Ci eravamo lasciati a novembre 2008 con gli speroni in piena emergenza infortuni, obbligati ad affidarsi al solito immenso Tim Duncan (unica stella rimasta sana del trio all-star), alle prestazioni di un supporting cast ancora in gran parte da verificare e con il rischio di perdere troppo terreno in una costa ovest altamente competitiva.
Sono cambiate un po di cose da allora: innanzitutto i [b]rientri di Ginobili e Parker[/b] hanno senza dubbio restituito ai nero argento due pedine fondamentali ed imprescindibili per poter raggiungere i playoff, permettendo al 21 di tornare nella versione a marce medio-basse (che comunque significano doppia doppia di media con 20 + 10).
Il [b]francese[/b] ha ripreso subito da dove aveva lasciato, confermandosi come [b]top scorer[/b] della squadra, risolvendo alcune partite con la giocata decisiva (vedi doppio OT con i Grizzlies o il buzzer beater ai danni di Phila).
L[b]argentino[/b] ha avuto maggiori difficoltà a [b]ritrovare la forma migliore[/b] e il suo è stato un lento e graduale cammino; dopo le prime gare dal rientro le cifre erano tutt’altro che confortanti, e specialmente il tiro dalla lunga distanza, in passato arma affidabile, sembrava esser tornato altalenante.
Buona parte dei dubbi però andati via via scomparendo man mano che il nostro passava il tempo sul parquet. Il primo segnale della ripresa è arrivato da [b]Miami[/b]: 84-81 Spurs, palla recuperata da Wade che si invola verso il canestro contro Parker, sembra un film già visto Wade va dentro con la moto e scrive 2 invece dal nulla, compare il numero 20 nero argento che spedisce nelle mani di Mason il tentativo di lay-up di Flash La conferma più importante una settimana più tardi in casa contro i primi ad Ovest, i [b]Lakers[/b]: ne mette [b]27[/b], compreso il buzzer beater del terzo quarto con slalom ai danni di Ariza e tripla da 8 metri in faccia ad Odom è il messaggio definitivo di Manu: scusate il ritardo
A onor del vero, però, cè un giocatore che ha letteralmente rubato la scena al trio delle meraviglie per aver determinato la vittoria della propria squadra in due partite tiratissime come quelle contro Phoenix prima e Los Angeles (sponda lacustre): [b]Roger Mason[/b] ha infatti messo a segno in entrambe le gare la [b]giocata vincente[/b]: una tripla dallangolo sulla sirena per il sorpasso definitivo sul parquet dei Suns (92-93), un gioco da tre punti di pura astuzia contro i Lakers.
Due attimi, due fotogrammi differentied ecco che quello che era descritto da molti come il rincalzo per il mancato arrivo di Maggette si trasforma in un potenziale clutch player. Ma il ruolo di Mason non è solo questo, o meglio la altre importanti informazioni emergono da questa sua ottima stagione: Roger si è inserito perfettamente negli schemi di coach Popovic e lui sta ripagando la scelta del coach di utilizzarlo come starter, incasellando la sua migliore percentuale in carriera dalla lunga distanza (47,5%!) e mettendo insieme cifre importanti alla voce punti (12,2), assist (1,9) rimbalzi (3,3) ma soprattutto minuti (30,4).
Contributi importanti sono arrivati inoltre da Matt Bonner, alla sua migliore stagione in carriera con 8,2 punti e 4,5 rimbalzi in 22 minuti di utilizzo, da George Hill, 7,7 punti e 2,3 assist in 18 minuti e da Micheal Finley, autore di 10 punti di media sui 28 minuti di utilizzo.
Tra facce vecchi e nuove, gli Spurs mantengono comunque la loro capacità di tenere un andamento costante durante la regular season.
Attualmente sono secondi ad ovest con un record di 27 vinte e 13 perse intanto ci si avvicina sempre di più alla pausa per lAll Star Game, trascorso il quale i nostri ci hanno abituato ad un sensibile cambio di passo; quest anno, malgrado la buona posizione attuale, la corsa ai playoff sarà decisamente impegnativa tra qualche mese potrebbero arrivare i segnali giusti per decifrare in anticipo il futuro degli speroni, nel frattempo avanti col pilota automatico