[B]Eldo Napoli – Air Avellino 71-74 (16-21; 35-46, 58-56; 71-74)[/B]
Avellino vince meritatamente il derby espugnando il Palabarbuto (parziali 16-21; 19-25; 23-10; 13-18).
Molto più squadra la Air, si vede molto la mano di Zorzi nella costruzione del roster e dei giochi, sembra quasi di rivedere la Mulat Napoli del 1984, molto penetra e scarica e transizioni giocate benissimo, equilibrio perfetto tra il gioco perimetrale dove [b]Green, Smith e Righetti[/b] sono pericolosissimi e quello nell’area pitturata dove il discreto mestierante [b]Williams[/b] grazie alla sua stazza riesce ad essere pericoloso (da rivedere l’uso del piede perno, troppo spesso perdonato dagli arbitri).
In questo ben oliato meccanismo spiccano Green e Smith che da soli valgono il prezzo del biglietto e probabilmente anche di un abbonamento; la squadra irpina è parsa sicuramente la più forte vista quest’anno a Napoli (a parte Siena che è out of contest).
La Eldo denuncia i soliti limiti: troppi giochi basati su iniziative personali e pochissime alternative al gioco perimetrale, ossia se il tiro da tre non va (28% stasera) è durissima.
A questi noti problemi stasera si è aggiunta la totale assenza dal campo di [b]Jamel Thomas[/b] (dopo un’altra settimana di problemi legati alla solita querelle degli stipendi) totalmente estraneo alla partita, con un approccio estremamente abulico che ha costretto Bucchi a panchinarlo senza appello. Per una squadra che già concede un americano a gara agli avversari è davvero troppo.
La partita. Avellino parte subito forte con Smith che è davvero imprendibile e con il solo Rocca a tenere a galla i napoletani. Blums si carica subito di falli e Bucchi è costretto a tenere per lungo tempo in campo la coppia Malaventura – Monroe, costringendo quest’ultimo agli straordinari cosa che probabilmente lo ha fatto arrivare nel finale di partita poco lucido.
Nel secondo quarto gli irpini prendono il largo, il parziale non assume dimensioni tragiche per i napoletani solo perchè anche i tiratori della Air non sono in particolare serata di grazia, si finisce comunque 35-46 all’intervallo lungo.
Così come spesso quest’anno, il terzo quarto è il migliore per la Eldo: parziale di 23-10 propiziato da un’ottima difesa ([b]Flamini[/b] cancella praticamente dal campo Smith), da un finalmente ispirato [b]Jones[/b] e soprattutto da [b]Monroe[/b] preciso al tiro e pericoloso in penetrazione (bellissima una schiacciatona in faccia a due avversari).
Nell’ultimo quarto si fanno sentire stanchezza e tensione e gli attacchi cominciano a faticare. Bucchi lascia colpevolmente troppo in panca un’eccezionale [b]Mason Rocca[/b] (14 punti col 75%, 16 rimbalzi e 3 recuperi in 27 minuti) ed Avellino recupera il gap, giocando sicuramente in modo più pulito come detto sopra. Qualche episodio aiuta pure gli irpini, come il rimbalzo catturato da Radulovic dopo un libero sbagliato da Williams (e Rocca era in panchina…) che ha consentito a Green la bomba del 66-71 che ha praticamente chiuso la partita.
Monroe, forse troppo stanco, sbaglia un paio di entrate (un passi ed un canestro mangiato) consegnando praticamente i due punti agli avellinesi che confemano il secondo posto.
Come detto, ci pare comunque meritata la vittoria della Air sicuramente più squadra della Eldo.
[b]MVP: Marques Green[/b], 15 punti (con la bomba decisiva), 12 rimbalzi (dal basso dei suoi 165 cm) e 6 assist. Le cifre non raccontano abbastanza dell’impatto incredibile di questo tipetto sulla partita, conduzione di gara e gestione del ritmo impressionante.
Le migliori giocate: uno schiaccione di Monroe e una lezione gratis di ball handling che Green ha impartito a Blums mandandolo letteralmente gambe all’aria.