[I]”Welcome to the Jungle! We got fun ‘n’ games!”[/i]. Questo cantavano nel 1987 i Guns n’ Roses. E fino all’anno scorso questo attacco poteva essere buono per descrivere lo spogliatoio dei New York Knicks. Da quest’anno, però, giurano nella grande mela, la musica è destinata a cambiare, e se il refrain è quello proposto da parecchie estati, questa potrebbe essere proprio la stagione della svolta.
[b]Movimenti di mercato in entrata ed uscita[/b]
Per capire come la musica potrebbe cambiare, basterebbe dire che [b]è cambiato il timone di guida della franchigia[/b]. Da Indiana Donnie Walsh è arrivato a sostituire Isaiah Thomas nella stanza dei bottoni. E questa è già una garanzia. Thomas, come già ampiamente scritto in precedenza, ha fatto a NY più danni della grande crisi economica del ’29, costringendo la famiglia Dolan a elargire fior di milioni di dollari per giocatori dall’ego enorme, dal talento acutissimo, ma dal cuore davvero limitato. Non sarà facile il compito di Walsh, chiamato a recuperare la situazione economico-tecnica dela franchigia, ma il primo passo, fondamentale, lo ha già fatto. Ha preso quello che forse era il [b]miglior allenatore giovane a disposizione: Mike D’Antoni[/b]. Sostanzialmente, dato che come detto il monte salari è qualcosa di difficilmente gestibile, il roster è rimasto quello dello scorso anno, con [b]l’aggiunta di Chris Duhon[/b], play da Chicago, che saprà dare ordine e ritmo ai compagni. Duhon non è proprio il tipo di giocatore che a NY sono abituati a veder arrivare in estate, ma questo è un altro segno che il vento sta cambiando e da ora in poi gli acquisti si faranno in ottica di utilità invece che per far scalpore.
[b]Quintetto[/b]
Provare a dire ora come potrebbe essere il quintetto di D’Antoni è un esercizio da veggente, e anche bravo. Per ora le uniche indicazioni ci arrivano dalle gare di preseason, che stanno mostrando un [b]Marbury stranamente concentrato[/b] e in ottime condizioni atletiche, un [b]Randolph dimagrito e definito, e un Curry che pare ormai il figlio illegittimo di Tractor Traylor[/b]. A Proposito di Traylor, una sua botta alla schiena del rookie di New York, Danilo Gallinari, ha portato non pochi problemi alla schiena dell’italiano, riacutizzando un dolore già presente. In questi giorni non si conoscono esattamente le condizioni fisiche del Gallo, ma lui stesso dice che sarebbe pronto entro le prime 5 gare di Regular Season a fare il suo esordio.
Proviamo allora a fare l’esercizio di mettere ordine a quelli che potrebbero essere i 5 titolari dei Knicks per la prossima stagione.
[B]Stephon Marbury[/b] – [I]PG[/I]: Il [b]miglior play della lega[/b], come lui ama autodefinirsi, è dato in gran spolvero. Fino a poche settimane fa sembrava non dovesse nemmeno fare la squadra, che trattasse un buyout con New York per potersi accasare a Miami e giocarsi lì le sue chance, poi Walsh lo ha dichiarato parte del roster e D’Antoni pare abbia deciso di dargli [b]un’altra chance[/b]. La mia idea, è che se Mike ha deciso di contare anche su di lui, lo farà partire in quintetto, sia perchè il suo talento è comunque di primo livello, e un Marbury concentrato come pare adesso può essere un play davvero che sposta, senza dover necessariamente prendersi 20 tiri a partita, sia perchè comunque farlo partire da starter permetterebbe di tenerlo buono caratterialmente. Uno Starbury che parte da un ruolo defilato potrebbe riuscire a star concentrato per poco, per cui meglio tenerlo buono e dargli il contentino, facendo fare a Duhon il suo cambio quando c’è bisogno di più ordine e di difesa. Male che vada, si rivaluta un contratto in scadenza a fine anno che potrebbe portare qualcosa di buono entro febbraio.
[B]Jamal Crawford[/b] – [I]SG[/I]: Lui al momento è la [b]vera garanzia[/b] di Mike. Il giocatore che l’anno scorso, in una stagione in cui ognuno pareva andare per conto proprio, ha mostrato di saper guidare la squadra e di avere una buona costanza di rendimento. Forse non è quel tipo di giocatore in grado di essere [b]la prima punta di una squadra che vuol puntare al titolo[/b], ma sicuramente in questi Knicks è quello che maggiormente ha meritato di far parte del progetto futuro, una parte fondamentale oltretutto. Aspettiamoci di vedere molti palloni per lui in questa stagione, perchè D’Antoni lo proverà per vedere quanto sarà affidabile in futuro.
[B]Danilo Gallinari[/b] – [I]SF[/I]: Inizialmente, sia a causa dell’infortunio, che per normale processo di inserimento di un rookie in squadra, [b]il titolare sarà Quentin Richardson[/b], lui pure da mettere in vetrina per provare a ttrovare acquirenti interessati ad accollarsene il contratto. Impresa ancora più ardua rispetto a Marbury, perchè al contrario di Steph, Q-Rich non è in scadenza e pare [b]regredito rispetto alle stagioni in maglia Suns[/b], dove è vero che aveva D’Antoni, capace di farlo rendere al meglio, ma i palloni che hanno permesso a Q-Rich di diventare un tiratore mortifero, glieli dava un canadese che ai Knicks non è arrivato. [b]Danilo saprà sicuramente dimostrarsi più utile[/b] di Richardson e se la schiena gli permetterà di giocare al suo meglio, sarà quel collante utile a fare tutto quello che è necessario per equilibrare la squadra, soprattutto se Marbury sarà in campo, garantendo difesa e richiedendo pochi tiri.
[B]David Lee[/b] – [I]PF[/I]: Vale più o meno il discorso fatto per Danilo. Lee è già entrato nei meccanismi di D’Antoni, e sebbene non sia dotato di grandissimo talento, è [b]in grado di dare rimbalzi ed energia nel ruolo di lungo[/b]. Con lui in campo ci si può anche permettere di avere un centro difensivamente poco efficace (eufemismo) come lo sono Curry e Randolph, per cui è sicuro che Lee giocherà parecchi minuti questa stagione.
[B]Zach Randolph[/b] – [I]C[/I]: Anche lui, come Marbury, è dato in condizioni fisiche smaglianti, e questo non può che far piacere ai tifosi di New York, in particolar modo a Spike Lee, che tanto ha festeggiato lo scorso anno la notizia dell’acquisizione di Zach. Se in forma, con la mano che si ritrova, e la capacità di giocare anche spalle a canestro, Randolph [b]può davvero essere il centro titolare dei Knicks[/b]. Soprattutto se riesce anche a correre come richiederebbe lo spirito di gioco di Mike. Intendiamoci, Zach non sarà mai un centro atletico, ma la necessità al momento non è quella di avere un nuovo Amarè da mettere a giocare sopra il ferro, semmai è quello di avere un centro che abbia tiro da poter aprire le difese e rendersi pericoloso in transizione arrivando a rimorchio, cosa che se in forma Randolph può tranquillamente fare.
[b]Panchina[/b]
La panchina pare l’ultimo dei problemi dei Knicks. La profondità qualitativa del roster fà si che [b]in ogni ruolo ci sia un cambio di spessore[/b] e in grado di giocare. Solo non ci devono essere prime donne che chiedono minuti a tutti i costi. [b]Duhon e Nate Robinson[/b] possono fare i cambi di Stephon e JC, con Duhon che eventualmente può fare da starter se D’Antoni riesce a far ragionare Marbury e a fargli capire che se esce dalla panchina stando buono per tutta la stagione, potrebbe essere davvero un’arma tattica fondamentale per i Knicks. Nel ruolo di ala piccola, poi, c’è da augurarsi che [b]Chandler[/b] continui la sua crescita, come dimostrato già in queste gare di prestagione. Un giocatore come lui, atletico e dalla mano morbida, potrebbe guadagnare molti minuti con Mike in panca, che potrebbe farne [b]una sorta di nuovo Marion[/b]. Per l’ala grande, nel caso si voglia abbassare il quintetto, l’ex play della Tracer Milano potrebbe schierare [b]Jared Jeffries[/b], che con le sue braccia lunghissime e la sua difesa arcigna, potrebbe essere un’addizione di tutto rispetto. L’unico dubbio, grosso (e grasso) come una casa, è quello che sulla carta dovrebbe essere il centro titolare. [b]Eddie Curry[/b] si è presentato al Training Camp in condizioni fisiche definite pietose, e pare che Mike e tutto lo staff dei Knicks non l’abbiano presa benissimo. Certo il massimo sarebbe riuscire a sbolognare l’ex centro di Chicago a qualche squadra bisognosa di gente di peso, ma diffcilmente se non si rimette in forma Curry potrà interessare a qualcuno.
[b]La stella & il giocatore chiave[/b]
Ci sono tante stelle in questa squadra, o almeno tante presunte tali. Ma su tutte Crawford è quella che si è guadagnato questo status, grazie alle sue prestazioni in una stagione disastrosa come la scorsa. Però a mio avviso colui il quale sarà il giocatore fondamentale per i Knicks sarà [b]David Lee[/b]. Se manterrà lo standard di prestazioni come le scorse stagioni sarà fondamenale per poter coprire le lacune del roster, sia nella fase difensiva che nel recupero dei palloni dati per persi. E anche [b]nello spogliatoio potrebbe essere l’uomo giusto per trascinare i Knicks verso la rifondazione[/b], basata sull’amore per la maglia e la voglia di dimostrar equalcosa al pubblico della Grande Mela.
[b]Il coach[/b]
Il coach è una garanzia. Ha dalla sua parecchi crediti da potersi giocare, data la sua carriera a Phoenix creata su un gioco piacevolissimo da vedere e anche decisamente efficace. Per lui gioca anche il fatto che non gli si chiede di vincere subito, e che ormai anche il pubblico newyorkese si è abituato all’idea di vedere una stagione di transizione, utile per poter valutare il roster e capire su chi poter puntare nelle prossime stagione. Mike ne approfitterà, e cercherà di fare quanti più esperimenti possibili e inquadrando quelli che sono gli elementi di fiducia.
[b]Gli obiettivi della stagione[/b]
[b]Ricostruzione, rifondazione, preparazione alle prossime stagioni[/b]. Gli obiettivi non possono che essere questi. Magari arriveranno anche i playoff, perchè nonostante quanto di negativo si possa dire sui Knicks, il talento individuale c’è, e se si dovessero oliare i meccanismi d squadra, in un Est con 4-5 squadre sopra le altre e 6-7 sostanzialmente di pari forza, tutto può succedere, ma se mai dovesse arrivare la postseason, sarebbe un plus, utile per far fare esperienza a giocatori come Gallinari e Chandler, che devono farsi le ossa per fare parte di una squadra dal futuro che tutti quanti vogliono brillante.