Tante cose sono cambiate dallo scorso aprile, quando i Suns hanno dato filo da torcere a San Antonio, pur soccombendo comunque agli eterni rivali texani ed uscendo dai playoff al primo turno.
Cinque nuovi giocatori nel roster, quattro nuovi allenatori (tra cui il capo) in panchina.
Lo stile di gioco della squadra pare essere definitivamente cambiato, i giorni dei 100 e passa punti e dello shooting fest sembrano passati per sempre.
Matt Barnes si è aggiunto alle rotazioni come free agent, Goran Dragic e Robin Lopez potrebbero dare un reale contributo come rookies come non accadeva dai tempi di Stoudemire.
In panchina [b]Terry Porter[/b] ha promesso di far vedere una squadra più tosta, con una maggiore attenzione difensiva rispetto alle edizioni DAntoniane.
Daltro canto, cè da dire che i primi sette giocatori della rotazione sono gli stessi della scorsa stagione, compreso quattro che sono almeno alla soglia dei 32 anni (Raja Bell, Grant Hill, Steve Nash e Shaquille ONeal). Nonostante le dichiarazioni di ottimismo della dirigenza in molti a Phoenix sono certi di una stagione di basso profilo, forse la prima da anni (2003-04) senza playoffs.
[b]Il quintetto[/b]
[b]Steve Nash[/b] (G) Lunico dubbio sul canadese è ovviamente legato alla sua resistenza, quanto potrà riposare con un rookie (Dragic) come riserva in una Western Conference che si annuncia più agguerrita che mai? Questa è in realtà una domanda che a Phoenix si fanno da anni e in effetti questo progetto non si è mai realizzato perché Nash era semplicemente fortissimo e i vari candidati o erano prestati al ruolo e quindi inadatti (Eddie House o Barbosa) oppure giocavano in modo tremendo (vedi Banks ad esempio).
Lidea per questanno è quella di limitare Nash a 30 minuti a partita con il rookie Dragic a fare esperienza. Scartata lipotesi di prendere una point guard esperta (Tyronn Lue) si è puntato sullopzione esperienza-freschezza che dovrebbe anche sposarsi bene col gioco meno frenetico di Porter;
[b]Raja Bell[/b] (G); Anche se molti danno Leandro Barbosa come partente nello starting five, riteniamo invece che sia arrivato il momento di Bell. Se davvero (e sicuramente non potrà essere altrimenti) Porter e i suoi vogliono davvero dare unimpronta difensiva alla squadra non potranno esimersi dal far partire il miglior difensore del team in quintetto.
Del resto Bell aspetta questo momento da una vita e non assecondarlo ora potrebbe far diminuire il suo impatto mentale sulla gara. La stagione passata è stata costellata da infortuni, si è pero presentato al camp in grandissima forma.
[b]Grant Hill / Matt Barnes[/b] (F); Lo spot di ala piccola è quello dove ci sono maggiori dubbi su chi partirà in quintetto, non appare così scontato che sia Hill.
Iniziare con Barnes potrebbe portare diversi vantaggi: è sicuramente più dinamico, può dare una grossa mano a rimbalzo e darebbe lintensità giusta nei primi minuti della partita. E anche un buon tiratore da 3 cosa che può aprire il campo per Nash ed essere il terminale dei contropiedi così come lo era Marion. Fare partire Hill dalla panchina può inoltre dare un altro portatore di palla e unulteriore opzione offensiva quando Nash è in panchina.
Laltro lato della medaglia è leccessiva fallosità di Barnes che potrebbe farlo chiamare fuori dalla partita troppo presto. Inoltre, per Hill sarebbe meglio passare direttamente dal riscaldamento alla gara.
Lo stesso Grant ama ripetere che non è importante cosa succede allinizio, ma cosa succede alla fine. Questo adagio si può applicare sia per la singola partita, sia per la stagione nel suo complesso.
[b]Amarè Stoudemire[/b] (F) Come sempre la chiave di volta della squadra. E stato anche quello che negli anni passati ha più spesso criticato la mancanza di attenzione allaspetto difensivo del gioco, pur essendo parte del problema più che la soluzione. Adesso con laggiunta di Bill Cartwright come coach per i big men ha unulteriore opportunità di migliorare il suo gioco difensivo.
Con ONeal che giocherà come centro avrà lopportunità di ricoprire il suo ruolo naturale, così che la scusa di dovere difendere fuori ruolo non starà più in piedi. Uomo chiave.
[b]Shaquille ONeal[/b] (C) A Phoenix si chiedono se Shaq sta davvero facendo il conto alla rovescia per il suo ritiro come ha annunciato (730 giorni al ritiro ha dichiarato) oppure è ancora motivato per vincere.
Il suo intendimento di passare lestate in città per fare allenamento è rimasto una pura intenzione, tranne qualche rara apparizione. Del resto le innumerevoli attività collaterali, tra cui opera di beneficenza ad Orlando per aiutare i nuovi poveri causati dalla crisi immobiliare e lavversione per il clima torrido dellArizona hanno fatto si che lestate trascorresse senza che il moro della Louisiana si facesse troppo vedere in città. Del resto è anche vero che Shaq si è presentato in perfetto peso forma. Da verificare la voglia di fare.
[b]La panchina[/b]
[b]Boris Diaw[/b] e [b]Leandro Barbosa[/b] sono sicuramente quelli che possono dare limpatto maggiore uscendo dal pino. In cinque anni di NBA il francese è stato nominato Most Improved Player tre anni fa, mentre il brasiliano sesto uomo dellanno due anni fa. Questa stagione ci sono buone opportunità per entrambi. Per Barbosa se Dragic riesce a reggere il ruolo di vice Nash, si prospettano molti minuti accanto al canadese nel ruolo per lui più congeniale, quello di guardia dove potenzialmente può davvero fare sfracelli.
Diaw è la riserva naturale di Stoudemire, ma con la consapevolezza di dover spesso sostituire anche Shaq, per problemi di falli o per partite saltate. Boris è stato uno dei migliori Suns negli scorsi playoffs e questanno potrà sicuramente ritagliarsi spazi importanti. Da verificare per entrambi le attitudini difensive.
Il resto della truppa deve cercare di conquistarsi minutaggio, cosa che negli anni della gestione DAntoni non è riuscita, visto che Mike ha sempre dato grosso spazio a pochi (Barbosa e Diaw sostanzialmente). Questanno le opzioni principali sono [b]Dragic[/b] (che in effetti proprio rookie non è avendo esperienza di lega in Europa), [b]Barnes[/b] (che come detto potrebbe addirittura partire in quintetto) e [b]Lopez[/b] che sembra possa avere buone prospettive. Cè da dire che la stessa sensazione cera lanno scorso anche su [b]Alando Tucker[/b] che ha visto lintera stagione dalla panchina.
[b]Il giocatore chiave[/b]
Passano gli anni, ma il giocatore chiave per la franchigia rimane sempre lui: [b]Amarè Stoudemire[/b]. E chiaro che Nash, ONeal, Hill e compagnia sono tutti stelle capaci di brillare di luce propria, però ci sembra che Amarè sia ancora quello che possa spostare gli equilibri.
Se con Shaq che lo esonera dal giocare centro riesce a costruirsi anche una solida dimensione difensiva, giocando nel suo ruolo naturale di power forward, sarà lui luomo chiave della stagione.
[b]Il coach[/b]
[b]Terry Porter[/b] ha portato sicuramente delle novità rispetto a Mike DAntoni. Molto più presente negli allenamenti, anche nelle sedute singole è spesso lì a dare consigli ai giocatori. Oltre al capo allenatore è cambiato anche lintero staff.
[b]Alvin Gentry[/b] è uomo di esperienza con anni passati nella lega, [b]Bill Cartwright[/b] ha ormai fama di essere un ottimo istruttore e gli anelli vinti dimostrano che sa cosa va insegnando. [b]Dan Majerle[/b] funge da braccio esecutivo di Porter, ha passato lintera estate con Tucker e Strawberry (prima della cessione) lavorando duro sul campo. Sa bene dosare bastone e carota con i ragazzi.
Nonostante però lo stravolgimento del coaching staff i giocatori chiave sono gli stessi, perciò aspettarsi uno stravolgimento totale del modo di giocare è utopistico. Del resto con Nash che guida la barca e con Stoudemire e compagnia a tenere banco è chiaro che la squadra continuerà a giocare a ritmi elevati.
Del resto aver preso ONeal lo scorso anno e Dragic, Lopez e Barnes questa estate vuol dire aver portato maggiori alternative e soprattutto un po di compagnia a Bell unico vero difensore della compagnia fino allanno scorso. Con maggiore profondità della panchina si possono ipotizzare minutaggi più corti e quindi maggiore intensità su entrambi i lati del campo nei minuti in cui si gioca. Con sei o sette giocatori a disposizione mollare in difesa era permesso. Adesso probabilmente vorrà dire andarsi a riposare in panchina.
[b]Prospettive per la stagione[/b]
Considerando che lanno scorso con tutti i problemi connessi allinserimento di Shaq I Suns sono finiti secondi nella Pacific dietro ai Lakers per sole due partite, si potrebbe concludere che questa stagione li vede come sicuri protagonisti.
I Lakers si sono però rinforzati col ritorno di Bynum, Utah è sempre forte, New Orleans col fresco vincitore dellanello James Posey diventa temibilissima. Poi ci sono Houston che con linnesto di Artest completa un roster di per se già stellare, Dallas e Portland con tantissimo talento nei roster e San Antonio che zoppica sempre in regular season, ma che poi al momento che conta è sempre presente.
Con questo scenario arrivare meglio che quinti ad ovest sarebbe già un grandissimo risultato.
Kerr ascolta impassibile tutti gli scettici che danno già per certa una stagione fallimentare senza playoffs e non fa una piega. Dopo anni di aspettative e con le ultime stagioni in regresso (terzo turno, secondo turno e primo turno) comincia una stagione dove Phoenix potrebbe essere una sorpresa e la pressione sul team è finalmente calata.