E’ naturale che, dopo un cammino del genere ([b]59-16 il record stagionale[/b]), i gialloviola accusino di stanchezza fisico-mentale, stanchezza oltretutto maggiore vista la situazione della rosa, costretta in pratica a ridursi a 6/7 giocatori sui 12 effettivi a disposizone. Se l’ultima volta, infatti, c’eravamo lasciati con piccoli problemi della second unit trascurabili e raramente decisivi , ora [b]il quadro generale che la panchina lacustre offre è piuttosto grigio con backup incapaci di tenere il campo e far riposare lo starting five, che in vista dei PO ne avrebbe forte necessità.[/b]
Analizzando dunque il roster, due in particolar modo sono i ragazzi che più hanno deluso le grandi aspettative che il pubblico di LA serbava in loro: [b]Jordan Farmar e Sasha Vujacic[/b].
Il primo, aveva dato ottimi segnali per il futuro già lo scorso anno ed ora ci si aspettava una sua evoluzione nel gioco, in particolar modo in difesa dove l’ex UCLA ha sempre concesso troppo: il risultato della fiducia offertagli però è stata una regressione, dimostrando che in squadre di tale livello la regia del gioco non può essere per ora affidata a lui.
Riguardo Sasha, il serbo è sempre stato pagato per mettere dentro tiri pesanti, ad agosto aveva rilasciato un’intervista dicendo di volere a tutti i costi la rivincita sui Celtics, ma già a dicembre si era capito che il feeling con il canestro era e resta tutt’ora peggiorato: è pur vero che acuti (come nell’ultimo match a Milwaukee, dove a chiuso con il 100% dal campo) sono serviti come il pane ai compagni, ma senza la continuità di risultati e visto anche lo stipendio elevato rinnovato la scorsa estate, il ragazzo è chiamato a dare risposte concrete durante la postseason o altrimenti a fare le valigie e trovarsi una nuova casa.
Cercando una motivazione plausibile a questo calo generalizzato ormai così evidente, [b]bisogna tirare in ballo Andrew Bynum, che con il suo infortunio ha costretto coach Phil Jackson a schierare in quintetto Lamar Odom[/b], che fino al 31 gennaio aveva svolto a pieni voti il compito da sesto uomo: la panca ha così perso un pezzo importante come lo era il #7, mettendo in luce tutte le problematiche del caso, dimostrando che senza forze fresche per gestire partite importanti, anche LAL può far precipitare il proprio rendimento.
Lo stop del giovane centro losangelino ha così costretto la società a muoversi sul mercato alla ricerca di un backup quantomeno decente, acquistando dai Clippers il giovane e promettente [b]Josh Powell[/b] che vanta già un paio di partenze in quintetto e ottimi risultati, mettendosi in luce come gran lottatore seppur ancora ben lontano dal cambiare le sorti di una gara, e promuovendo [b]DJ Mbenga[/b], al quale vengono chiesti 5 minuti di pura aggressività nei due lati del campo viste le capcità tecniche piuttosto ridotte in parte equilbrate da incredibili stoppate e improbabili jumper dalla media.
A chiudere poi [b]Shannon Brown e Adam Morrison[/b], arrivati da Charlotte all’inizio di febbraio nello scambio che a portato in North Carolina Vladimir Radmanovic, due giocatori per ora poco utilizzati e che difficilmente in ambito PO troveranno spazio se non in caso di partite ampiamente chiuse, anche se, a onor del vero, visto il Farmar di questa stagione, Brown è stato provato nella gara vs i Bobcats pochi giorni fa come secondo play per poi però essere dimenticato dal coach negli spogliatoi…
Il periodaccio della second unit è andato a forte scapito dello starting five che ha dovuto affrontare due mesi di straordinari, senza fortunatamente sfigurare mai e anzi [b]sottolineando che ai livelli di Kobe, Gasol[/b](vero MVP dei gialloviola per costanza e sostanza), [b]Fisher, Ariza e Odom ben pochi team possono arrivare[/b]: le speranze di passare un’estate da campioni, però, passano tutte dal ritorno in campo di Bynum,che a quanto pare sembra essere fissato per le ultime 3/4 partite di regular season, in maniera tale da far rifiatare il centro catalano e ridare spirito a una squadra leggermente spenta (segno più evidente le due L filate contro Bobcats e Hawks). Se il #17 dovesse tornare subito e dimostrarsi pronto a dare il contributo necessario alla squadra come fatto fino all’infortunio, ci sarà davvero da temere questi Lakers, anche se, pensando in ottica Finals, data la vittoria matematica della Western Conference, [b]c’è da guadagnare senza contare nell’aiuto di Drew la prima piazza assoluta[/b], distante esattamente 2W, ottenendo così il fattore campo per giocarsi le gare che contano tra le mura amiche.
La sconfitta dei Cavs nella nottata a Washington dà un grande aiuto: ora c’è da vincere stanotte contro i Rockets allo Staples Center dopo un tuor a East che non ha convinto pienamente (5-2) ed evitare ulteriori stop da qui fino al 14 Aprile, trasferta a Portland compresa: James&co. hanno ancora da affrontare squadre ostiche come Spurs, Magic e Boston e sanno bene che ogni sconfitta, ora come ora paga caro…chi la spunterà?
[i]Stay tuned[/i].