La stagione 08/09 era appena ai nastri di partenza, ma qualcosa tormentava le notti di Joe Dumars: vincere un altro titolo dopo il raggiungimento di sei conference finals consecutive. Qualcosa bolliva in pentola e la struttura già collaudata della squadra evidentemente non soddisfava più le esigenze della dirigenza. Intendiamoci, la struttura era collaudata, ma in panchina laria era cambiata. Michael Curry era il nuovo Head Coach (già vice allenatore dalla stagione 2007/2008) discreto giocatore, ma con poca tempra per gestire una squadra NBA. Il cambio di rotta era nellaria, ma non così repentino. Dopo sole quattro gare avviene uno scambio che definire scellerato sarebbe un eufemismo Allen Iverson ai Pistons in cambio di [b]Chauncey Billups[/b], Antonio McDyess e Cheikh Samb a Denver. McDyess non è mai tornato nel Colorado, giurando fedeltà alla squadra e alla città di Detroit e dopo poco è stato rifirmato come Free Agent. Uno scambio di tale portata può spezzare dallinterno lequilibrio di una squadra e, come si è visto, così è stato.
Se lintenzione della dirigenza era quella di cambiare rotta, perché non effettuare la trade durante lestate, cosi anche Iverson avrebbe potuto assorbire meglio e con più calma lo stile del “Goin to work every night” o del “play hard”? Purtroppo [i]”con i se e con i ma”[/i] non si arriva da nessuna parte, lunico beneficio è che a fine anno ci saranno più di 35 milioni (insieme a Rasheed Wallace che molto probabilmente non verrà rifirmato) che alleggeriranno il salary cap consentendo ai Pistons un sontuoso shopping nel mercato dei Free Agent.
Laffaire Iverson: giocatore che ha sempre riscosso i favori del pubblico e non solo, atleta duro, competitivo, nei suoi occhi potevi leggere, ogni sera, la voglia di vincere a costo di dare lanima. Giocatore che ha trascinato da solo i Sixers ad una storica finale nel 2001, che ha sempre brillato di luce propria, un solo artist in mezzo a tante comparse. Un leader! Tutto ciò è solo un bel ricordo che appartiene ormai al passato. Arrivato ai Pistons la città lo ha accolto a braccia aperte ed egli non è stato in grado di ripagare la fiducia. E partito forte con le parole, si sarebbe votato alla causa della squadra, avrebbe dato il 100% ogni sera, insomma a detta sua, avrebbe costituito parte integrante di una squadra che lo avrebbe portato a vincere il tanto agoniato anello.
Tutte parole al miele. I fatti sono ben altri. Il ragazzo da Georgetown non è riuscito ad ambientarsi come avrebbe dovuto fare un atleta e un campione del suo calibro. Gli schemi erano ben diversi dal solito passatemela che ci penso io (anche se il book di Curry non si avvicina a quello di Saunders o a quello ancor più strutturato del suo più illustre predecessore Larry Brown) e per questo è parso proprio un pesce fuor dacqua, deconcentrato, quasi svogliato. Lintegrazione di cui parlava a novembre non si è mai realmente materializzata e questo, successivamente è sfociato nella totale estraneità del giocatore allinterno del sistema Pistons, fino ad arrivare alla [b]spinosa situazione[/b] odierna, nella quale non calcherà più il parquet del Palace come membro di Detroit per il resto della stagione.
Il prolungamento fittizio dellinfortunio alla schiena ha minato fortemente stabilità e credibilità del giocatore, bisogna ammettere che Allen è stato un elemento deleterio per la franchigia del Michigan, ha spostato, anche se non volutamente quegli equilibri che reggevano da anni.
Coach Curry ha cambiato le carte in tavola parecchie volte durante larco della stagione, prima facendolo partire titolare insieme ad Hamilton, poi modificando la struttura dello starting five declassando Hamilton in panchina e affidando il timone del comando alla coppia Iverson-Stuckey, ed infine stravolgendo ancora le cose relegando Iverson in panchina a poco più di 19 minuti di media.
Questo ha generato frustrazione e malcontento da parte del giocatore che lo ha portato alla recente rottura con Coach e dirigenza. Iverson, non essendo abituato al ruolo di comprimario, al rientro dallinfortunio alla schiena ha fornito solo scarne apparizioni di deludente entità, non accettando minimamente il fatto di non essere protagonista. Probabilmente daccordo con la dirigenza, ha messo fine anticipatamente alla sua carriera nel Michigan venendo rimpiazzato più che degnamente da Will Bynum, il quale ha recentemente stabilito il record di franchigia per punti segnati in un quarto con 26.
Iverson, deluso e arrabbiato si sfoga con la stampa per il poco spazio concessogli da Curry, si lamenta dei pochi minuti giocati ([i]”Eighteen minutes? I can play 18 minutes with my eyes closed.That’s a bad feeling”[/i]) si sente inappagato e afferma di poter giocare 18 minuti ad occhi chiusi e che preferirebbe ritirarsi anticipatamente piuttosto che rivivere una situazione simile. Purtroppo la realtà è che il giocatore a Detroit ha fallito, ha smarrito la tempra che lo ha reso famoso in tutto il mondo, non riuscendo a tirare fuori un pò di umiltà nel momento più critico della stagione. Lanno prossimo cambierà aria, probabilmente andando a giocare in una squadra con meno ambizioni che gli potrà garantire 20-25 punti di media e una trentina di minuti a sera. Potrebbe essere Charlotte dove ritroverebbe il Coach che meglio ha saputo sfruttare le sue peculiarità, ovvero Larry Brown. Questo non si saprà prima di Luglio, ma resta il fatto che i tifosi e la città di Detroit si aspettavano un altro Allen Iverson.
La stagione non è ancora finita, mancano ancora quattro partite più i playoffs che sembrano sempre più vicini e si sa che quando arriva maggio i Pistons si trasformano o, per meglio dire, si trasformavano. La sensazione è che questanno la strada nella post season non sarà molto lunga, con Cleveland o Boston al varco, le opportunità di successo sono ridotte al lumicino. La squadra è ormai destabilizzata e senza la forza o forse la voglia di dimostrare ancora qualcosa, nonostante i recenti risultati siano tuttaltro che negativi. Le basi sulle quali ripartire ci sono tutte, ma non possono bastare i seppur talentuosi giovani. Urge un cambiamento e un’oculata campagna nel mercato estivo, altrimenti ad attendere i Pistons potrebbero esserci anni e anni di limbo. Stay tuned.
[b]Massimiliano Famiglietti[/b]