Provare ad invertire la rotta dopo sette stagioni deludenti, prive di emozioni se non per il numero pirotecnico di scambi di mercato, in qualunque franchigia è impresa ambiziosa.
Se poi parliamo della squadra più discussa e chiacchierata della lega come i New York Knicks allora il discorso diventa ancora più compless.
La rivoluzione soft voluta, almeno nei termini, del nuovo plenipotenziario Donnie Walsh ha consentito ad i Knicks di lavorare con maggiore tranquillità e di intravedere qualche risultato già nel prossimo futuro.
Idee chiare quelle dellex Pacers che ha messo a segno il primo colpo puntando su coach Mike DAntoni strappandolo alla concorrenza agguerrita dei Bulls.
Una scelta filosoficamente in totale controtendenza con il passato, un allenatore molto rispettato ed amato dai giocatori sia per il modo schietto ed informale di comunicare sia per il gioco spumeggiante che diverte non solo gli spettatori, ma anche i protagonisti in campo.
Il roster presentava al via la solita, drammatica, realtà: un esercito di doppioni, un payroll ben oltre i 100 milioni, per non parlare dei problemi di Curry, Marbury oltre alla grottesca situazione di Jerome James il cui peso è imbarazzante quanto il suo onerosissimo contratto.
In una situazione del genere il compito di Walsh era, ed è tuttora, perlomeno disagevole ma lesperienza del native-newyorker Donnie sta facendo maturare qualche buon frutto.
Lopzione DAntoni ha garantito credibilità al settore tecnico ed un maggiore appeal nei confronti di potenziali obbiettivi, LeBron nel prossimo futuro ma anche giocatori di ottimo livello come Al Harrington arrivato a novembre alla corte di coach Mike.
La macchinosa, e complessa, trade con Clippers e Warriors ha infatti consentito ai Knicks di scaricare i contrattoni di Crawford e Zach Randolph, i cui recenti e sospetti infortuni hanno fatto tornare in primo piano la sua scarsa affidabilità.
E arrivata la parziale tegola del problema al cuore per Cuttino Mobley, il cui ritiro ha messo New York in palese difficoltà nella posizione di shooting guard, settore che lo staff tecnico ha cercato di ovviare con le soluzioni estemporanee di un triumvirato con Chandler-QRich e Robinson.
Una precarietà che ha reso ancora più alterno il risultato dal perimetro, dove i Knicks iniziano e finiscono la loro partita e dove si giocano le reali chances per vincere ogni contesa.
Sul campo i Knicks hanno mostrato cuore, energia e voglia di vincere insospettabili se solo si pensa alla tragicomica armata Brancaleone messa in mostra dalla lucida follia di Isiah Thomas.
Le prospettive per la stagione in corso fanno sembrare i Knicks la classica mina vagante, capace se in serata di abbattere qualunque ostacolo (vedi le vittorie con Celtics, Suns e Rockets), ma altrettanto in grado di esaltare persino franchigie in odore di tragedia come i Wizards.
La classifica al momento lascia aperte le possibilità di afferrare lultimo posto disponibile ad est per la postseason.
Bulls, Nets e Bucks (penalizzati dallinfortunio che già ha chiuso la stagione di Michael Redd) sono avversari insidiosi ma superabili.
Larrivo di Tim Thomas ed Harrington ha dato profondità e qualità alla panchina per la rotazione, che DAntoni prevedibilmente non vuole spostare oltre alla fatidica soglia degli 8 giocatori, ma anche arricchito in eccesso il numero delle ali con tanti punti potenziali nelle mani, non dimentichiamo QRich, Chandler ed anche Gallinari.
Il caso del Gallo è uno dei punti cardine della stagione blu arancio. Dei problemi della sua tormentata schiena i media newyorkesi hanno affollato le loro pagine condendole con spruzzate decisamente abbondanti di ironia e veleno.
Il ritorno in campo, a buoni livelli nonostante il minutaggio, dellex enfant prodige milanese ha tacitato un po lesigente stampa della Mela.
Il Gallo ha fatto intravedere tutto il suo tremendo potenziale costituito non solo di buone conclusioni perimetrali, ma anche di eccellente propensione al rimbalzo oltre ad una innata cattiveria agonistica, qualità necessaria per fare il salto di qualità in questa lega.
Restano i dubbi sulle condizioni della sua schiena che costringe DAntoni a dosarlo con il cauto bilancino da farmacista e ad evitare pericolosi back to back.
Il fatto è che con Danilo in campo i Knicks hanno un plus-minus piuttosto interessante, senza dimenticare le due stoppate gioiello contro Rose e soprattutto Shaq che hanno fatto sobbalzare più di un tifoso del Garden.
Laffetto sincero dimostrato dai compagni dopo i suoi primi vagiti da Pro ha chiarito che lo spogliatoio è davvero unito e lo spirito di questo gruppo, non dimentichiamolo assai giovane nei giocatori cardine, è pronto per dare battaglia.
Quando si tratta di lottare lemblema della franchigia è David Lee che sta fornendo cifre mostruose soprattutto dopo la cessione di Randolph ai Clippers.
Re assoluto della doppia doppia King David è amatissimo dal pubblico del Madison e, con Nate Robinson, si divide la palma del più gradito ai tifosi bluarancio.
Ladrenalina delle giocate di Robinson, attraverso il quale vediamo la versione più dantoniana dei Knicks, e la furia di un lottatore vero come Lee rappresentano la gioia per il pubblico, ma un enorme grattacapo per Donnie Walsh che dovrà occuparsi del loro rinnovo in estate.
Sia Robinson che Lee saranno restricted free agent quindi ogni offerta potrà essere pareggiata dal front office di New York. Il mistero resta fitto sulle intenzioni di Walsh, e di DAntoni, visto che inspiegabilmente Lee figurava spesso in possibili trade.
La scelta dei Knicks è quella, ormai arcinota, di portare al Garden Le Bron James, intenzione lodevole ma il monte salariale per il 2010 è più promettente ma non ancora perfetto per tramutare il sogno in realtà.
Rinnovare con Robinson e Lee potrebbe essere un rischio, oltremodo rischioso lasciare andare soprattutto Lee vera anima della squadra, ragazzo in grande ascesa e, mai dimenticarlo, emblema perfetto del guerriero che infiamma da sempre limmaginario dei tifosi bluarancio.
Le altre spine per il proprietario Jim Dolan, che finalmente ha messo in mano a persone affidabili la gestione dopo le sciagure della coppia Layden-Thomas, sono Marbury e Curry.
Per il folletto da Coney Island poco da dire sulla sua stucchevole ed interminabile telenovela.
Starbury vorrebbe partire, sponda Celtics, e lasciare le briciole per il buyout dei Knicks.
Ovvia e giustificata la risposta di NY che non vuole spendere un solo centesimo e, data limpossibilità di imbastire una trade, pagherà Marbury per non fare danni e per non rivederlo più con la maglia da gioco viste le bizze e le insubordinazioni dellex Suns.
Il caso Curry è assai più complesso, Eddy era designato a diventare il centro dominante della Eastern secondo il pensiero del profeta Isiah.
Di quel progetto resta purtroppo solo un ragazzo fragile ed insicuro i cui problemi sono stati acuiti dalla recente scomparsa della ex fidanzata,(madre tra laltro di suo figlio) uccisa misteriosamente a Chicago.
Senza dimenticare le due ginocchia arricchite di artrite cronica che non fanno sperare bene per il futuro, fatto che rende anche lex Bulls sostanzialmente non cedibile sino al 2011.
Meglio chiudere sorridendo con il formidabile Jerome James che, dopo aver dichiarato di essere pronto per far vedere che non stava rubando lo stipendio, ha pensato bene di fracassarsi il tendine di Achille. Infortunio che costringerà il celebre Sexy a rinviare i bellicosi propositi di rivincita, lasciandogli peraltro come piacevole consolazione il pingue stipendio di oltre 6 milioni di dollari sino a giugno 2010.