè odiato) presidente non riuscirà a disfarsi dell’Olimpia in tempi brevi, disferà l’Olimpia.
Chi alla maglia di Milano è attaccato davvero, tanto da essere già una bandiera nonostante i 19 anni, è [b]Danilo Gallinari[/b] che è una sorta di Kakà applicato al basket: una classe e un talento incredibili, uniti alla faccia pulita del bravo ragazzo e del corretto professionista. Non sappiamo se mai Gallinari arriverà ad essere il miglior giocatore dEuropa o lMVP NBA, ma è incredibile come abbia la qualità dei più grandi campioni, ovvero far sembrare facili i gesti che, ai più, risultano addirittura impossibili. Di aggettivi sul suo conto ne sono già stati spesi e se ne spenderanno in futuro, quello che vi posso dire è che un talento così in Europa lo hanno in pochi. Gli manca ancora quel killer instinct da momento importante per essere considerato alla stessa stregua dei Siskauskas o dei Nicholas, ma rimane il fatto che al momento, solo Ricky Rubio di Badalona gli va vicino per rendimento tra le “young guns” europee.
Con il suo rientro anche Tj Watson ha ritrovato la forma dei tempi migliori, il suo apporto in termini di fisicità ed incisività nel pitturato è sempre presente, lunica controindicazione è che sembra ormai essere acclarato che si tratta del più classico [i]”feed the dog”[/i] in cui lui ha un determinato tipo di atteggiamento (soprattutto difensivo) se viene cercato in alcune situazioni offensive ed un altro (remissivo) nel momento in cui viene un po messo in disparte. Ad inizio stagione con il gioco molto perimetrale di Markovski, lui fungeva più da appoggio che da terminale, e il suo rendimento soprattutto difensivo (complice anche la non perfetta forma fisica) era al limite del criminale. Ora che è tornato ad essere unopzione credibile in post, anche la sua presenza difensiva è decisamente migliorata, considerato il fatto che ormai fatica a stare sotto i 10 rodmans a partita.
Ulteriore identità alla squadra è stata data dallarrivo di Katelynas in cambio di Tourè. Sicuramente il francese è stato la cessione meno azzeccata, in quanto non è stato messo in condizione di far vedere se e quanto valeva, infatti a Cantù ha fatto vedere in poche uscite di avere buone qualità. Larrivo di [i]”Air Lithuania”[/i] ha portato pochi minuti in campo, ma interpretati con tanta intensità e anche qualche botta. Molto diligente tatticamente, per ora non è mai uscito dallo spartito e forse dovrebbe godere di un minutaggio maggiore per evitare che i vari Sesay e Watson arrivino con la spia della benzina accesa nei finali di partita.
Dovrebbe avere più spazio anche Pietro Aradori, che in rotazioni così corte ha comunque sofferto molto tempo in panchina. Il derby interno con Varese è stato rivoltato come un guanto dalla sua entrata in campo ed anche in altre situazioni (vedi Zagabria e Siena) il ragazzo ha mostrato importanti qualità di voglia e durezza mentale. Caja lo elogia spesso verbalmente, ma forse vederlo di più in campo in posizione di ala piccola, aiuterebbe di più il suo miglioramento ed il rendimento generale della squadra.
Ora a rimpolpare la rotazione cè anche [b]Will Conroy[/b], che è arrivato a Milano con limperativo di scacciare la brutta immagine che si è creato in quel di Bologna. Per ora solo sette minuti in campo per lui a Biella con poco profitto, ma sicuramente potrà dare un apporto di maggiore sostanza in futuro.
In definitiva la squadra sta provando a risalire la china e sicuramente ha convinto il suo (ristretto ormai) pubblico che ora può tornare a giocarsela con tutti anche in trasferta (vedi Udine, Salonicco ed in parte Biella). Ora deve cercare di trovare qualche vittoria importante per dare un minimo di continuità a questo miglioramento ‘step by step’. Un passo importantissimo sarebbe portare a casa una vittoria da LeMans giovedì, relegando così in fondo i francesi e provando a rilanciarsi dopo la beffa casalinga con Tel Aviv.
Il calendario presenta tre delle prossime cinque partite tra le mura amiche in campionato, mentre in eurolega tutto dipende dalla partita di giovedì in terra francese, considerando che nel ritorno si dovrà andare a Malaga, Vilnius e Tel-Aviv.