Se si dice [B]Texas[/B], nell’NBA, si pensa subito alle due franchigie che in questi ultimi anni hanno dominato l’Ovest, Almeno se ci si limita a parlare della Regular Season, [B]Dallas e San Antonio[/B].
Ma in quello stato, famoso al di qua dell’ocenano anche per i pozzi di petrolio e i barbecue, c’è una terza franchigia, che avrebbe anche fondate velleità di vittoria, e, anzi, che è stata la prima franchigia texana aconquistare l’anello.
Certo erano i tempi di [B]Olajuwon e di Drexler[/B], ma erano tempi non troppo lontani, se si pensa che in quella franchigia c’era un certo [B]Horry[/B] che già sapeva essere decisivo nella lotta al titolo.
E allora come mai ci si trova ad essere snobbati dai favori del pronostico non solo se si pensa all’intera lega, ma addirittura a un’ipotetico torneo statale ?
Potremmo provare a chiederlo a chi è da tutti considerato [B]uno dei 3 migliori talenti di tutta l’NBA[/B], ma che non è mai riuscito ad andare oltre il primo turno dei Playoff, che è la stella di questi Rockets mai totalmente in orbita titolo: [B]Tracy McGrady[/B]. Probabilmente con il suo solito sguardo un po’ assonnato vi risponderebbe [I]”I don’t know”[/I].
Eh già, perchè la squadra ci sarebbe eccome, e potenzialmente avrebbe la combo più forte della lega, con appunto TMC come esterno, e [B]Yao Ming[/B] come centro. E anche il resto del supporting cast non sarebbe [B]Shane Battier[/B], anche supportato da [B]Bonzi Wells[/B]. C’è un play che rompe un po’ gli schemi con le penetrazioni come [B]Rafer Alston[/B], e c’è un argentino molto forte in difesa che non ti penalizza per nulla in attacco.
Ma come tutte le imitazioni, in genere gli originali funzionano meglio, e effettivamente [B]al momento attuale tra gli Spurs e i Rockets c’è una bella differenza[/B].
Anche perchè i paragoni sopra sono un po’ forzati, ma sono fatti per far capire che tutto sommato alla franchigia di Houston non mancherebbe così tanto per essere competitiva su livelli altissimi.
E in effetti la partenza quest’anno faceva ben sperare, ma una serie di 6 sconfitte di fila ha fatto calare precipitosamente le azioni del team.
Ma il cartello “Lavori in corso” non è stato ancora tolto. E se la buona partenza non significava necessariamente aver risolto tutti i problemi del passato, la serie di sconfitte che ha portato ora ad avere un [B]record di 12 vinte e 12 perse[/B], decimo nella Western conference, non significa che alcuni dei problemi non siano stati individuati e parzialmente corretti.
Si è iniziato quest’estate con il [B]cambio dell’allenatore[/B], passando da un coach come Jeff Van Gundy che predilige in particolar modo la fase difensiva, a un [B]Rick Adelman[/B], che è stato uno degli artefici dello scoppiettante gioco offensivo dei Sacramento Kings anni 90, quelli belli e perdenti. E se effettivamente il gioco di Adelman è quello che più predilige un giocatore come McGrady, probabilmente è anche quello che meno predilige Yao, un 2,29 che non è particolarmente veloce di piedi.
E sempre quest’estate è stato preso da San Antonio [B]Luis Scola[/B]. Argentino che è stata negli ultimi anni una delle stelle più brillanti dell’eurolega, e che ha un QI cestistico ampiamente sopra la media della lega. E che oltre a essere un [B]grandissimo difensore[/B], è un giocatore di post come ce ne sono pochi al di là dell’Atlantico.
Ed è stato ripreso dalla lista dei tagliati [B]Steve Francis[/B], ex giocatore franchigia di Houston [B]caduto in disgrazia[/B] in quel gulag che risponde al nome di New York Knicks. Giocatore si problematico, ma dal talento sopraffino che se decidesse di mettersi al servizio della squadra potrebbe essere un’ottima addizione per poter puntare al titolo.
Il problema è che in questo momento [B]Scola non ha ancora potuto far vedere tutto il suo potenziale[/B], probabilmente perchè il periodo di adattamento alla lega non è indolore per nessuno, nemmeno per chi ha un DNA cestistico d’eccezione. Tanto che [B]il coaching staff al momento nello spot di PF gli preferisce Chuck Hayes[/B], ottimo mestierante e buon difensore, ma niente più di questo.
E che Francis non solo non si è integrato all’interno della squadra, ma non sembra avere ancora sistemato il suo ego, tant’è vero che buona parte di inizio stagione lo ha visto nella cuccia del coach con una serie di DNP, richiamato poi a partecipare alle partite solo dopo l’infortunio di Skip to my Lou.
Un altro problema è che, purtroppo, [B]Tracy ha dovuto già saltare qualche partita[/B] per un infortunio a un gomito, e che al momento lo stesso TMAC stia lottando con un ginocchio che lo sta limitando parecchio. Certo, tutti infortuni distanti da quello che è il suo vero tallone d’achille, quella schiena che a più riprese ha fatto temere per una sua piena ripresa dell’attività agonistica, ma che [B]dimostrano come la propensione all’infortunio di The Big Sleep sia forte[/B].
Ma se gli infortuni dovessero lasciare in pace sia lui che Yao, se la squadra dovesse assimilare il gioco imposto dal coach, se Scola prenderà le misure alla NBA per il giro di boa dell’All Star Game, allora il record si potrà sistemare, i playoff dovrebbero arrivare e ai Playoff ci sarebbe una mina vagante pronta a dare battaglia a molti, e una finale di conference potrebbe non essere un traguardo così irraggiungibile.
Certo, i se elencati iniziano ad essere parecchi, ma ogni squadra ha i suoi se e i suoi ma nel cammino della stagione, e spesso le cavalcate vincenti sono iniziate con più di un dubbio.
Di sicuro c’è che, una volta di più, il signor McGrady vorrà dimostrare di non essere [B]il più forte perdente dei Playoff dell’intera storia della lega[/B].