Quello che inizierà il 9 agosto, potrebbe essere uno dei tornei Olimpici di bakset più incerto e appassionante degli ultimi anni, oppure potrebbe solo essere loccasione della redenzione per gli americani, intenzionati a riportare a casa loro dopo le frustanti e cocenti delusioni degli ultimi 6 anni di competizioni internazionali.
Equilibrio. Potrebbe essere questa la parola dordine. Tra le 12 squadre partecipanti infatti, sono tante le pretendenti al titolo. A partire dagli USA, favoriti dobbligo, sia per la voglia di riscatto che per il grande talento messo insieme (questa volta con un po più di criterio, anche se si poteva fare meglio), passando per gli argentini, i campioni olimpici in carica, fino a Spagna e Grecia, due potenze del basket europeo, che annovera anche la Germania di Dirk Nowitzki, raggiunto dal collega NBA Kaman.
Diamo quindi uno sguardo alle 12 squadre partecipanti al torneo olimpico, divise in due gironi: quello [b]A[/b] formato da [b]Argentina, Australia, Iran, Lituania, Russia e Croazia[/b], quello [b]B[/b] da [b]Angola, Cina, Spagna, USA, Germania e Grecia.[/b]
[b]Girone A[/b]
[b]Argentina[/b]
I campioni olimpici in carica, sono intenzionati a difendere con i denti il loro titolo, in quella che potrebbe essere lultima partecipazione internazionale di un gruppo fantastico che però sembra arrivato, appunto, allultimo atto.
Il quintetto dellArgentina è sicuramente tra i più forti (se non il più forte dopo quello di USA Team). Quattro quinti del quintetto è formato da giocatori NBA: Ginobili, reduce dalla sua miglior stagione nella Lega, Nocioni, Oberto e Luis Scola, il più forte lungo di scuola europea e al top della sua carriera. Il quinto, Pablo Prigioni, ha esperienza e leadership tali per poter condurre senza remore un gruppo esperto e pieno di talento, che però alle sue spalle ha poco e niente.
Il vero punto debole della squadra, è infatti la panchina, perché se è vero che Carlos Delfino può essere una grande aggiunta in uscita dal pino (a patto che capisca appieno il suo ruolo), è altrettanto vero che il resto del roster non sembra essere allaltezza della competizione, o almeno non per le ambizioni di medaglia dellArgentina. Antonio Porta, il back up di Prigioni, ha talento, ma non è mai riuscito a fare quel salto di qualità nel condurre la squadra e nel saper gestire i ritmi, mentre per quanto riguarda gli altri giocatori, si può tranquillamente parlare di onesti gregari e niente più.
[b]La stella[/b]
Emanuel Ginobili è, come detto, reduce dalla sua miglior stagione NBA, almeno per quanto riguarda i risultati personali. Eletto sesto uomo dellanno, Manu ha avuto una media di 20 punti a partita in meno di 30 minuti di impiego a serata. Peccato, per lui e per gli Spurs, che un infortunio alla caviglia ne abbia limitato in modo pesante lefficacia durante la finale di conference contro i Los Angeles Lakers. La sua presenza sembrava in dubbio, ma il giocatore, che sarà anche il portabandiera dellArgentina, non poteva e voleva rinunciare a quella che, verosimilmente , potrebbe essere la sua ultima Olimpiade. LArgentina è campione in carica, e Ginobili è intenzionato a confermare loro vinto ad Atene, e a diventare uno dei giocatori più titolati al mondo dellultimo decennio.
[b]Australia[/b]
Potrebbe essere la sorpresa del girone. La presenza di giocatori come Andrew Bogut, centro dei Milwaukee Bucks, David Andersen, fresco campione dEuropa con il CSKA Mosca ed ora passato al Barcellona e Matthew Nielsen, navigato attaccante protagonista da molti anni sui parquet europei, è garanzia di un reparto lunghi competitivo dal punto di vista tecnico e di presenza fisica (anche se forse non proprio da combattimento col coltello fra i denti).
La vera differenza, quel qualcosa in più per provare a passare il turno, potrebbe essere dato dagli esterni, a partire da C.J. Bruton, il giocatore più esperto di questa nazionale, colui che si prende le maggiori responsabilità. Hanno suscitato una buona impressione Whorthington e Mills, talentuoso tiratore che potrebbe aprire la scatola e permettere ai lunghi di avere più spazio per l1 contro 1.
Da rivedere la convivenza tra Bogut e Andersen, difficilmente proponibili insieme per evidenti lacune difensive, che però potrebbero essere coperte dalla zona. In attacco sono entrambi giocatori completi, che possono colpire da fuori o andare a giocare in post, dove tutti e due hanno soluzioni più di tocco che fisiche.
[b]La stella[/b]
Andrew Bogut, fresco di rinnovo di contratto plurimilionario (75 milioni di dollari per 6 anni), nellultima stagione NBA è cresciuto molto, sia atleticamente, che mentalmente. Ora Bogut è diventato un buon rimbalzista (quasi 10 di media), ed in attacco è migliorato molto nel cercare e tenere i contatti, difetto che nei primi anni NBA aveva limitato il suo impatto offensivo. Le mani sono da pianista, sia per tirare che per passare la palla. In una manifestazione Fiba non soffre dal punto di vista fisico, anzi i suoi 213 cm diventano un problema quasi insormontabile per molti lunghi. Può essere protagonista di una grande Olimpiade e portare la propria squadra ai quarti di finale, anche se non sembra il prototipo del trascinatore e del giocatore capace di soffrire.
[b]Iran[/b]
Ovviamente la Nazionale Iraniana è stata subito identificata come una delle due vittime sacrificali del girone A. Ma lIran, che è stata protagonista di una tournee preolimpica molto convincente, avrebbe sicuramente potuto fare una figura più che dignitosa se il suo miglior giocatore Dehadati non si fosse infortunato alla caviglia nellultima gara del Diamond Ball, un infortunio che se non lo escluderà addirittura dalla manifestazione, ne limiterà certamente lutilizzo e lefficacia.
Come detto, lIran si è ben comportato nelle varie amichevoli disputate, dimostrando a tutti di essere una nazionale ordinata, con ruoli ben precisi e soprattutto una squadra che non molla mai. Senza il suo centro sarà difficile che possa anche solo impensierire le altre squadre, ma certamente darà battaglia fino allultimo secondo dellultima partita.
[b]La stella[/b]
Hamed Ehadadi è un 2 e 18 con una buona mobilità, mani morbide ed anche una bella comprensione del gioco. Non scelto al draft, questo di ragazzo di 23 anni è stato condannato ad una sorta di anonimato a causa della sua militanza nella lega Iraniana, di certo non il campionato più scrutinato dagli addetti ai lavori, europei e americani. Questa Olimpiade sarebbe stata lopportunità per mettersi in mostra nel panorama internazionale, ma linfortunio alla caviglia potrebbe comprometterne, oltre che la partecipazione, anche lefficacia. Un peccato, perché il giocatore, se inserito in un contesto competitivo dove affinare le sue indubbie qualità, potrebbe fare bene, molto bene.
[b]Lituania[/b]
In quanto a talento offensivo la Nazionale Lituana potrebbe essere superata solo dagli Americani. La nazionale balcanica ha giocatori in grado di segnare da fuori, di creare dal palleggio, di essere pericolosi in entrata, insomma un arsenale offensivo infinito.
Per quale motivo allora la squadra dei Jasikevicius, dei Kaukenas, dei Lavrinovic, dei Siskauskas è quasi sempre vista con diffidenza e sospetto dagli analisti? Semplice, nessuno crede nella loro consistenza difensiva. Un problema quello della difesa, che la Lituania non sembra essere in grado di superare. La presenza di un casellante come Jasi non facilita certo le cose, ed anche sotto la musica non cambia, perché se è vero che i due gemelli Lavrinovic e Javtokas sono buoni stoppatori, non altrettanto si può dire della loro difesa in posto basso. Da questo punto di vista però, la bella stagione di Kristof alla Montepaschi Siena e i suoi miglioramenti difensivi non potranno che far bene ad una Nazionale che in attacco non è seconda a nessuna.
Le assenze di Macijauskas e Ilgauskas sono si pesanti, ma non certo fondamentali per una squadra dal roster lungo, che può contare anche sullesuberanza fisica di Kleiza, altro giocatore più interessato allattacco che alla difesa, ma che in una competizione come quella Olimpica può far pesare un atletismo di primo ordine e una fisicità che gli permettono di giocare anche da quattro senza soffrire troppo.
[b]La stella[/b]
Fino ad Atene 2004 i dubbi non si ponevano neppure: la stella era indubbiamente Sarunas Jasikevicius. Ma dopo la non felice esperienza in NBA (tre anni dove ha progressivamente giocato sempre meno), la leadership tecnica (quella mentale e spirituale non è mai stata in discussione), è stata messa in discussione da un paio di elementi, forse con meno talento puro, ma altrettanto efficaci sul campo. Kaukenas, ma soprattutto Siskauskas, in questi quattro anni sono cresciuti molto, maturando unesperienza ed una sicurezza nei loro mezzi che li ha portati ad essere decisivi in Italia (tutti e due), e in Europa (Siska). Ramunas, dopo la conquista dello scudetto con Treviso è andato al Panatinaikos, contribuendo in modo stratosferico alla conquista dellEurolega, successo bissato questanno ma al servizio di Ettore Messina e del CSKA. Kaukenas, che dopo la stagione che laveva visto incoronato come MVP delle finali, ha avuto unannata funestata da un brutto infortunio al ginocchio, ha recuperato in tempo record, riuscendo anche ad essere protagonista nella serie finale con Roma, ed arrivare pronto alle Olimpiadi che potrebbero vederlo grande protagonista. Non bisogna però dimenticare che questa Lituania è legata a doppio filo alle prestazioni di Jasi. Se lui sarà illuminante, e il suo apporto offensivo sarà tale da superare le sue deficienze difensive, la Lituania potrebbe togliersi delle soddisfazioni.
[b]Russia[/b]
Ad un anno di distanza dalla conquista del titolo Europeo, la squadra guidata da David Blatt è chiamata a dimostrare che quella vittoria non è stato un episodio isolato. La conquista di una medaglia è un obiettivo difficile, ma alla portata di Kirlineko e compagni, che però con ogni probabilità, dovranno fare a meno di Victor Khryapa, infortunatosi a pochi giorni dalle Olimpiadi. Una perdita che potrebbe pensare non poco alla Russia, visto anche il super Europeo disputato dal giocatore del CSKA, che con la sua ecletticità (è stato tra i miglior assit-man del torneo), e la sua duttilità, formava con Kiri una combinazione letale nei due ruoli di ala. Molto importante sarà anche vedere cosa potrà dare Savrasenko, fermo per buona parte della stagione per un infortunio.
Dove può arrivare la Russia?
Difficile dirlo, ma molto passera dalle mani degli esterni. Se Holden troverà continuità e sarà, soprattutto nei finali, quello che è stato allEuropeo, e se i suoi compagni di reparto sapranno tenere botta nei momenti di riposo del giocatore naturalizzato, allora la Russia può essere cliente scomodo, perché è atletica, ed ha gustato, solo un anno fa, il sapore della vittoria, e da sempre la fame vien mangiando.
[b]La stella[/b]
Dopo la conquista del titolo Europeo, Anderi Kirilenko è stato protagonista di un estate tormentata, specialmente nel rapporto con il suo coach in NBA, Jerry Sloan. AK47 era arrivato a dichiarare di voler rinunciare al suo principesco ingaggio pur di tornare in Europa, a giocare da protagonista, cosa che non può essere negli Utah Jazz, dove ci sono Williams e Boozer a rubargli la scena.
In Europa Kirilenko è un arma letale, perché volendo può marcare 5 tipologie di giocatori, dal play al centro, ha un atletismo sconfinato, braccia lunghe e doti di passatori eccezionali per un giocatore della sua altezza. I suoi miglioramenti al tiro non potranno che giovare alla sua Nazionale, a patto che i suoi compagni non lo lascino solo, perché, specialmente in attacco, Andrei non ha la capacità di caricarsi interamente la squadra sulle spalle, come ad esempio sa fare Nowitzki.
[b]Crozia[/b]
Ecco una squadra che potrebbe essere una delle sorprese del torneo. Strappato laccesso alle Olimpiadi nel Preolimpico, la Croazia si presenta a Pechino con un bel mix di giovani talentuosi e vecchi draghi del parquet.
La squadra guidata da Jasmin Ripesa è coperta in tutti i ruoli, e ha nel reparto esterni la sua forza. Planinic, Ukic, lo stesso Marko Tomas sono giocatori di taglia fisica importante, hanno talento e potrebbero mettere in difficoltà molti pariruolo, senza contare Marko Popovic, che ormai può essere considerato alla stregua di un veterano dei campi internazionali. Sotto canestro leterno mancino Prkacin e Sandro Nicevic sono le chiocce ideali per i vari Barac, Loncar e Markota (questultimo però alle prese con problemi fisici).
Non cè Kasun, unassenza non da poco per la Croazia, anche se il giocatore del Barcellona non è sempre stato un mostro di continuità, ma i suoi muscoli e il suo gioco in post basso sarebbero stati utili.
[b]La stella[/b]
Saremmo tentati di dire Planinic, giocatore che in Europa può essere unarma totale, perché è un esterno di due metri, che sa far canestro, passare la palla ed essere un fattore a rimbalzo. Ma cè un altro giocatore in rampa di lancio, ed è Roko Leni Ukic. Dopo la bella stagione con la Lottomatica Roma, sfociata con la finale contro Siena, Ukic ha fatto il salto verso lNBA, più precisamente ai Toronto Raptors che lo scelsero qualche anno addietro al draft, salvo lasciarlo maturare in Europa. Ukic ha, oltre ad un notevole talento con la palla in mano, anche una discreta faccia tosta, che non guasta mai su un campo di basket. Le sue incursioni in area possono far male, anche perché ad un altezza vicino ai 2 metri unisce un cambio di velocità notevole. Deve ancora migliorare molto nella gestione dei ritmi e nel leggere le difese avversarie, ma ha la fiducia di Ripesa, che oltre ad averlo allenato nellultima stagione, è il coach che lha lanciato a soli 16 anni. Potrebbe essere la sua consacrazione sul panorama internazionale, ed una bella spinta per iniziare nel migliore dei modi la sua avventura oltre oceano.
[b]Gruppo B[/b]
[b]Angola[/b]
In un girone che comprende Grecia, Spagna, Germania e soprattutto gli U.S.A, lAngola, assieme alla Cina, sembra destinata a far la parte della vittima sacrificale. Il talento atletico cè, ma mancano i cm e Kg per poter competere ad un livello così alto, inoltre non cè disciplina tattica e troppe volte i giocatori cercano di risolvere la partita da soli, con uno contro uno insistiti che espongono la squadra a sistematici contropiedi.
[b]La stella[/b]
Joaquim Gomes ha talento, ma è fondamentalmente unala piccola che gioca ala forte o addirittura centro per necessità. Certamente emergerà perché ha buoni numeri e fiuto per il canestro, ma contro le corazzate del girone avrà certamente vita difficile. Da seguire Olimpio Cipriano, atleta pazzesco, braccia lunghissime e grande velocità, che ha dimostrato di poter mettere punti a referto con continuità.
[img]http://tbn0.google.com/images?q=tbn:JQQTgh4IWh9zkM:http://static.blogo.it/downloadblog/BandieraCinese.jpg[/img]
[b]Cina[/b]
I padroni di casa anche questa volta dovranno fare miracoli per passare il turno. Da questo punto di vista il ritorno di Yao è molto importante, ma il centro dei Rockets non ha assolutamente recuperato dallinfortunio al piede che lha escluso dai playoff.
Ma il vero problema dei cinesi è la pressoché totale mancanza di esterni di qualità, giocatori in grado di servire con continuità il loro totem e soprattutto di prendere buone decisioni in attacco. Sun Yue, giocatore che i Los Angeles Lakers vorrebbero portare con loro, è un discreto talento, ma da solo non può bastare per completare un reparto esterni, dove il solo Liu Wei può considerarsi un giocatore esperto.
[b]La stella[/b]
Yao Ming è lambasciatore della Cina nel mondo, ma il suo impatto non potrà essere quello abituale. Yao, che ha accelerato i tempi di recupero dopo la frattura da stress al piede, è in evidente ritardo sul piano fisico, specialmente per quanto riguarda lesplosività, già di per se il suo punto debole. Ovviamente metterà insieme numeri importanti, ma bisognerà vedere in che modo e soprattutto in quali momenti della partita, visto che potrebbe arrivare ai minuti finali in debito di ossigeno ed energie, specialmente se Yi Jianlian non saprà salire di livello e alleggerirgli il carico in attacco.
[b]Germania[/b]
Le lacrime di Dirk Nowitzki sono il motivo per cui la Germania sarà una squadra pericolosa per tutte. In questi anni, il tedesco dei Dallas Mavericks ha mostrato un attaccamento alla maglia della sua nazione. In tempi dove, tra franchigie NBA reticenti a prestare i loro atleti stranieri (pagati profumatamente), star che magari hanno già vinto loro e preferiscono riposarsi dopo una lunga stagione NBA (specialmente se quelle stagioni incominciano a essere tante), alle manifestazioni internazionali le assenze illustre sono diventate quasi più importanti delle presenze effettive, il suo impegno (confortato dai risultati), non può passare inosservato.
Attenzione però, perché tutto questa introduzione, anche romantica se volete, potrebbe far scordare che la Germania è squadra vera, a maggior ragione con la presenza di Chris Kaman centro dei Los Angeles Clippers. Sul Caimano torneremo più nello specifico, quello che preme dire è che, la naturalizzazione di Kaman non solo ha portato un aggiunta importante di talento, ma ha di fatto reso la panchina della Germania, una delle più profonde, almeno per quanto riguarda il pacchetto dei lunghi. Se non gli si chiede di fare da spalla a Nowitzki infatti, i vari Femerling, Schulze e Jagla, diventano giocatori con un forte impatto sulle gare, più di quello che già hanno, giocatori in grado di dare energia, cm e anche tiro da fuori, sia con Schulze che con Jagla.
Per quanto riguarda gli esterni, la ormai lunga militanza insieme ha reso il reparto solido, magari con non in grado di grandi fiammate, ma affidabile e formato da giocatori esperti, come Roller, Greene, Garret e Hamman. La Germania dunque è una squadra a trazione anteriore, dove i lunghi (seppur atipici e dotati di straordinario talento come Dirk), sono la prima, la seconda e la terza opzione offensiva. Se saranno bravi a tenere i ritmi bassi e difendere bene il canestro, per i tedeschi il sogno di una medaglia potrebbe diventare sempre più reale.
[b]La stella[/b]
Non ci sogneremmo mai di non indicare in Nowitziki la stella assoluta della Germania. Ma del biondo da Wuzburg abbiamo già parlato in abbondanza e il suo valore è conosciuto. Soffermiamoci sulla novità tecnica, Kaman. Chris è reduce dalla sua miglior stagione, arrivata si in contumacia Brand, ma comunque significativa, nei numeri e nella percezione della sua nuova maturità. Kaman si sposa benissimo con le caratteristiche di Dirk: è un giocatore da post basso, dove ha buonissimi movimenti e tutte e due le mani per finire, ma sa anche colpire con un efficace tiro da 5 metri. Inoltre è un buon rimbalzista (eccellente in ottica Fiba), ed sa come stoppare e difendere il canestro.
Come detto arriva nel momento migliore della sua carriera, e non è detto che non si possa migliorare, magari con una bella medaglia al collo.
[b]Grecia[/b]
Guardando il roster della Grecia non si può non rimanere stupiti dal tasso di talento ed esperienza a disposizione di coach Yannakis. Papaloukas, Diamantidis, Spanoulis sono tra i migliori giocatori europei nei rispettivi ruoli, Zizis gioca come un veterano, anche se forse un anno di utilizzo diluito nel CSKA potrebbe avergli fatto perdere quantomeno il ritmo. Sotto le plance poi, il ritorno di Schortsianitis ha dato uniniezione di pericolosità offensiva (i suoi P&R smantellarono la difesa di Team U.S.A.), che aggiunta a quella di Fotsis e alla solidità ed esperienza di Bouroussis e Tsartsaris rende la Grecia completa in ogni ruolo, specialmente quando Diamantidis è schierato da ala piccola.
Lassenza di Papadopouls toglie un centro di peso, in grado di giocare in post basso per se e per i compagni, ma anche così, nella corsa alle medaglie, la Grecia è sicuramente una delle più accreditate.
[b]La stella[/b]
Teo Papaloukas può essere considerato mister Europa. Negli ultimi anni ha vinto tanto, con il suo club e con la nazionale. Il talento di Spanoulis è evidente, la sua ferocia agonistica anche. Ma il vero uomo ovunque di questa nazionale non può che essere Diamantidis. Tra i migliori difensori del mondo, Diamantidis può essere allo stesso tempo, un attaccante micidiale, perché sa chiudere nel traffico, sa tirare, sa giocare in post basso, e passa la palla alla grande. Stoppare insensato per ruolo e altezza, il Diamante sembra pronto a portare la Grecia oltre ogni ostacolo, e nel caso di un suo duello con Bryant ed LBJ, lo spettacolo sarà assicurato.
[b]Spagna[/b]
I campioni del mondo in carica, vice campioni europei, arrivano a questa olimpiade con forse la squadra più forte della sua storia. Il gruppo favoloso formato dai giocatori delle annate 80 e 81, ovvero: Pau Gasol, Lopez, Navarro, Calderon, Reyes, Rodrighez, sarà affiancato dai veterani Jimenez, Garbajosa, mentre dalle retrovie, giocatori come Fernandez e Marc Gasol sono pronti per imporsi anche in una manifestazione come lOlimpiadi. Senza dimenticare la meraviglia Rubio, che nei tornei in preparazione alla manifestazione Olimpica ha incantato.
La Spagna, dopo lesaltazione per il mondiale vinto e la frustrazione per lEuropeo perso in casa allultimo tiro, è pronta per cercare di concretizzare tutto il suo talento. Come detto, oltre al gruppo storico, ci sono tre giovani che scalpitano nelle retrovie. Fernandez è stato MVP dellUleb Cup, è un giocatore entusiasmante ed è pronto per andare ad aumentare il tanto giovane talento presente a Portland. E un atleta pazzesco, un grande ladro di palloni ed un attaccante completo.
La carriera di Gasol è stata invece più difficile. Cresciuto inevitabilmente allombra del fratello, e sfiduciato dalla cura Ivanovic, Marc ha dato una svolta alla sua carriera quando è andato via da Barcellona. In queste stagioni è cresciuto in modo esponenziale, rivelandosi uno dei lunghi più solidi e affidabili del continente, tanto, che dopo essere stato eletto MVP della stagione regolare in ACB, è arrivato il momento di sbarcare in america, sempre a Memphis, dove, scherzi del destino, è arrivato tramite la trade per portare suo fratello ai Lakers.
[b]La stella[/b]
Ok, Pau Gasol è certamente il giocatore più talentuoso di tutto il roster, ed anche il più forte. Ma tornando allinizio è tutto il gruppo 80-81 che è con ogni probabilità nel suo massimo splendore. Pau Gasol, appunto, dopo un paio di stagioni difficili, a metà anno è approdato ai Lakers, con i quali ha giocato una Finale NBA, pur perdendola. Calderon ha appena inchiostrato un contratto importante, sia dal punto di vista economico che tecnico, visto che adesso è indiscutibilmente il giocatore che ha le chiavi in mano di una squadra costruita per insidiare le prime forze ad est. Navarro è reduce dalla sua prima stagione in NBA, dopo la quale è tornato alla casa madre Barcellona. Ma nel suo anno nella Lega, Navarro ha dimostrato di poter competere in modo significativo, garantendo punti istantanei in pochi minuti e la solita dose di Bombe (non la tripla). Insomma un panorama confortante per Pepu Hernandez che può contare su una serie di soluzioni praticamente infinite.
[b]USA[/b]
Che dire. E difficile parlare della nazionale Americana. Tutto depone a suo favore. Gia Americani sono più tecnici, più grossi, più atletici, ed hanno, tra le loro fila, forse i due giocatori più forti del mondo, certamente il più forte e almeno 4 tra i primi 10. Però negli ultimi anni non hanno vinto. O meglio, non hanno vinto loro, lunica medaglia alla quale sono interessati. La presenza di un giocatore come Bryant sembra aver instillato nella mente di tutti (ma forse non negli avversari), la convinzione che questanno Team USA non possa fallire.
Il comitato presieduto da Colangelo senior ha messo insieme una squadra che sembra avere un capo e una coda. Manca forse un tiratore puro otre a Redd (Miller è stato tagliato), e un altro centro per coprire le spalle ad Howard, che poteva essere Chandler se in condizioni fisiche migliori. Coach Krzyzewski potrà contare su una quantità sconfinata di talento, visto che oltre a Bryant e James, ci sono anche Wade (che sembra essersi integrato bene), Anthony, Paul e Williams, oltre a Prince. Boozer, Bosh e al grande vecchio Kidd, il collante, colui che con la sua carriera e la sua leadership è lunico in grado, in caso di necessità, di alzare la voce anche contro delle super stelle.
USA è la favorita dobbligo, a patto che la sua difesa del P&R non sia nemmeno lontanamente parente da quella mostrata nelle ultime competizioni, e che riesca a correre il più possibile. Con il suo atletismo, USA Team è in grado infliggere parziali paurosi agli avversari, che oltre a veder dilatare il loro svantaggio in un paio di minuti, magari hanno dovuto assistere anche a 5 6 schiacciate in campo aperto.
[b]La stella[/b]
Lanno in cui il mondo si confrontò con Kobe Bryant. Forse un po apocalittico ma rende decisamente lidea. Effettivamente Kobe Bryant può essere larma più letale su un campo da basket, anche perché, dal momento in cui è arrivato, ha sempre dichiarato di voler giocare forte in difesa, essere lo stopper e far segnare i giovani leoni. Dunque non più solo il Bryant stellare nella fase offensiva, ma anche il Bryant, che alloccorrenza si può trasformare nel più duro ed efficace dei difensori. Black Mamba sembra essersi calato appieno nella parte del giocatore dedito alla squadra e alla difesa, ma tutto il mondo sa, che alla minima difficoltà il numero 24 tornerà ad essere quella macchina da canestri infermabile. Una bella polizza per gli USA, che sanno di non poter fallire.
[b]Stefano Manuto[/b]