Gli Stati Uniti raggiungono l’unico obiettivo ammesso e concesso: vincono l’oro.
Ma non è stata la solita partita senza storia con uno scarto oscillante tra i 20 ed i 30 punti (quello con cui gli americani avevano concluso tutte le partite fin qui disputate nel torneo olimpico), al contrario, la redenzione dei campioni a stelle e strisce è dovuta passare attraverso l'[b]inferno rosso[/b] di una Spagna che ha messo tutto quello che aveva, se non di più, in campo.
Una Spagna che è riuscita a rimanere a contatto fino alle battute finali del match, disputando una partita eccezionale su ambo i lati del campo, con un’energia che ha messo in difficoltà gli yankee soprattutto sotto i tabelloni (37 a 31 a favore degli spagnoli, 15 a 8 in quelli offensivi).
Per la prima volta dall’inizio del torneo, Team USA si è trovato a dover [b]lottare punto a punto fino alla fine[/b], a dover lottare su ogni pallone contro avversari che in quanto a voglia non erano assolutamente inferiori a nessuno.
In questa situazione, qualcuno vedeva già le ombre della partita con la Grecia apparire nuovamente… in questa situazione si è capito che tutto il percorso fatto fin qui dagli Stati Uniti, la creazione del gruppo, la necessità di rispettare gli avversari, di dover lottare per vincere, non era stato soltanto uno spot pubblicitario.
Nel [b]momento clou[/b] i veri campioni si sono prese le luci della ribalta: Rudy (22 punti in 18 minuti) ha mostrato il suo talento cristallino quando ha segnato 13 punti in 9 minuti riportando a contatto i suoi (aggiungendo una schiacciata ad una mano a difesa schierata sul finire della gara come biglietto da visita da mostrare a Portland, sua futura squadra), Kobe (20 punti e 6 assist) ha segnato punti importanti per continuare a scavare il solco, ha difeso forte prima su Rudy e poi su Navarro, ma colui che ha deciso il match è stato sicuramente un ritrovato Wade (27 punti) che ha letteralmente oscurato l’altro protagonista atteso da tutti: Lebron James.
Il 118 a 107 con cui si è conclusa la partita non è stato solo la fine di un incubo per gli USA, non è stata solo la dimostrazione che, comunque, il distacco è stato comunque ridotto tra i maestri e il resto del mondo, è stata soprattutto una bellissima partita, una gara che è uno spot perfetto per il basket, che ha riportato ad un livello alto un torneo nel complesso abbastanza mediocre.
Nella gara per il [b]terzo posto[/b], l’Argentina ha sconfitto 87 a 75 la Lituania, grazie alle ottime prestazioni di Scola (16 punti), Nocioni (14 punti e 8 rimbalzi) ma ,sopratutto, di un Delfino versione extralusso autore della doppia doppia da 20 punti e 10 carambole che ha permesso di colmare l’assenza della stella di Bahia Blanca: Manu Ginobili.
Per i lituani solamente due uomini in doppia cifra: Kaukenas (14) e Siskauskas (16) e in generale una prestazione sottotono della squadra che paga pesantemente la pessima serata al tiro di Jasikevicius (4/12 per lui e soli 9 punti).