I Raptors stanno entrando nel terzo anno della gestione Colangelo-Gherardini, l’asse dirigenziale che appena arrivata in Canada ha fatto sperare una [b]rapida e importante crescita nei risultati[/b]. Crescita ampiamente centrata il primo anno, ma bruscamente rallentata la scorsa stagione.
Questa stagione, per riprendere l’ascesa, la dirigenza ha cercato di dare una svolta e ha coraggiosamente cambiato quello che era uno dei primi acquisti fatti dalla nuova gestione, dimostrando di essere capaci di mettersi in discussione se i risultati non sono quelli auspicabili.
[b]Movimenti di mercato in entrata ed uscita[/b]
Dal mercato estivo, infatti, [b]è partito TJ Ford[/b], play che probabilmente ha pagato molto la sua predisposizione agli infortuni e il gioco che gli impone l’allenatore con un rendimento al di sotto degli standard che aveva ai Bucks. Al suo posto nel ruolo di PG potrà finalmente partire [b]titolare Josè Calderon[/b] reduce da una stagione superlativa sia in termini di cifre che in termini di efficacia nel gioco di squadra. Contrariamente a Ford, infatti, Josè è un play inteso nel senso più classico del termine, molto bravo a far girare la squadra e a mettere in ritmo i compagni e prendendo poche iniziative personali, al contrario di TJ che faceva del pick&roll con Bosh il gioco d’attacco principale.
Al posto di TJ [b]è arrivato Jermaine O’Neal[/b], centro di Indiana, anche lui reduce da parecchie stagioni travagliate da infortuni vari. La speranza di Colangelo e di tutti i tifosi è che un [b]cambio di franchigia sia rigenerante[/b] per JO e che magicamente i malanni possano scomparire con l’aria del Canada.
Il roster è stato poi ulteriormente alleggerito, con le [b]partenze di Nesterovic[/b], sempre ai Pacers nell’affare O’Neal, [b]Delfino e Garbajosa[/b], tornati in Europa con il secondo ormai ai ferri corti con la società e Dixon, rimpiazzato nel ruolo di play di riserva dal “romano” Roko Ukic.
Sono arrivati inoltre [b]Solomon e Jawai[/b]. Il primo è un play/guardia che sarà utile a completare il roster con un ruolo marginale, il secondo invece un lungo australiano (di origine aborigena per la verità) che ancora non può essere pronto per la NBA e che potrebbe andare a farsi le ossa in NBDL o stare all’ombra di Jermaine per imparare un po’ il mestiere.
[b]Quintetto[/b]
Il quintetto acquisisce sicuramente un lungo di grande spessore con O’Neal, che dovrebbe in teoria sbalzare Bargnani dai 5 che scendono in campo in pianta stabile. Il [b]Mago potrebbe ritagliarsi il ruolo di sesto uomo[/b] fisso, nonostante le aspettative di un paio di anni fa fossero diverse. Inoltre Mitchell a volte potrebbe anche optare per un [b]quintettone[/b], schierando [b]Bargnani da small forward con Bosh e O’Neal[/b] contemporaneamente. Prova che già era stata fatta lo scorso anno contro i Magic ai playoff con scarsi risultati, con l’italiano che soffriva troppo le ali veloci che prediligono giocare esterni.
[B]Josè Calderon[/b] – [I]PG[/I]: Può finalmente sentire tutto suo il ruolo di PG titolare, senza l’imgombrante ombra di TJ a richiedere minuti. E questa dovrebbe essere la [b]condizione ideale per lo spagnolo per rendere al meglio[/b]. Quanto Ford era infortunato, infatti, Calderon ha saputo caricarsi la squadra sulle spalle e ha dimostrato la sicurezza che il ruolo di regista impone, tenendo percentuali al tiro e un rapporto assist/palle perse da all-star. Se Toronto quest’anno avrà dei giochi che gli permetteranno di esprimersi al meglio, può essere la [b]sorpresa della stagione[/b], e potrebbe davvero puntare a essere tra i migliori play della lega.
[B]Jason Kapono[/b] – [I]SG[/I]: Lo scorso anno partiva spesso dalla panchina, ma quando aveva le sue chance le ha sempre sfruttate a dovere. [b]Da tre ovviamente è una macchina[/b], e con un play come Calderon bravo a mettere in ritmo i compagni, potrebbe davvero trovare la sua dimensione ideale partendo in quintetto. Tutto sommato anche in difesa si è vista gente peggiore di lui, e quando c’è da recuperare una partita ha già dimostrato di poter essere un cavallo su cui puntare.
[B]Anthony Parker[/b] – [I]SF[/I]: Parker è [B]uno dei leader silenziosi[/b] dei Raptors. Può giocare 2 ruoli, e giostrerà parecchio tra i ruoli di guardia e ala, soprattutto quando Mitchell deciderà di giocare con un quintetto alto. Come al solito gli si chiederà di fare il [b]difensore sull’esterno avversario più pericoloso[/b] e di punire sugli scarichi. Lo scorso anno dopo un inizio difficile dal punto di vista balistico, si è ripreso nella seconda parte della stagione, aumentando le sue percentuali. Anche lui, se riuscirà a sfruttare la capacità di Calderon di mettere in ritmo i tiratori, potrà disputare un’ottima stagione.
[B]Chris Bosh[/b] – [I]PF[/I]: Chris quest’anno sarà messo nelle condizioni migliori per rendere al meglio. Colangelo gli ha preso un lungo vero da mettergli accanto, che sebbene abbia una buona mano per giocare anche dal gomito, non ha paura di andar sotto canestro a fare a sportellate, lasciando il [b]gioco in post alto proprio a Bosh[/b], ultimamente parecchio indirizzato a sviluppare il gioco dai 5 metri. Un bel passo in avanti rispetto a Bargnani, troppo perimetrale per giocare con lui, o Nesterovic, troppo poco incisivo in attacco per non permettere di raddoppiare Chris nelle partenze dal gomito. Sicuramente Bosh non sarà stato contento della cessione del suo amico Ford, con cui aveva sviluppato un’ottima intesa. Ma si renderà presto conto che la sua partenza gioverà anche a lui, sia per la possibilità di giocare con O’Neal, sia perchè tutto sommato il gioco a due tra lui e Ford iniziava ad essere troppo prevedibile e nocivo pre la fluidità offensiva della squadra. Se vuole essere il [b]giocatore franchigia[/b] dovrà far vedere a tutti che può portare sulle spalle la squadra anche oltre il primo turno dei playoff.
[B]Jermaine O’Neal[/b] – [I]C[/I]: La domanda fondamentale è: [b]Quale JO si presenterà ai nastri di partenza quest’anno ?[/b] Un giocatore con ancora molti problemi fisici che farà fatica a giocare più della metà delle partite della Regular Season, o il vecchio jermaine ? Quello pieno di motivazioni che sà unire capacità tecniche a forza fisica ed agilità, e che quindi potrebbe essere [b]più che un fattore da lungo ad Est[/b]? Difficile dare una risposta, ma chi vi scrive pensa che buona parte degli infortuni delle passate stagioni di Jo erano anche amplificate dalla mancanza di motivazioni nel giocare in un team che ormai era nella sua parabola discendente. Certo, problemi reali ce ner erano, ma lo stimolo di entrare a far parte di una nuova squadra può fungere da [b]palliativo per i malanni[/b] che l’ex Pacer si porta dietro da tanto tempo. Se saprà soprassedere sui dolorini e scendere in campo motivato, Toronto ha trovato la coppia di lunghi più forte ad Est. E sarebbe già un gran bell’inizio.
[b]Panchina[/b]
Detto di Bargnani che potrebbe assumere lo status di sesto uomo e finalmente trovare una dimensione ben definita, senza quindi trovarsi un mese in quintetto e il mese dopo ai margini delle rotazioni, dalla panchina si può ancora alzare [b]Jamario Moon[/b], ala molto atletica che lo scorso anno fu la vera e propria rivelazione della squadra canadese. Sicuramente non sarà facile per Moon ripetersi sui livelli dello scorso anno, e soprattutto il coach deve entrare nell’ottica che Jamario può essere un ottimo innesto dalla panchina per non più di 15 minuti di energia. Richiedere di più a lui vorrebbe dire essere in grosse difficoltà. La [b]perdita di Delfino[/b] si farà sentire più del necessario, perchè [b]Solomon[/b] non è quel tipo di giocatore che come Carlos può ribaltare emozionalmente le partite con giocate di incoscienza. [b]Ukic avrà presumibilmente poco spazio[/b] da backup di Calderon, e gli altri giocatori sono marginali al progetto Raptors. Tutto sommato quindi, se non dovessero arrivare altri rinforzi, [b]l’efficacia della panchina sarà legata al rendimento del Mago[/b], e tutti noi ci auguriamo che questo possa essere l’anno buono per la sua attesa esplosione.
[b]La stella & il giocatore chiave[/b]
La stella della squadra è stata identificata in Bosh. Di lui si vuol fare il giocatore franchigia, anche per farlo sentire parte fondamentale del progetto e convincerlo a rimanere alla scadenza del contratto, il fatidico 2010. Il dubbio è che [b]Bosh non sia il giocatore migliore su cui puntare[/b] per fondare un progetto vincente. Si spiega quindi il motivo per cui il giocatore chiave non sarà lui ma O’Neal. E’ palese che la stagione dei dinosauri passerà per le prestazioni di Jermaine. [b]Con un JO in forma e dominante come può essere, la stagione dei Raptors è tutta in discesa.[/b]
[b]Il coach[/b]
Ahia, ecco la nota dolente. Questa sarà sicuramente [b]la stagione più importante della carriera[/b] di Sam Mitchell. Il coach ha due possibilità: fare bene e riacquistare la fiducia dell’ambiente e dell’intera lega, e consolidare la sua posizione di coach della franchigia del futuro, oppure rimanere nella mediocrità e bruciare definitivamente la visibilità acquisita due stagioni fa, quando prese i Toronto perdenti della stagione 2005-2006 e li rese squadra da playoff con un finale di stagione molto importante. Il dubbio è che con le scelte tecniche e tattiche dimostrate lo scorso anno, sia più facile che si avveri la seconda ipotesi piuttosto della prima, e la sensazione è che [b]solo con un cambio tecnico il progetto possa riprendere[/b] a viaggiare a vele spiegate come si auspicano i dirigenti canadesi.
[b]Gli obiettivi della stagione[/b]
Ovviamente l’obiettivo minimo sono i [b]playoff[/b], ma con l’acquisto di Jermaine una nuova uscita al primo turno sarebbe una delusione parecchio grossa. Il minimo per non ritenere negativa la stagione sarebbe il secondo turno, ma dimostrando di poter [b]essere in grado di arrivare in fondo ad Est[/b]. Solo raggiungendo un risultato di questo tipo Toronto potrà dimostrar a tutti che il progetto iniziato due anni fà è quello giusto. E due “italiani” orgogliosi come Colangelo e Gherardini non vorranno assolutamente dover accettare il fatto che il progetto vada al naufragio, e ultimo ma non meno importante, vorranno far notare a tutti che il 7 piedi italiano scelto al draft con la prima chiamata assoluta non è stato un errore di valutazione. Noi ci speriamo. Loro ci credono.