108 a 105 per Los Angeles: ecco il risultato della decisiva Gara 6 a Salt Lake City.
E Lakers dritti in Finale di Conference contro la vincitrice di New Orleans e San Antonio.
Tutta la partita ha visto il netto dominio degli uomini di Jackson, con un Kobe ritornato in forma, dopo una deludente Gara 5, in cui aveva talmente sofferto il mal di schiena da realizzare un misero 0-4 al tiro nell ultimo quarto di gioco.
In questa decisiva partita, invece, figurati se non si fa mai mancare allappuntamento decisivo, realizza una prestazione totale con 34 punti con solo 19 tiri, 8 rimbalzi e 6 assist. Da quanto si aspettava una prestazione così imponente con meno di venti tiri da parte del capitano dei Lakers?
Cosa sarebbe successo due anni fa?
Ma vabbè, non perdiamoci in discussioni di poco conto, che dividerebbero inutilmente i pro-Kobe e i no-Kobe, e procediamo con la revisione generale della partita.
Gli altri due del Big Three losangelino, Odom e Gasol, han continuato sullonda di unottima gara 5, definendo una prestazione, rispettivamente, da 17 p, 13 r e 4 stoppate per lo spagnolo, e 13 p e 9 r per Odom.
Pau, già a 4.45 da metà gara, aveva già in cassaforte 10 rimbalzi e stava dominando a rimbalzo, con annessa qualche stoppata di ottima fattura, chiudendo la strada verso il canestro a Boozer e Okur.
Anche il newyorkese, ha dato unottima mano allo spagnolo a chiudere il fortino in area Lakers, difatti il duo dei lunghi di Utah ha pesantemente sofferto le braccia eterne di entrambi realizzando in totale solo 28 punti con un rabbrividente 11/34 al tiro.
La difesa dei Lakers appare perforabile quasi sempre, ma nel momento in cui si arriva in area noti la mobilità laterale repentina di Odom e le braccia chilometriche dello spagnolo. Se la prima linea è accomodante, è, principalmente dovuta al fatto che, sanno con quanta difficoltà potrai trovare la via del canestro.
E su questo il duo interno dei Jazz ha sofferto per tutta la serie.
Boozer, abituato al 55% di realizzazione in Regular Season, ha faticato enormemente a trovare la via del canestro e ha raggiunto il modestissimo 40% al tiro in tutta la serie, non riuscendo mai a dare limpressione di saperne venir fuori dalle trappole della difesa lacustre.
Il turco, Mehmet Okur, ha tenuto lo stesso una buona percentuale dalla lunga distanza (39%) ma, nel momento in cui fintava il tiro e tentava lentrata in area losangelina, si son notate le sue difficoltà a finire, nel senso cestistico del termine. Poco deciso e troppo lento per eludere lo sveglio Lamarvellous. E vedendo le stoppate prese (2 in questa partita) si può capire dove dovrà migliorare in estate mantenendo comunque la sua chirurgica precisione dallarco dei tre punti.
Laltra ala interna dei Jazz, Paul Millsap, mi fa porre una domanda semplice e chiara a Jerry Sloan?
Ma perché non inserirlo in campo maggiormente?
Dove lavevi nascosto nelle precedenti gare?
Protagonista, in coppia con il play Williams, della rimonta del quarto quarto, con 10 punti frutto di giocate dure che han letteralmente fatto infuriare il tifo dellEnergy Solutions Arena, è stato per tutta la serie un fattore nascosto, per demerito del Coach da Mcleansboro.
Come puoi continuare a cavalcare un duo in crisi (Okur e Boozer) quando in panchina hai un talento fisico e emotivo come il giovane Paul? Non mi venga a dire che è inesperto di playoff, perché, se cè stata una minima speranza di avere una partita, in questa gara 6, è stato merito di Paul Millsap, e, non dimentichiamolo, Deron Williams.
Ecco, Deron, il play-capitano della nave Utah, ma quanto ha trascinato il barcone mormonico?
In tutta la serie ha dato dimostrazione lampante di quanto possa esser un leader, anche se non troppo silenzioso, con prestazioni costanti da 20+10 assist che lo hanno consacrato, nonostante la sua età, capitano dei Jazz.
Anche in questa gara 6 ha tenuto duro sino alla fine, tentando anche allultimo secondo una tripla, purtroppo finita sul ferro, che poteva portare la gara al supplementare: e qui avrei molti dubbi sul fatto che i Lakers si sarebbero portati a casa sia vittoria che serie.
Nel secondo tempo, si è visto, quanto fossero stanchi, e il solito uomo al comando, Kobe Bryant, ha incorniciato il parziale decisivo per la vittoria.
Dando unocchiata alle statistiche di squadra finali, si può notare la percentuale di realizzazione di entrambi i team, 50% per i Lakers e il modesto 38% per i Jazz, nonostante la quantità di tiri decisamente alta per il team di Sloan (97 tiri tentati contro i 70 dei Lakers).
Altro fattore decisamente diverso è la quantità di tiri liberi, 38 per LA e 25 per i Jazz, segno di quanto poco abbiano attaccato il canestro i Bianchi. Soprattutto nel primo tempo, gli uomini di Sloan hanno lasciato andare via la partita, ponendo poca intensità e tirando troppo spesso da lontano, andando lontano anche dal canestro stesso, e lì i Lakers hanno vinto la partita. Sono arrivati anche a 19 punti di vantaggio durante il secondo quarto e cè voluta più di mezzora per vedere il vero formato dei Jazz casalinghi, sempre arroganti e tutti di corsa con ottima precisione al tiro.
A rimbalzo, come anche durante tutta la serie, i Jazz hanno dominato (52 a 38 pro Utah), sia per quanto riguarda quelli offensivi che quelli difensivi. Più precisamente, la vera differenza i Jazz lhanno fatta nei rimbalzi offensivi. Venti rimbalzi in attacco sono una cosa che nei playoff dovresti pagare a caro prezzo, ma, se dopo il rodmans preso, tiri con una bassa percentuale, può andare a farsi benedire il tuo rimbalzo offensivo. E così, purtroppo, lo è stato.
Ora, per Utah vi sarà unaltra estate di polemiche e decisioni da prendere, vedi Andrei Kirilenko in primis, che determineranno un roster tuttora competitivo, ma che necessità di quel centesimo per fare leuro.
Certo è che, a parere di chi vi scrive, un Deron Williams così fenomenale, vincerà di sicuro un titolo nei suoi prossimi anni nella Lega, anche se a Salt Lake City, hanno già esperienza di play dominanti (John e Pete who?) senza titolo. Speriamo bene comunque.
Intanto facciamo gli auguri a Kobe perché vinca il titolo senza Shaq.