Si cambia aria in Tennessee: dopo un anno e mezzo da allenatore, coach Iavaroni è stato esonerato, rimpiazzato dal promettente Lionel Hollins, già allenatore degli “orsi” di Memphis nella lontana stagione 1999/00 e che ha iniziato col piede giusto Febbraio battendo Wizards e Rockets.
[b]Da tenere:[/b]
Come da preview, i Grizzles stanno vivendo una stagione di transizione senza nè alti nè particolari ribassi, accumulando esperienza, in futuro utile per dare prova della forza ancora in fase di sbocciatura, ma che dà già buoni segnali. Stiamo parlando dell’accoppiata Marc Gasol e OJ Mayo, entrambi rookie dall’enorme talento: il primo deciso a seguire le scie del fratello Pau, che sulla costa Ovest fa faville con la jersey losangelena, il secondo voglioso di diventare una vera star dell’NBA, mettendo in gioco ogni giorno tutta la sua abilità nel tiro e nei layup forte di un fisico decisamente consono al ruolo ricoperto.
A fare “da maestro”, c’è poi un certo Rudy Gay, una fantastica punta che se piazzata di fianco a Mayo potrà seriamente ambire molto in alto, lasciando alle spalle due anni duri in cui molto si era discussa e messa in dubbio la sua leadership, concentrandosi invece maggiormente in campo dove il pubblico vuole sempre il meglio dai propri beniamini.
Questo trio così stellare però resta da rivedere ancora su diversi aspetti: Gasol soffre troppo nel pitturato contro molti centri della lega e troppo spesso concede evitabili rimbalzi offensivi con relative 2nd chance opportunities; Mayo pecca un po’ troppe volte di egoismo con risultati non sempre positivi. Positive sono invece le sue cifre,19.6 punti – 4 rimbalzi – 3 assists, che lo mettono in competizione con il suo pari ruolo Derrick Rose, anch’egli favorito per alzare al cielo il “Rookie of the year” in Aprile. Gay infine ha ancora molto da lavorare in difesa, dove il ruolo di ala piccola lo mette di fronte a campioni del calibro di Lebron James, Vince Carter, Paul Pierce anche se il prodotto di UConn può rispondere colpo su colpo in fase offensiva dove rispetto al primo anno ha quasi raddoppiato il proprio fatturato.
[b]Da rivedere:[/b]
Lo spot playmaker è sicuramente tra i meno produttivi nell’intera lega: Kyle Lowry, ora fuori per distorsione alla caviglia, ha sempre dimostrato di essere inadeguato come starter, ma Mike Conley, evidentemente, non piaceva a Iavaroni che lo ha quasi sempre preferito come backup: Hollins, viceversa, l’ha riportato tra gli starter, ottenendo fino ad ora solide performance (tra le tante 10 punti, 9 rimbalzi e 7 assits vs Houston) che Lowry, al di fuori di qualche sprazzo qua e là, non era mai riuscito a dare in tale misura.
Non variata invece la presa di posizione su Darrell Arthur, che resta in quintetto seppur buona parte della gara il rookie #00 debba guardasela dalla panca, sostituito dall’esplosivo Hakim Warrick pedina fondamentale sotto i tabelloni per acchiappare quello che al centro spagnolo sfugge di mano.
Poco altro si aggiunge alla rosa dei Grizzles, Darko Milicic è chiamato subito a dare risposte concrete se vuole il rinnovo di contratto e resta poi il caso Darius Miles che ha vestito più casacche prima di arrivare a Memphis, passando anche per Boston e Cavaliers senza però mai trovare gran spazio anche grazie alla sua testa calda.
[b]What’s next:[/b]
Il calendario offre buone possibilità per incrementare la casella delle vittorie, sulla carta abbordabili,anche se, dopo la vittoria contro i Rockets anche le grandi dovranno stare ben attente a non sottovalutare questa piccola ma dolorosa mina vagante, che al momento vive dei picchi di Gay e Mayo.
Ampliando gli sguardi ad un futuro più lungo, la prima tappa è il prossimo draft, dove un’altra buona pescata favorirà ulteriormente i ragazzi di Hollins, pronti, nel giro di due anni, a tornare in zona playoffs e perchè no, ambire a qualcosa di più dello strepitoso primo turno trainati da Pau Gasol: certo è che da quei tre lì non sai proprio mai cosa aspettarti….pay attention!