[b]LaFortezza Bologna – Armani Jeans Milano 63-75 (21-21, 36-35, 53-59, 63-75)[/b]
[u][b][i]Quintetti:[/u][/b][/i]
[u]LaFortezza:[/u] Best, Blizzard, Anderson, Giovannoni, Chiacig.
[u]Armani Jeans:[/u] Booker, Vukcevic, Gallinari, Sesay, Watson.
Quella che solo dieci mesi fa era la semifinale di un bel campionato che incoronava la Virtus di Markovski come seconda forza del campionato, oggi è una sfida tra due squadre vuote, in difficoltà ed in cerca di identità.
Per Milano, dopo lo stop interno con Biella, c’è da riconcquistare un posto playoffs, per la Virtus (e fa male il cuore dirlo) una salvezza da conquistare.
Le grandi decadute danno vita ad una partita dai pochissimi spunti di interesse, poca intensità, poca lucidità e in buona sostanza ha vinto chi ha sbagliato meno e ha mostrato quell quid in più di voglia di vincere. Il quarto periodo delle V nere è da incubo notturno per atteggiamento, gioco, abnegazione e gestione dalla panchina; un vero e proprio stillicidio acuito dalla mancanza di verve e di voglia anche dei lottatori più integerrimi come Giovannoni e Blizzard. Per Milano, come ormai spesso succede al PalaMalaguti c’è il “Danilo Gallinari show” che permette a chi ha pagato il biglietto di godere di un pò di arte cestistica.
Il ragazzo ha dato l’ennesima prova a tutto-tondo giocando due lati del campo in modo esiziale e consegnando un’importante vittoria ai suoi colori che si stanno un pochino sbiadendo dopo la confortante serie di vittorie di inizio 2008.
Il primo quarto è pervaso più dai sentimenti che dal basket giocato. Di Bella e Vukcevic vengono accolti dal loro ex pubblico con scroscianti applausi; quasi commovente il tributo fornito all’ex Biella che è rimasto evidentemente nei cuori virtussini, ma oltre a loro ci sono altre mille storie di intreccio tra queste due squadre, a partire da Bulleri per finire a Michelori. Come detto, il primo quarto è settecentesco con testosterone ridotto al minimo e tanta voglia di attaccare e lasciar giocare. I coloured di Milano provano a metterci la verve sotto i tabelloni e collezionano quattro rimbalzi d’attacco in poco tempo che fruttano a Milano un ristretto vantaggio nonostante la mira non perfetta da fuori. Sesay spara praticamente tutte le sue cartucce nella prima metà del quarto con sei punti e quattro rimbalzi. Gallinari è già dominante, ma la Virtus con un ottimo Giovannoni chiude in crescendo il quarto agguantando la parità con Mc Grath proprio sulla sirena.
Il secondo quarto vede Giovannoni continuare nella sua buona striscia, giocando sulle difficoltà di acoppiamento dei milanesi e trovandosi spesso vicino a canestro contro avversari più piccoli grazie a cambi avventati sui pick and roll. Anche Best gestisce in modo compassato e lucido un attacco che non trova grande opposizione da parte degli avversari, ma un canestro da highlight di Gallinari e un tonicissimo Shaw sotto le plance mandano le squadre all’intervallo lungo su una sostanziale parità.
Dai blocchi di partenza del secondo tempo esce decisamente meglio Milano che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che con il primo quintetto ha un determinato rendimento che diminuisce con l’innesto dei rincalzi.
Booker e Watson piazzano un piccolo parziale, sanato dalle invenzione estemporanee di un Anderson versione “me against the world”. L’ex bobcats si preoccupa di più di giocare uno contro cinque che far girare la squadra ed infatti dopo 5 punti quasi consecutivi la sua efficacia scema in una serie di spadellate sui ferri e palle perse. Nello stesso momento Gallinari, dall’altra parte, domina la scena mettendo punti su punti, tra cui una tripla allo scadere dei 24″ con Giovannoni praticamente nei pantaloncini. E’ ancora Shaw, però, a farsi sentire nel pitturato, sfruttando gli scarichi del Gallo per portarsi a casa una meritata doppia cifra condita anche da un inusuale 2-2 ai liberi che fornisce sei punti di dote all’ultimo stop.
Come detto all’inizio, l’ultimo quarto della Virtus di Pasquali è indifendibile e i fischi che piovono dalle tribune sono tanto legittimi quanto opportuni. Si ricomincia con il secondo episodio della saga “Anderson contro tutti”, ma con Gallinari a difendere gravato di tre falli non c’è trippa per gatti e l’unico canestro di AA è la tripla a buoi ampiamente scappati. Best gestisce in modo approssimativo l’attacco (non da lui) non trovando mai la soluzione giusta, Blizzard è la brutta copia del giocatore dello scorso anno ed anche la coppia Bulleri-Giovannoni sembra sedata e rassegnata.
Milano con Booker e Gallinari firma il parziale di 13-2 che li porta al massimo vantaggio sul +17 con poco più di tre minuti sul cronometro. La confusione virtussina fatta di tiri scellerati e palle perse continua sino a quando Milano, a risultato acquisito, giochiccia ai 24 secondi.
Un timeout di Caja a 1.39″ dalla fine fa spazientire i tifosi virtussini, ma Milano sembrava voler scherzare col fuoco buttando via qualche pallone e subendo un paio di canestri da Anderson e Best. La gestione lenta e compassata di Booker congela la partita che termina con l’impressione che la Virtus dovrà guadagnarsi col sudore prima che col talento la salvezza.
Milano ha portato a casa i due punti senza entusiasmare e mostrando che forse la chimica positiva che aveva caratterizzato la grande serie di vittorie sta un pò scricchiolando con Sesay e Watson un pò polemici in alcune situazioni.
[b]Play of the game:[/b] Pick and roll sul lato per il Gallo che va verso sinistra, torna verso il centro facendo presagire una penetrazione. Con un crossover che siede McGrath a 7m dal canestro, raccoglie palla e corpo per una tripla di Iversonesca memoria….peccato che il ragazzo sia 2.07 m.