Belli da vedere in attacco, meno in difesa. Potrebbe essere una dichiarazione un po troppo semplicistica, ma è effettivamente così. Gli Utah Jazz, reduci da 5 sconfitte consecutive (dove hanno subito circa 110 punti di media), sono con ogni probabilità una delle più belle squadre da vedere nella NBA. Il loro attacco a metà campo è pressoché perfetto, in quanto unisce lesecuzione dei giochi alla qualità degli interpreti, ma anche in campo aperto sono tuttaltro che disprezzabili, visto che Williams ha a sua disposizione due levrieri come Brewer e Kirilenko.
Enigmatici, questi Jazz: hanno uno dei tre migliori play della lega, una delle migliori ali forti offensive, forse lall-around per eccellenza della lega (Kiri viaggia a 10 punti, oltre 6 rimbalzi, 5.7 assist, 1.5 recuperi e 2.3 stoppate), ed altri giocatori di complemento di buon livellomanon hanno assolutamente presenza difensiva in area.
Lunico giocatore oltre la stoppata di media è il russo, ma non è solo questo ad incidere sulla mollezza a centro area. Boozer, oltre ad essere piccolo e discretamente atletico, ha dei vuoti difensivi preoccupanti, sia sul suo uomo che in aiuto. Stessa cosa si potrebbe dire di Okur. Il turco non stoppa, non prende più rimbalzi (5 in 30 minuti), non occupa larea, ed in attacco non è più efficace come la scorsa stagione. Insomma bene si ma non benissimo, specialmente se proiettati in ottica play-off, perché lobiettivo di questanno è quello di dimostrare che la finale di conference raggiunta lo scorso anno, non è stata solo frutto di congiunture astrali e del suicidio di Dallas.
Cercando di andare più a fondo, di analizzare i punti forti e le debolezze, non si può non partire dalla coppia Deron Willams e Carlos Boozer.
Ovviamente, parlando di PG e PF, la mente di tifosi e non, corre subito allo Stockton to Malone. Premettendo che si sta parlando di due mostri sacri del gioco, la similitudine ci sta tutta, con le dovute distinzioni: i tipi di giocatori sono diversi, forse si potrebbero avvicinare Malone e Boozer, ma quello che più salta allocchio è che, come per il passato, coach Sloan sia riuscito a basare il suo gioco partendo dai P&R tra Williams e Boozer, che può sfociare in decine di varianti e concludersi in svariati modi. Una macchina perfetta in attacco? A giudicare dai numeri sembrerebbe di si, ma non è tutto oro ciò che luccica. Ciò che salta allocchio è la relativa perimetralità del quintetto (almeno quello iniziale), visto che il numero 2 e il numero 3 sono Brewer e Kiri, non proprio dei cecchini, e che Okur non sta facendo onde dalla distanza.
Questo alla lunga potrebbe essere un problema, anche perché il russo potrebbe vederla sempre meno, specialmente a difesa schierata, quando la palla è in mano a Williams e se la gioca a due con Boozer.
Capitolo difesa: Brewer ha gambe e fisico per diventare uno che quando vuole può spegnere la luce, ma per ora alle gambe non può abbinare esperienza e tecnicadi Kiri abbiamo parlato in abbondanzaecco, da qui in poi la situazione si fa più complicata, almeno per quanto riguarda i primi 5. Williams non è certo un mastino, ma è anche vero che essendo il creatore di gioco di questa squadra non può spremersi come un limone in difesa. Col tempo arriverà anche quella…meno fiducia in Boozer e Okur, che oltre a non aver uno spirito da difensore sono anche limitati fisicamentemanca un centro, preferibilmente atletico, un giocatore che si faccia sentire in aiuto, che sappia presidiare larea. Come? E si, non è che certi giocatori crescano sugli alberi, e chi ne è in possesso se li tiene stretti, pagandoli profumatamente (molto volte ben oltre il loro reale valore), ed è per questo che Utah potrebbe non arrivare ad Aprile con questa struttura
Fantabasket? Può darsi, ma ha giocatori scambiabili e soprattutto molto ricercati sul mercato, primo fra tutti AK47.
Stefano Manuto