– Pare davvero finita una delle telenovelas più divertenti degli ultimi anni: la storia di Ron Artest ed i Kings. Breve riassunto: Artest arriva ai Kings ma puntualmente ogni estate viene dato in procinto di partire, nonostante sia un giocatore tecnicamente di alto livello, fisicamente forte e completo come pochi, difensore di livello assoluto, gode, meritatamente, di una pessima fama, dovuta alla sua instabilità mentale alla sua inclinazione alle risse e all’incapacità di sapersi gestire. Dopo l’ultima sparata, con Artest che prima fa scattare l’opzione per prolungare il suo rapporto con i Kings per il prossimo campionato e dopo due settimane era di nuovo a piantar grane dicendosi infelice della sua scelta e speranzoso di una cessione ad una contender, i fratelli Maloof, proprietari del club, devono averne avute le tasche piene.
Si spiega così la cessione, per ora ufficiosa ma confermata da più fonti, del “buon” Ron a Houston, dove ritroverà coach Adelman suo allenatore ai Kings ed uno di quelli con cui si è trovato meglio, in cambio di [b]Bobby Jackson[/b], titolare di un contratto in scadenza da 6 milioni di dollari, dei diritti su [b]Donte Greene[/b] e della [b]prima scelta 2009[/b] dei Rockets.
Un pò poco dal punto di vista tecnico, ma la cessione di Artest era ormai inevitabile per salvaguardare l’ambiente-Kings. In ogni caso il coaching staff di Sacramento sembra contento non solo di essersi liberato da Artest ma anche dell’arrivo di Greene, visto che l’ala proveniente da Syracuse, paragonato dai più ottimisti a Rashard Lewis, aveva destato grosse impressioni durante i provini predraft. Proprio a causa dell’inserimento di Greene nello scambio l’ufficialità non potrà arrivare prima del 14 Agosto, visto prima di tale data Greene non è elegibile per le trade.
Entusiastici i commenti di Tracy McGrady:[i]”Non posso essere più felice, se veramente questo scambio si realizzerà, otterrò quello che ho aspettato in questi 11 anni di carriera: migliorare il team. Io e Yao avevamo bisogno di un miglioramento dal punto di vista del talento per competere ai massimi livelli. Artest è un grandissimo difensore e per la sua completezza in attacco è uno degli avversari più difficili da marcare”[/i]
– Alla fine ce l’ha fatta. Luol Deng dopo un tira e molla lungo un anno intero ha ottenuto ciò che voleva. E’ infatti notizia di ieri che i Bulls e l’ala inglese di origini nigeriane avrebbe chiuso la trattativa ottenendo un contratto da 71 milioni di dollari spalmati in 6 anni che lo rendono a tutti gli effetti una [i]cornerstone[/i], una pietra angolare su cui i Bulls costruiranno la franchigia in futuro, peraltro la firma di Deng potrebbe avere anche ripercussioni a lungo termine nei rapporti di fiducia tra proprietà (ossia Jerry Reinsdorf ) ed il GM John Paxson, visto che Reinsdorf, stanto di questo lungo tira e molla, pare abbia chiuso in solitaria la trattativa, scavalcando, di fatto Paxon. Di contro sembra molto più complicata la situazione di Ben Gordon. GentleBen è nella stessa situazione contrattuale di Deng (restricted free agent) ma al momento i Bulls sono molto titubanti riguardo l’opportunità di elargirgli un contratto pesante, visto che si va facendo strada l’ipotesi di giocare con Kirk Hinrich da guardia accanto a Rose e Deng visto che l’ex Kansas non solo è già titolare di un contrattone da 9 milioni l’anno fino al 2012, ma soprattutto è uno dei protetti di Jerry Reinsdorf, che incidentalmente è il padrone della baracca. In questo caso la situazione ideale sembrerebbe quella di cedere Gordon attraverso una sign-and-trade, magari riuscendo a portare a casa qualche lungo decente. Gordon, peraltro avrebbe anche minacciato di usare il suo passaporto inglese per andare a monetizzare in Europa, seguendo le orme di Josh Childress, ma facendo sapere che la sua prima opzione sono i Bulls. In ogni caso un addio all’NBA di Gordon al momento appare improbabile.