[i] The future’s in the air, can feel it ev’rywhere, I’m blowin’ with the wind of change[/i] cantavano gli Scorpion ormai unera geologica fa, a proposito di cambiamenti un [i]pelino[/i] più significativi rispetto ad una squadra NBA.
Eppure a Dallas è da qualche mese che si respira unaria nuova e, come in molti non hanno mancato di far notare, migliore. Dalladdio di [b]Avery Johnson[/b], coach poco propenso alla mediazione che ha pagato per tutti due annate ben al di sotto delle aspettative allarrivo di [b]Rick Carlisle[/b] non è cambiato molto, il roster dei Mavs è sostanzialmente inalterato (se si eccettua il ritorno del figliol prodigo [b]Deagana Diop[/b], inchiostrato con tutta la mid level exception, che in soldoni fanno 31 milioni di dollari per 5 anni) ma le aspettative sono tornate enormi. Tutta colpa di Avery Johnson, su cui, molto poco elegantemente, si è espresso anche [b]Dirk Nowitzki[/b]: [i] Mi sono divertito con Avery, ma a volte penso che abbiamo parlato poco. Tutti sappiamo che Avery ha instaurato una piccola dittatura quì. Penso che questa lega sia ancora una lega dei giocatori, non un coach’ s league[/i] e non si fermano a questo le considerazioni di [i]Klasse Dirk[/i]: [i] Avery ha una volontà realmente forte, voleva controllare tutto quello che accadeva in campo e ci ha fatto fare molto gioco controllato, ci è mancata un po di spinta[/i]. Dichiarazioni molto poco cortesi verso il suo ex coach da parte del tedescone, tanto più se si pensa che provengono da uno dei principali accusati per le brutte prestazioni che sono costate due precoci eliminazioni dai playoffs. In ogni caso ora è tempo di ammirare i Maveriks targati Carlisle, sperando di non assistere più agli obbrobbri propinati da Johnson (non è che fosse privo di responsabilità, ovviamente) soprattutto dopo larrivo di Kidd (che visto comè stato gestito è sembrato molto un capriccio di Cuban e poco una richiesta di AJ). Cè curiosità di vedere quanto lex coach dei Pacers e dei Pistons sia in grado di assecondare gli istinti di un gruppo che vorrebbe carta bianca in attacco, visto che anche Carlisle è uno di quelli che della difesa e del control game ha fatto un credo di vita.
A margine, ma centra poco con il basket giocato, continua il [b]periodaccio[/b] di [b]Josh Howard[/b] che dopo la storia degli spinelli in off season e dopo la figuraccia fatta con la storia del party di compleanno durante i playoffs che ha rifiutato, a precisa richiesta di Johnson, di rimandare, ne ha combinata unaltra delle sue: a luglio infatti, prima di una partita di flag football di beneficenza, si è lasciato sfuggire, di fronte a qualche video amatore che [i]linno americano è una merda, non rispetto questa merda, sono nero[/i]. Apriti cielo, polemiche, scuse e tentativo di minimizzare da parte di Cuban, ma ormai la frittata era fatta ed infatti molti ne preconizzavano la cessione. A sorpresa (ma non troppo visto che veleggia comodo tra i 9 ed i 10 milioni di dollari lanno e trovarne uno bravo uguale non è operazione semplicissima) è ancora a Dallas, vedremo cosa ne tirerà fuori Carlisle.
[b]Il quintetto[/b]:
[u]Jason Kidd[/u]: Dopo una mezza stagione di rodaggio questo è il suo anno a Dallas. Si spera che non si debba più assistere al Kidd tiratore sugli scarichi visto lo scorso anno, certo è che se lo si vuole sfruttare al massimo si dovrà correre tanto e giocare tanti pick and roll, il materiale da sfruttare cè, anche se il miglior lungo, Nowitzki, è sicuramente il peggior giocatore di pick and roll del mazzo.
[u]Jason Terry[/u]: Anche se qua ci potrebbe essere Jerry Stackhouse, a dare una dimensione fisica più classica alla squadra ed a consentire a Terry di uscire dalla panchina a segnare punti quando i titolari rifiatano. In ogni caso cè grande curiosità per vedere come un giocatore molto lontano dagli istinti di Carlisle si inserisca nel suo sistema di gioco, dal canto suo Terry, migliorato anche in difesa in questi anni, è un elemento imprescindibile (per talento, apporto e contratto) di questi Mavs.
[u]Josh Howard[/u]: Come detto, è reduce da un anno dinferno tra rendimento in calo e vicende extrabasket che ne hanno annullato la spendibilità con il pubblico. Resta però una signora ala piccola, forse poco tiratore ma grande penetratore, capace di chiudere un movimento in mille modi diversi, ed ottimo difensore. Cè poi da considerare che Carlisle ha fatto rendere a dovere anche Artest, quindi di caratterini se ne intende
[u]Dirk Nowitzki:[/u] Come detto, a parte le dichiarazioni poco simpatiche su Johnson una volta che lex coach era a distanza di sicurezza, parliamo del miglior giocatore della squadra, del primo MVP della Lega non americano, di un giocatore il cui impatto non si misura solo con le cifre (peraltro di altissimo livello). Da un suo ritorno al giocatore che portò Dallas in finale 3 anni or sono (non a quello delle finali però) passa tanto se non tutto il futuro dei Mavs, almeno in ottica titolo.
[u]DeSagana Diop[/u]: Il ritorno del figliol prodigo. Torna a casa dopo essersi sciroppato mezzo campionato ai Nets ed aver dimostrato, con la sua assenza, quanto sia inaffidabile ed a tratti irritanti Dampier. La velocità di piedi e lentusiasmo potrebbe renderlo un bersaglio interessante per le letture dal pick and roll di Kidd, che lo scorso anno ha fatto sembrare un giocatore intelligente, per un paio di volte, non di più, anche Dampier.
[b]La panchina[/b]
Lunga, talentuosa, e varia la panchina dei Mavs darà soluzioni interessanti per cambiare linerzia della partita. [b] Keith McLeod[/b] verosimilmente cambierà Kidd, dando minuti di produzione offensiva e pochi danni in attacco. Il perdente del ballottaggio [b]Terry/ Stackhouse[/b] sarà chiamato a produrre tanti punti dalla panchina, mentre in ala piccola il veterano [b] Eddie Jones[/b] ed il tiratore [b]Devean George[/b] si spartiranno i minuti lasciati liberi da Howard. In più tra gli esterni ci sono anche [b] Antoine Wright [/b], che lo scorso anno a sorpresa riuscì a ritagliarsi qualche spazio nella rotazione, e lultimo arrivato [b]Gerald Green[/b] probabilmente allultima chiamata di una carriera che somiglia terribilmente a quella di [b] Harold Miner[/b]. Sotto riflettori puntati su [b]Brandon Bass[/b], alona da Luisiana State che lo scorso anno è stata la vera e propria sorpresa della stagione dei Mavs che in lui hanno trovato un lungo dinamico, forte fisicamente ed offensivamente rispettabile, a lui il compito di variare i quintetti Mavs in front line visto che è in grado di giocare sia da ala forte al posto di Nowitzki sia accanto al tedescone in un quintetto [i]leggero[/i]. Chiuderanno la panchina [b]Erick Dampier[/b], che avrà i suoi minuti per via del fisicone che porta in giro per il campo senza grosso costrutto e per i problemi di falli di Diop e [b]James Singleton[/b], reduce da infortuni a catena con qualche sporadica, e deludente, apparizione nel vecchio continente.
[b]Il giocatore chiave[/b]
Facile dire Dirk Nowitzki. In realtà per chi vi scrive il giocatore chiave di questi Mavs sarà [b]Jason Kidd[/b] o meglio lutilizzo che si farà del suo enorme talento. Di sicuro scene come quelle dello scorso anno con Kidd relegato al ruolo di tiratore sugli scarichi o spettatore dei ripetuti isolamenti di Nowitzki o Terry non dovrebbero ripetersi ed allora ecco che le sue letture, la sua difesa e soprattutto la sua leadership torneranno molto ultili ai Mavs.
[b]Il coach[/b]
Tutti immaginavano un attacco deciso per arrivare a DAntoni, in rotta con i Suns o a Brown, per giocare [i]in the right way[/i]. Nessuno immaginava che dal cilindro Cuban estraesse Rick Carlisle, coach per certi versi simile ad Avery Johnson, visto che è un coach che bada in primis alla difesa ed ama il gioco controllato a metà campo. La sfida per Carlisle sarà riuscire a trasmettere la sua durezza mentale e la sua idea di difesa a questo gruppo, magari concedendo qualcosa per ciò che concerne lattacco, permettendo a Kidd e Terry di correre ed a Nowitzki di seguire più listinto. Una bella sfida per un allenatore che sembrava un po fuori dal giro e che da un giorno allaltro si trova da disoccupato ad allenatore di una contender. Vedremo come ne verrà fuori.
[b]Prospettive per la stagione[/b]
Inutile negare che i Mavs puntano al titolo. E inevitabile quando si è la squadra governata dalla lucida follia di Marc Cuban, hai impianti allavanguardia, coccoli i tuoi giocatori fino a viziarli ed hai il terzo monte salari assoluto in NBA, in barba alla luxury tax. Per arrivare allagognato titolo (visto ad un tiro di schioppo tre anni or sono) Cuban, come al solito, ha scelto la via meno convenzionale: ha preso un coach che per credo e caratteristiche mal si sposa con il parco giocatori, non ha imbastito trade che avrebbero potuto cambiare il volto della squadra e sostanzialmente se nè stato buono in disparte a guardar gli altri lavorare, non esattamente un atteggiamento da Cuban, i dubbi sono tanti, ma magari è la volta buona..