Fine stagione, tempo di bilanci. Come sempre, al termine di un’avventura, ci si guarda indietro per tirare le somme di quello che è stato un anno vissuto intensamente.
Una squadra partita per vincere un trofeo, giunta al traguardo senza niente di concreto tra le mani. Ma un piazzamento d’onore alle spalle dell’invincibile armata senese, un approdo alle Top 16 con lo sfizio di aver quasi violato il campo del CSKA campione d’Europa e le vittorie di prestigio contro Real Madrid e Panathinaikos; non possono non rendere merito alla squadra capitolina.
Certo, il rimpianto vero sono quelle Final 8 vinte meritatamente da Avellino, che hanno visto la Lottomatica soccombere sotto i colpi della squadra Anfitrione: lì si che si doveva e poteva fare di più.
D’estate, si sa, sognare non costa nulla: e allora quando si legge sui giornali che a Roma sta per approdare la star di Vilanova direttamente dal Boston Garden beh, si pensa davvero che il sogno possa tramutarsi in realtà.
Ma quella stella, a Roma, non brilla se non a sprazzi, sino a spegnersi con l’infortunio alla caviglia che lo tiene fuori gioco sino al termine della stagione. Ma è proprio tutta colpa dell’infortunio?
No, perchè [b]Allan Ray[/b] a Roma non è proprio l’esempio del professionismo. Probabilmente non si ambienta mai appieno ed allora, quel contratto che lo legherebbe un altro anno alla Virtus, probabilmente, diventerà carta straccia con un ritorno (dove?) negli Stati Uniti.
La sorte infame di Allan Ray, nella sostanza, non si discosta poi tanto da quella che ha colpito altri suoi compagni di squadra: come Giachetti e Stefansson, caduti stupidamente e ed esclusi dalla lotta per gran parte del tempo; o come Erik “testa calda” Daniels, mandato via senza troppi complimenti dopo un diverbio sin troppo acceso con coach Repesa.
E qui cominciano i traumi: perchè in realtà Roma non sostituisce nè il lungo americano (ci perdoni il Signor Crosariol, ma su un giornale di pallacanestro si parla di giocatori di pallacanestro) nè il tiratore proveniente dai Boston Celtics; Ibby Jaaber, infatti, dimostra sprazzi di classe ma a Roma, gara 4 di finale a parte, non l’ha messa mai dentro.
La chiave delle mancate vittorie di Roma passano anche da qui: se a Gennaio, come richiesto dall’allenatore, fosse arrivato Mason Rocca, staremmo probabilmente a parlare di altro, invece, Toti si impunta su uno stupido principio e lascia andare il centro della Eldo che, negli ultimi minuti, radio mercato spinge fortemente nella nuova Olimpia targata coach Bucchi.
La situazione, al momento, è alquanto deprimente: Ukic sembra prossimo ad un ritorno a Barcellona, Stefansson si barcamena tra rubli russi e big spagnole, Jaaber deve essere liberato con un ingente buyout dal Panionios, Hawkins ha annunciato da tempo il suo addio alla squadra della capitale e [b]Lorbek[/b]…
Già, il must di questa stagione: lo sloveno che merita a pieno titolo il premio di miglior centro del campionato, è appetito dalle squadre di mezza Europa, anche se Roma ha offerto un contratto importante, sintomo di voler ripartire proprio da Erazem. Tre anni a 900.000 a stagione non sono necessariamente bruscolini e, nonostante il giocatore abbia più volte espresso la volontà di proseguire il connubio con la città eterna, il suo futuro è ancora in bilico.
Tanti, quindi, i nodi da sciogliere: la priorità è non ridursi all’ultimo momento e ottimizzare il budget a disposizione. Si parla di Jumaine Jones a Roma e questo sì che sarebbe un gran colpo. Tra Poeta, Mordente e Vitali (in realtà, anche lui praticamente già a Milano) dovrebbe nascondersi il nuovo playmaker, destinato alla successione del croato Ukic, altalenante, discontinuo e a volte troppo immobile col palleggio nell’arco della stagione, ma certamente gran talento e favolosa chimica con Lorbek, inequivocabilmente difficile da sostituire.
Staremo a vedere. Nel frattempo, buone vacanze cestistiche a tutti i nostri lettori.