Suona il campanello di allarme della serie. [b]Gara 3 è stata vinta sul filo di lana da Houston[/b] che si porta così sul 2 a 1 e lo fa vincendo una partita molto intensa e non troppo ben giocata da nessuna delle due squadre.
Il campanello d’allarme ovviamente suona per Portland, che ha mostrato alcuni limiti ad attaccare la difesa texana.
Limiti che si sono palesati fin dall’inizio, con [b]la squadra di coach Mc Millan che faticava a trovare il canestro[/b]. Sintomatico il fatto che dopo 20 minuti i Blazers avessero segnato solamente 27 punti.
La difesa di Houston funzionava quindi molto bene e i principali attaccanti di Portland non riuscivano a produrre i punti necessari. Le poche fiammate da parte dei Blazers arrivavano da un [b]Rudy Fernandez parecchio ispirato[/b] dalla lunga distanza, che nel primo tempo segnava 9 punti frutto di un 3 su 4 da tre (per lui 17 punti alla fine).
Il problema dei Rockets, però, è che quando la difesa funziona così bene, l’attacco dovrebbe essere l’arma che garantisce il margine di sicurezza per chiudere la partita il prima possibile.
Invece [b]l’attacco di Houston faticava[/b] non poco, e i Blazers riuscivano a tenere i texani ad una distanza di sicurezza inferiore ai 20 punti. Mc Millan come in Gara 2 riusciva a tenere la palla lontana da [b]Yao Ming[/b] rendendolo inoffensivo per la seconda partita di fila, concedendogli [b]solamente 7 tiri per 7 punti finali[/b]. La scelta era chiara da parte della squadra dell’Oregon, ed era quella di farsi piuttosto battere dall’altro lungo raddoppiando il cinese. E proprio gli altri lunghi Rockets sono stati decisivi per la vittoria finale. Se [b]Luis Scola[/b] ha infatti ripetuto l’ottima prova di Gara 1, segnando [b]19 punti conditi da 9 rimbalzi[/b] e da una difesa arcigna su [b]Aldridge, tenuto al 40% dal campo con soli 13 punti finali[/b], la buona notizia per Houston è arrivata da [b]Carl Landry[/b], che con i suoi [b]10 punti nei primi due quarti[/b] ha contribuito a mantenere il vantaggio in doppia cifra. Giova ricordare che Landry ha una storia particolare da raccontare. A Marzo infatti è andato sotto i ferri a causa di un [b]colpo di pistola a una gamba[/b]. Dopo la ricostruzione dei fatti pare che dopo un incidente automobilistico di lieve entità con il suo SUV, Landry sia sceso a controllare i danni e gli occupanti dell’altra auto, poco concilianti, abbiano estratto un’arma e abbiano fatto fuoco contro l’ala Rockets.
Per fortuna i danni sono stati limitati e sul finire della stagione regolare Landry ha potuto riaggregarsi alla squadra in tempo per partecipare ai Playoff.
I Rockets però oltre a Scola dal quintetto hanno avuto un apporto significativo solo da [b]Shane Battier[/b], che oltre alla solita difesa competente ha anche contribuito all’attacco con [b]16 importantissimi punti[/b], inclusa un bomba sul concludere del 4 quarto che ha mantenuto i Blazers a distanza di sicurezza. Molto di meno si sono visti [b]Ron Artest[/b] che ha segnato [b]solamente 9 punti[/b], e [b]Aaron Brooks[/b], che ha invertito la tendenza delle prime due gare e ha segnato [b]11 punti faticando ai liberi[/b].
Portland però non ha saputo approfittare delle difficoltà in attacco dei Rockets e anche se nel finale sono riusciti a rientrare pienamente in gara e a recuperare la doppia cifra di scarto dei primi due quarti, non ha quasi mai messo la testa avanti. La causa è da ricercarsi principalmente nella [b]brutta serata di Roy[/b], contenuto molto bene dalla solita staffetta difensiva Artest-Battier, autore di [b]19 punti ma con 6-18 al tiro[/b], e di [b]Lamarcus Aldridge[/b], anche lui attestatosi sulla prestazione di Gara 1 con un [b]6-15 che gli garantiva 13 punti[/b] di cui però 3 fondamentali dopo una bomba che ha riportato a contatto i suoi nel quarto quarto.
Il limite più visibile della gara dei Blazers però era la [b]poca attitudine ad attaccare il ferro[/b], prova ne sono i [b]soli 10 liberi tirati e da soli 2 giocatori[/b]: Roy che ne ha tirati 8 e Frye che ne ha tirati 2.
Nonostante questo Portland arrivava a giocarsi la vittoria negli ultimi venti secondi, seppur con Roy fouled out per un fallo su Brooks, che dalla lunetta faceva solo 1 su 2 e dava a Houston 4 punti di vantaggio.
Portland si gioca l’ultimo time out e disegna una rimessa per un tiro da tre di Rudy Fernandez, che fino a quel momento aveva un sontuoso 4 su 6 dalla lunga distanza. Rudy in equlibrio precario sengava anche questa e portava Portland sul -1.
Fallo immediato sulla rimessa e Brooks in lunetta a segnare entrambi i liberi portavano di nuovo la distanza a 3 lunghezze. Portland senza più time out però combinava il [b]pasticcio[/b], o meglio lo combinava Steve Blake, che con 16 secondi dal termine, invece che organizzare un gioco e tentare un tiro allo scadere, partiva con la palla e faceva un arresto e tiro dagli 8 metri che non trovava neanche il ferro, il tutto in meno di 5 secondi. Sul rimbalzo il [b]secondo pasticcio, quello degli arbitri[/b]. Il rimbalzo cadeva infatti nelle mani di Battier, che scivolava e perdeva il pallone, ma gli uomini in grigio vedevano un fallo inesistente di Aldridge sul numero 31 e regalavano due liberi a Houston. Battier li segnava entrambi e Houston era di nuovo a due possessi di distanza sul 95 a 90.
Portland però era dura a morire e Blake si faceva (in parte) perdonare l’erroraccio di prima e segnava la bomba del meno 2 a 3 secondi dalla fine. La partita era ancora aperta quindi e Brooks dalla lunetta segnando il primo garantiva a Houston almeno i supplementari.
Il detto non c’è due senza tre però valeva anche stanotte, e il [b]terzo errore[/b] era in agguato. Brooks infatti sbagliava il secondo libero, ma i Blazers non tagliavano fuori il tiratore e Aaron andava a recuperare il rimbalzo e faceva scadere il tempo con la palla in mano per l’86 a 83 finale.
Adesso sarà ovviamente la prossima sfida in Texas, dove Roy e Aldridge sono chiamati a ripetere la prestazione di Gara 2 per portare nuovamente il fattore campo a favore di Portland. Ne sapremo di più sulla serie domenica notte quando andrà in scena il quarto atto di questa affascinante sfida.
[b]Le dichiarazioni dei protagonisti[/b]
Il solito serafico Mc Millan: [i]”Non siamo riusciti a stare in ritmo per tutta la durata dell’incontro”[/i]
Sulle sue difficoltà nelle ultime due gare, Yao: [i]”E’ dura per me. Mi sembra di stare in un sandwich. Ma non devo farmi battere dalla difesa”.[/i]
Scola pare lanciare una frecciatina a TMac: [i]”Stiamo giocando come una squadra. Quindi riusciamo a vincere anche se Yao e Ron non sono in serata. E questa è una cosa molto positiva”.[/i]