Ettore Messina torna in Italia stasera, col Cska, dopo settimane nelle quali in Europa si è parlato molto del suo più che possibile approdo al Barcellona, se si qualificherà per l’Eurolega 2009, magari con Maurizio Gherardini g.m. , e dei milioni di dollari che Mosca gli avrebbe offerto per trattenerlo. «E’ un momento delicato ammette , dobbiamo decidere cosa fare qui. Ci saranno di sicuro dei cambiamenti e bisogna capire se sono funzionale al nuovo progetto o se è meglio per tutti provare a prendere delle strade differenti. Voglio però rispettare i giocatori, non essere un motivo di disturbo. Non perché potrei andarmene, siamo tutti professionisti e vaccinati, ma perché quello che accadrà nel mio futuro non deve intralciare gli obbiettivi immediati».
Cosa cerca?«Il cambiamento, le novità sapendo che quello che ho a Mosca, a livello di budget e organizzazione, non lo potrò avere altrove. Cerco nuove persone con le quali confrontarmi. Ai vertici continentali, le personalità dei giocatori sono tali che generano rapporti intensi che bruciano molte energie nervose. Oggi io e la squadra corriamo il rischio di saper già quello che succederà tra noi prima che accada. Il risultato che riusciremo ad ottenere dipende anche da quanto sapremo ancora stupirci».
Il mercato dei top coach europei è in subbuglio. Riuscite a lasciare un segno in questo basket?«Lo spero. Non si tratta solo di vittorie, ma di un modo di giocare che ti rappresenta. Anche fuori campo. Mi hanno colpito le parole di Gilberto Benetton che ha ricordato come io avessi spinto il gruppo a puntare sempre al massimo, fungendo da stimolo continuo. So anche che la differenza tra uno stimolo e un lassativo è molto sottile».Nuovi stimoli vogliono dire anche nuovo gioco?«Più un adeguamento della tua filosofia ai giocatori che hai a disposizione e al regolamento che cambia. Sono molto curioso di allenare con le nuove regole, oggi allo studio dalla Fiba, come l’allargamento dell’area e il tiro da tré punti più lontano, a 6.75».
E d’accordo che l’Eurolega sia un po’ in stanca?«Sì. Le squadre più forti sono entrate nelle Top 16 cloroformizzate da una prima fase senza stimoli. Credo che non si possa che rafforzare la stabilità insistendo su contratti pluriennali per i club più competitivi».
Avete preso Khryapa dai Bulls. Cominciano i ritorni.«Ce ne saranno sempre più. Khryapa è forte ma non riesce a esprimere una concentrazione massima su ogni dettaglio. Quello che quelli come lui non imparano nella Nba è la selezione delle priorità sotto pressione. Non c’è ancora paragone con uno Smodis».Sport Illustrated ha ribadito il suo possibile approdo nella Nba.«Forse per la prima volta ascolterei con reale interesse delle offerte. Ma sarebbero da assistente. Se mi ci vedo? No».Cosa pensa dell’annuncio di 5 franchigie Nba in Europa?«Un tentativo di Stern di spaventarci».
Se ne andò dall’Italia perché stanco del clima anche nei suoi confronti. Come ci vede oggi?«Siena l’ho sempre vista benissimo, con Roma abbiamo vinto all’ultimo secondo dopo una rimonta impossibile e non posso che considerarla molto. E credo che mifarà bene stare lontano dall’Italia ancora per un po’…»