[b]Movimenti di mercato in entrata ed uscita[/b]
Erano due le priorità ad inizio estate: rifirmare Udrih e porre un termine perentorio alla telenovela Artest. In entrambi i casi è stato fatto un buon lavoro. Il play sloveno si è legato alla franchigia dei Maloof per altri quattro anni con un opzione per il quinto a favore del giocatore, mentre [b]Ron Ron è stato scambiato con Houston per BobbyJackson e il rookie Donte Green[/b], entrambi pezzi sensati allinterno del nuovo puzzle che Petrie sta costruendo. Bo-Jax è cavallo di ritorno, molto ben voluto dai tifosi e dallambiente tutto. Ha ancora quindici minuti di qualità da spendere ogni sera sul parquet, può favorire la crescita di Udrih e rende più consistente la rotazione dei piccoli.
Per capire che cosa sia effettivamente Donte Green, bisognerà aspettare un paio danni. E acerbo e forse non troppo conscio di esserlo, ma ha grandi istinti e talento debordante. La sensazione è che se smette di accontentarsi del tiro da fuori e accetta mentalmente la prospettiva di un paio danni dapprendistato, può diventare swingman di livello.
Al draft è stato scelto Jason Thompson, lungo educato con una fase difensiva tutta da sistemare.
Tra i movimenti in uscita, oltre alla partenza dei due free agent Anthony Johnson e Lorenzen Wright, [b]va registrato anche laddio al basket di Shareef Abdur-Rahim, dopo dodici anni di onorata carriera NBA[/b]. Entrerà nello staff tecnico dei Kings.
[b]Quintetto[/b]
A parte Kevin Martin nello spot di guardia non ci sono certezze su chi saranno i partenti, ed è plausibile pensare che ci saranno aggiustamenti in corsa. Udrih parte favorito come pointguard, perché Jackson storicamente ha più impatto uscendo dalla panchina. Salmons e Garcia si giocano il posto di ala piccola, con il primo leggermente favorito. Il centro dovrebbe essere Miller, valutando però la crescita di Hawes. In ala grande cè affollamento e tanta mediocrità. Al momento il titolare parrebbe Mikki Moore.
[b]Beno Udrih[/b] – PG: [b]Sacramento è la prima squadra che gli abbia dato fiducia e un ruolo di titolare stabile[/b]. Nel finale della passata stagione ha giocato a livelli davvero convincenti, meritandosi il nuovo contratto. E tiratore molto affidabile, sia dallarresto e tiro che sugli scarichi, può penetrare anche se non ha latletismo di altri ruolo per concludere in traffico. In difesa ci sono molti aspetti da migliorare, ma la presenza di Jackson come chioccia potrebbe stimolarne la crescita. Qualche dubbio sulla gestione della palla sotto pressione rimane.
[b]Kevin Martin[/b] – SG: E attualmente luomo franchigia di questi Kings. Le sue cifre sono in crescita costante da quando ha messo piede nella lega, specie alla voce punti messi a referto. La meccanica di tiro è agghiacciante ma è capace di segnare da qualsiasi posizione, e di farlo continuità. Va dentro, fa canestro in condizioni di equilibrio inesistente anche dopo il contatto e per il numero di canestri palloni che tocca ne perde pochissimi. Oltretutto [b]questanno sarà la prima (forse anche la seconda) opzione offensiva della squadra e sentirà tanti giochi chiamati per lui[/b], ergo è lecito aspettarsi che vada oltre i 25 comodi a sera. In difesa tende a riposarsi, nonostante abbia in faretra qualche rubata dautore.
[b]John Salmons[/b] – SF: Malgrado la crescita di Garcia dovrebbe essere lui il titolare nel ruolo, anche perché ha mostrato come sia più effettivo partendo in quintetto. [b]Senza Artest davanti ha la possibilità di diventare il giocatore barometro di questo giovane roster[/b]. E atleta completo e nel pieno della maturazione cestistica. In attacco non ti offende, oltre che non chiedere troppo al sistema. Dallaltra parte può rivelarsi jolly non indifferente, perché ha braccia lunghe e tocca tanti palloni. Laspetto che forse gli è sempre mancato da quando è in NBA è la continuità mentale per avere impatto costante sulle 82 partite. Lo staff tecnico si aspetta proprio che compia questo decisivo salto di qualità.
[b]Mikki Moore[/b] – PF: Daccordo, non è esattamente la vostra power forward dei sogni per cominciare una partita NBA, specie ad Ovest. Il problema è: chi se non lui? Kenny Thomas? Shelden Williams? Come detto, il reparto lunghi dei Kings è molto affollato e molto mediocre. E in questo senso, [b]Moore può rappresentare lelite della mediocrità, perché almeno sai sempre cosa aspettarti da lui[/b]. E chiaro che non è proponibile come soluzione sul lungo periodo per un progetto vincente, ma era stato firmato, a cifre tutto sommato ragionevoli, proprio per affrontare la fase di transizione senza grossi patemi danimo. Possibile che a fine anno a cominciare le partite sia qualcun altro, magari Thompson.
[b]Brad Miller[/b] – C: Viene da una stagione in cui si è riproposto su livelli accettabili, dopo un paio danni insufficienti. Centro atipico (ma forse è ormai più tipica latipicità), capace di punire col tiretto dalla media dopo il pick & pop, è anche ottimo passatore per il ruolo. In difesa è intimidatore abbondantemente sotto gli standard NBA e ha mobilità laterale scarsissima, oltre che non essere rimbalzista entusiasmante. Caratteristiche che rendono qualsiasi coppia di lunghi dei Kings molto vulnerabile contro le corazzate dellOvest. Discreta fiducia è posta nel suo backup Spencer Hawes, al secondo anno nella lega, che dovrebbe essere il centro titolare nei prossimi anni.
[b]Panchina[/b]
Non lunghissima nel reparto dietro, abbondante ma insufficiente per quanto riguarda la frontline. Jackson rimane un pointman di tutto rispetto come cambio, ma già in posizione di guardia Quincy Douby non sembra una garanzia (non ha la taglia per fare il due, ma non è un play). Per le rotazioni del backcourt è presumibile che Garcia cambi sia Martin che Salmons, mentre per Donte Green ci sarà tanta panchina a meno di grossi infortuni a qualche titolare. Posto che Miller è il titolare, Hawes si prende tutti i minuti che restano nella posizione di centro. [b]Per quanto riguarda lo spot di ala grande è un terno al lotto: Kenny Thomas era già praticamente fuori dalle rotazioni l’anno scorso, Shelden Williams deve ancora dimostrare di appartenere a questa lega, e Thompson pare acerbo[/b]. Suona male a dirla così, ma Moore rimane l’unica certezza nel ruolo.
[b]La stella & il giocatore chiave[/b]
Difficile considerarlo una stella in senso stretto, ma Martin è senza dubbio il go-to-guy di questi Kings. Quest’estate è entrata in essere l’estensione contrattuale da 55 milioni in cinque anni, lauta ma meritata. [b]Ci si aspetta una stagione che confermi la sua leadership all’interno di questo roster[/b].
Per quanto riguarda il giocatore chiave potrebbe essere Salmons, per l’impatto che può avere sui due lati del campo.
[b]Il coach[/b]
Theus ha convinto molti degli scettici che a inizio anno non lo consideravano un coach pronto per l’NBA. Ha vinto più del previsto in un Ovest ultra-competitivo e ha mostrato un buon gioco di squadra. Il roster, come detto, è piuttosto giovane e c’è tempo per costruire un progetto vincente sul medio-lungo periodo. [b]Theus potrebbe essere l’uomo giusto per questa fase di transizione, ma anche rivelarsi un coach da competizione per traguardi più importanti[/b].
[b]Gli obiettivi della stagione[/b]
L’obiettivo non può che essere quello di crescere insieme, far maturare i giovani e costruire una mentalità vincente per gli anni a venire. I playoffs rimangono sostanzialmente inavvicinabili.