Non erano partiti assolutamente bene i Mavericks a inizio stagione e il lavoro fatto nel resto della Regular Season è sicuramente meno di quanto a Ottobre ci si aspettasse.
Risultato? [b]Ottavi a Ovest[/b] e con il timore di essere superati in extremis (mancano poco meno di 20 gare) dai Suns di coach Gentry, anche se le partite di distacco restano pur sempre 5.
Il segnale più evidente di una stagione piuttosto deludente è certamente [b]l’ala tedesca Dirk Nowitzki, meno incisivo[/b] nelle partite che contano, in particolare il suo tipico fade-away meno mortifero di quanto visto nei passati anni. E’ pur vero, però, che Wunder Dirk è stato l’unico capace di far riempire l’American Airlanes Center, anche se i fan lo accusano sempre più spesso di non essere un vincente e di risentire ancora di quei liberi sbagliati nelle Finals 2006 vs Miami, dell’eliminazione contro i Warriors dopo l’MVP, arrivando addirittura a suppore trade fantasiose. Che qualcosa non giri più a Dallas è ormai chiaro da tempo, il problema sorge quando ci si chiede cosa ridare ai Mavericks per farli tornare competitivi quanto meno per una Finale di Conference.
Al termine della partita contro i Suns, il nuovo coach Carlise, che ha assistito, per la prima volta dopo oltre un mese, ad una vittoria fuori dalle mura amiche dei suoi ragazzi, sembra però fiducioso:[i] Non possiamo commettere errori, stiamo cercando di risalire. Non vogliamo accontentarci di entrare nei playoff. Vogliamo guadagnare posizioni.[/i]
La gara contro Shaq&co., essendo scontro diretto, sembra essere riuscita a smentire le continue voci e far uscire dalla mediocrità la squadra: in primis, la vittoria dà maggiori sicurezze per una piazza in ottica PO, in secondo luogo Dirk ha inanellato un altro trentello portandosi a spasso Barnes e segnandogli in faccia ben 23 punti nel secondo tempo, ed infine [b]le due W filate danno carica visto un fine settimana piuttosto complesso in cui i texani dovranno affrontare il caldissimo Rose Garden dei Blazers (reduci da una larga vittoria contro i Lakers) e Domenica gli stessi losangelini guidati dal #24.[/b]
Le due gare saranno molto delicate perchè a questo punto della stagione, ogni sconfitta paga caro nella West Coast: la mancanza di un vero centro però, visto il Dampier di quest’anno, di certo lascia scoperto il pitturato, dove il solo #41 può far ben poco; la situazione è complessa è di certo l’altro pari ruolo Collins, ex Bobcats, non può colmare il vuoto. Phrysbilla e Gasol dunque avranno luogo di banchettare in lungo e in largo, aggiungendoci poi anche Dr Roy e Mr Bryant le difficoltà di strappare almeno una doppia-vu aumentano vertiginosamente.
[b]Ulteriori risposte dunque urgeranno dal settore esterni[/b], privato di [b]Josh Howard(caviglia)[/b] ma dotato di esplosività grazie al piccolo [b]Jose Barea[/b], che, seppur in modo discontinuo (e questo è un suo grande limite), riesce con gran classe e naturalezza a sfrecciare tra le difese e insaccare canestri dopo canestri. A colmare questa pochezza negli spot 1-2, [b]parte dalla panchina l’ottimo Jason Terry[/b], l’unico capace di far dimenticare, almeno in parte, la cessione di Harris dando tanti punti alla cuasa (20 di media a serata) e lasciando a [b]Jason Kidd[/b] il ruolo di regista e assist-man quando la palla scotta e quando qualche annetto in più di esperienza fa solo che bene.
A completare la rosa, [b]Brandon Bass[/b] che probabilmente vedremo sempre più spesso sotto il tabellone a dare fisicità nelle retrovie visto l’addio di Diop a Dicembre, [b]Antoine Wright[/b], tradato a metà Febbraio dai Nets, dotato di grandi potenzialità dall’arco e capace quindi di punire sugli scarichi, anche se ben lontano dal [b]Jerry Stackouse[/b] (fuori anch’esso per infortunio) di qualche anno fa, ed infine [b]James Singleton[/b], che, a parte pochi acuti, tra cui spiccano i 16 rimbalzi complessivi raccolti a Gennaio contro i Raptors, rimane un backup di poca consistenza, molto probabilmente merce di scambio [b]nella prossima estate, quando la dirigenza andrà a caccia, o così si spera, di un centro titolare e di un ala piccola capaci di ridare compatezza al gruppo[/b] e aiutare il fuoriclasse tedesco nella conquista di qualcosa in più di un semplice MVP.
Rimangono le parole di Jason Kidd pronunciate dopo la dura sconfitta rimediata (88-104) contro gli Hornets meno di una settimana fa: [i]”il nostro problema è che non difendiamo. Ci accontentiamo di difendere bene per i primi minuti e poi smettiamo. In attacco non cè un problema perché siamo tra le squadre con più bocche da fuoco della lega, il problema è in difesa, noi abbiamo bisogno di gente che voglia difendere davvero.”[/i]
Le speranze di passare il primo turno da ottavi e quindi afrrontare i ragazzi di Jackson sono infime: [b]rimane dunque la chance di giocare al meglio i 18 match mancanti e solo allora tirare le somme.[/b] Certo è che a Dallas quel 4-2 non è stato ancora digerito e un’altra eliminazione precoce potrebbe addirittura scatenare una rifondazione…