Chissà se a [B]Bargnani[/B] piacciono le giostre.
Sì, perchè ultimamente a vedere le prestazioni del Mago ti sembra di essere sulle montagne russe, e non solo in termini di cifre, ma anche in termini di prestazioni e di fiducia.
L'[B]ultimo mese è stato un mese terribile.[/B] E’ iniziato tutto quando Mitchell, coach dei Raptors, ha deciso di rimettere il nostro portabandiera nella NBA come [B]sesto uomo[/B]. E dopo prestazioni tutt’altro che negative, a giudicare dall’inizio di stagione dove Andrea ha messo su due ventelli dopo altrettanto uscite.
E anche altri erano stati i segnali positivi nel gioco. Considerando che si stava assestando sopra i 6 rimbalzi di media, e aveva iniziato ad aggiungere al suo gioco qualche movimento in post. Fatto dettato anche dalla posizione in campo che il coach gli ha chiesto. Quella di centro, con ovvie propensioni al gioco esterno in modo da potersi interscambiare con Bosh nelle fasi offensive.
Ma, come detto, la decisione di Mitchell dopo alcune partite, è stata quella di far nuovamente partire il Mago dal pino. I motivi, spiegati dal coach, sono stati sia quello di voler ottenere di più da Nesterovic, che partendo dalla panchina non riusciva a garantire la sostanza che garantiva quando partiva in quintetto, sia quello di avere nelle prime fasi della partita un quintetto più equilibrato difensivamente, con Rasho da 5 e Bosh da 4, sia il limitare il tempo in cui Bosh e Bargnani dovevano giocare insieme, essendo, per ammissione del coach, giocatori un po’ troppo simili che ancora non riescono a rendere al massimo se contemporaneamente in campo.
Un altro [B]motivo, forse il principale[/B], che non si poteva dire, è che data la partenza non eccezionale di Toronto, [B]serviva un cambiamento per dare una scossa all’ambiente e per “giustificare” il premio di Coach Of The Year ottenuto la scorsa stagione[/B]. E il cambiamento meno traumatico per l’ambiente, quello che avrebbe fatto meno rumore, sarebbe stato quello di panchinare il Mago.
[B]Bargnani, a detta di Sam Mitchell, avrebbe però mantenuto i minuti che gli erano stati dati quando partiva in quintetto[/B], sui 30 a partita, che gli avrebbero quindi garantito la possibilità di sviluppare il suo gioco all’interno della lega, e di essere decisivo nei momenti chiave.
Invece, [B]da quel momento, per lui andò tutto a sud[/B]. E’ stata tangibile, nelle prime prove successive alla decisione di Mitchell, la perdita di fiducia che Andrea ha avuto in se stesso, e tutto questo ha iniziato a riflettersi su tutte le categorie statistiche, a partire dai punti segnati, frutto di cattive percentuali dal campo, e soprattutto di rimbalzi presi, segno di una scarsa convinzione nell’aggredire il canestro. Anche se quest’ultima lacuna è dettata anche dal fatto che tornando sesto uomo, sono diminuiti i possessi in cui il Mago era vicino a canestro in posizione da 5 e soprattutto in attacco gli venisse di nuovo chiesto di giocare sul perimetro ad aspettare gli scarichi per sfruttare il suo tiro.
Il [B]risultato[/B] della mossa tattica, quindi, fu [B]positivo solo per i risultati di squadra[/B], con Toronto che è finalmente tornata a quota 50% tra vittorie e sconfitte. Per il resto, il Mago ha iniziato a rendere la metà di prima, Nesterovic non ha assolutamente incrementato il suo apporto rispetto a prima, e anche Bosh non ha dimostrato che Bargnani fosse per lui un impedimento al miglior rendimento. Ma si sa, la prima voce è quella [B]fondamentale nell’NBA come in tutti gli altri sport[/B], per cui la mossa si è potuta definire azzeccata, seppure con alcuni asterischi dati dalla futuribilità della mossa stessa.
Come se non bastasse, in un incontro contro Memphis, uno scontro di gioco contro Swift gli ha procurato un [B]leggero infortunio al ginocchio[/B]. Sfortuna ha voluto che nella stessa partita si infortunasse anche Bosh, per cui, invece che fermarsi e smaltire la botta presa, [B]ci ha giocato sopra per due partite[/B], peraltro mettendo nella prima il suo [B]career-high con 26 punti segnati[/B]. Dopo la seconda, però si è dovuto fermare per i dolori al ginocchio.
E da lì, [B]qualche partita di pausa per recuperare e un ritorno in campo che definire difficoltoso è un eufemismo bello e buono[/B].
Dopo alcune prestazioni abbastanza imbarazzanti, complice probabilmente una [B]condizione fisica tutt’altro che recuperata al meglio[/B], in cui il tiro, arma principale del Mago, non dava segni di vita, Bargnani è stato addirittura [B]scavalcato nelle rotazioni da Humpries[/B], mestierante difensivo che ha però avuto un momento di grazia al tiro che ha “consigliato” Mitchell di cavalcarlo per quasi 30 minuti a partita, relegando il Mago a poco più di 10 minuti a partita, andando nuovamente a minare la fiducia in se stesso del giocatore italiano che, per dirla tutta, sembra un giocatore un po’ troppo umorale, se è così facilmente condizionabile dall’ambiente e non si riesce ad imporre con il proprio valore, che è e rimane di primissima qualità.
L’enigma non è così di facile soluzione, e questa c’è il [B]rischio che diventi una seconda stagione interlocutoria per lui[/B]. Perchè è naturale che le statistiche valgono quel che valgono, ma è altrettanto naturale che negli Stati Uniti valgono più che dalle altre parti, e un giocatore che è stato prima scelta assoluta che al secondo anno peggiora le statistiche dell’anno da Rookie, rischia di bruciarsi.
E allora già c’è chi parla di trade per Bargnani, con ipotesi anche troppo fantasiose e di difficile realizzazione. Anche perchè è difficie, comunque, che una squadra si disfi della prima scelta assoluta proprio nel momento in cui ha il proprio valore ai minimi storici.
Chi vi scrive pensa che finoa quando ci sarà Mitchell sulla panchina dei dinosauri, il Mago avrà vita difficile, ma come lui la avrà tutta la squadra, perchè questo è un coach che ti sa gestire una stagione portando una squadra ai Playoff, ma non è un allenatore in grado di sviluppare un progetto e di renderlo vincente nel corso delle stagioni. E la prova è proprio la mossa tattica di panchinare il Mago, buona per far vincere qualche partita a Toronto e di riportarla in careggiata, ma non nell’ottica di sviluppare la squadra che, gioco forza, se vuole mantenere questa ossatura e crescere per puntare a qualcosa di importante, avendo le principali tre stelle in età molto giovane, abituarsi a far convivere Bosh e Bargnani in campo insieme, e non abbandonare il progetto alle prime difficoltà.
E allora staremo a vedere cosa succederà prossimamente in Canada, anche alla luce delle ultime voci che vedrebbero Colangelo in direzione New York a ricostruire una squadra importante insieme al papà.
L’ultima partita ha segnato una timida ripresa delle quotazioni del Mago, con la partenza in quintetto per un Nesterovic assente, e 13 punti a referto, ma la strada è sempre in salita. Sembra una soap opera, ma è tricolore, per cui sarà interessante da seguire.