Nelle società di capitali gli amministratori hanno precisi obblighi da adempiere quando ricorrono certe condizioni economico-patrimoniali. L’avventura della serie A è come una sontuosa cena apparecchiata su un tavolo a 4 gambe: il sottoscritto con le proprie risorse, i tifosi con la loro presenza al Palazzo (biglietti ed abbonamenti), le istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione) e gli operatori economici (imprenditori e commercianti).
Quest’anno due gambe si sono dimezzate:
1) quella delle istituzioni (da un lato la Regione latita da oltre 5 mesi e dall’altro lato le promesse sul “sicuro” intervento dell’ACEA sono sfumate nel più sordo dei silenzi).
Risultato: – 850.000 euro;
2) quella degli operatori economici (ad eccezione della Solsonica pre-contrattualizzata e della CA.RI.RI., la congiuntura economica ed un po’ di carenza di orgoglio cittadino hanno fatto dileguare quasi tutti gli sponsor minori e gli inserzionisti di pubblicità all’interno del Palazzo).
Risultato: – 500.000 euro.
Delle altre due:
3) quella dei tifosi ha sostanzialmente tenuto assorbendo gli inevitabili aumenti con grande sacrificio ma confermando la loro straordinaria passione. Il PalaSojourner ha registrato una riduzione nel totale delle presenze solo per effetto della rinuncia dei “modaioli”, nucleo riempitivo ma palesemente inaffidabile nei momenti più critici.
Risultato: – 100.000 euro;
4) quella del sottoscritto ha straripato rispetto al proprio impegno versando, nell’arco di undici mesi, nelle casse della Società (come documentato dalle contabili bancarie) la somma 1.580.000 euro, oltre al frequente pagamento diretto dei conti alberghieri delle trasferte e degli atleti a Rieti (Green permanentemente al Quattro Stagioni e tutti quei giocatori rimasti in attesa del reperimento di un alloggio definitivo) ed oltre a varie altre erogazioni in circostanze di particolare urgenza.
Risultato: + 1.700.000 euro.
A questa situazione si é aggiunta la perdita di circa 250.000 euro per la differenza di cambio euro/dollaro determinata dal fatto che i contratti con i giocatori statunitensi sono stati stipulati, come normale, a luglio 2008 (con il dollaro a quota 1,60) mentre i pagamenti sono stati effettuati, come logico a seguito delle loro prestazioni, da ottobre 2008 in poi (con il dollaro a quota 1,25/1,20).
Dal saldo algebrico che ne deriva si può constatare che la posizione debitoria della Società (prodotta, sia chiaro una volta per tutte, dalla insufficienza delle entrate nel susseguirsi di questi ultimi tre anni) si è ulteriormente aggravata e le conseguenze sul bilancio hanno ormai assunto una dimensione tale da rendere obbligatorio, per qualunque amministratore, l’avvio di procedure dolorose ma non più procrastinabili.
Occorre tener presente che il budget della Seba è il più basso (circa 3 milioni e mezzo di euro) rispetto a tutti quelli dei club di serie A e la polemica sui presunti sprechi è speciosa e diretta ad additarmi come capro espiatorio della grave situazione in atto. Sono pronto a dimostrare l’oculatezza della gestione in ogni particolare, attraverso una puntuale informativa sui costi, motivandone l’adozione e dissolvendo il qualunquismo di chi non sa di cosa sta parlando e continua sulla strada della gratuita e sterile maldicenza.
La vicenda di Patricio Prato mi ha profondamente amareggiato innanzitutto sul piano umano ed ho tanti e tanti motivi per affermarlo con totale delusione. Riguardo poi all’immediato futuro, sotto il profilo agonistico, le conseguenze sono intuibili e le difficoltà si inaspriscono. Occorre non perdere la lucidità e decidere per il meglio.
Il Consiglio di Amministrazione di lunedì sera dovrà ponderare serenamente e responsabilmente le iniziative da adottare ed io, mio fratello e mia figlia (tre dei nove membri del CdA), esprimeremo un solo unico voto, per liberare il più possibile gli altri consiglieri dal condizionamento del nostro pressoché totale coinvolgimento economico-finanziario.
Spero che questa mia nota posa essere stata esauriente sul piano della corretta conoscenza delle problematiche gestionali. Sul piano invece della dedizione personale, l’amore per i colori amaranto-celesti della mia città è un patrimonio presidiato dalla mia coscienza e solo chi mi conosce davvero ne è consapevole. Saranno forse pochi perché pochi hanno saputo leggere dentro di me la lealtà di tante cose che non ho mai voluto dire e che, per questo motivo, ho pagato personalmente a caro prezzo, incassando da diversi tifosi invettive e velenose illazioni, tanto ingiuste quanto dolorose. La mia è stata una scelta morale e le critiche dei miei detrattori sono comprensibili e non li rende colpevoli di avermi offeso e persino insultato. Perciò non nutro alcun rancore ed ho sempre saputo che un giorno la memoria collettiva di tanti successi e di tante gioie sarebbe svanita. Ma non per questo, smetterò di impegnarmi con tutto me stesso fino all’ultima e più remota possibilità di continuare a far sventolare le nostre bandiere, da panciuto Presidente o da grasso Curvaiolo, proprio come quando a 14 anni (e 110 chili in meno) mi innamorai perdutamente della Seba.
Cordialmente.
Gaetano Papalia