Dopo le [b]polemiche[/b], soprattutto per la disparità di trattamento e qualche fischio non proprio convincente sè arrivati, in nottata, a gara-3 con Houston chiamata, nonostante tutto, a mantenere il vantaggio del fattore campo acquisito con il blitz in gara-1 ad L.A.
Il trend evidenziatosi dopo gara-1 invece si mantiene, i Lakers si riprendono il fattore campo, andando a [b]vincere in Texas[/b] e mettendo la testa avanti nella serie.
Al Toyota Center è battaglia vera, nonostante tutto, perché se da un lato L.A., priva di Fisher, ha lobbligo di provare sin da subito. Dallaltro Houston vuol dimostrare che gara-1 non è stato un fuoco di paglia. Ne scaturisce così una partita magari non bellissima, ma molto tesa, dura, con L.A. sempre avanti ma mai decisamente, come mostrano i parziali. La differenza, in questi contesti, la fanno gli uomini di qualità, e mentre quello di Houston sedeva in panchina, reduce dal temutissimo microfracture suggery quello di L.A. era in campo, e sbatteva nel canestro dei padroni di casa [b]33 punti[/b], pur frutto di 28 tiri, la cui fotografia migliore è la tripla da distanza siderale mandata a bersaglio a fine terzo quarto: Bryant sfugge via ad Artest, due palleggi ed il classico movimento di tiro, un po fiondato quando le distanze aumentano, un paio di metri abbondanti lontano dalla linea dei 3 punti, solo rete ovviamente, dando ai Lakers lallungo (74-62) decisivo. Il quarto periodo vive più di episodi, come lo scontro Vujanic-Von Wafer, con la guardia di Houston che liberata in angolo vede lo sloveno saltare sbilanciato e gli sbatte contro (in verità Vujanic cala la mannaia a scanso di equivoci) ma sono solo attimi, Wafer si allontana ed i giocatori, subitaneamente accorsi per leventuale rissa, si tranquillizzano. Gara in ghiaccio? No, perché Houston arriva vino al -6, con un bel passo dincrocio di Yao concluso con schiacciata, prima di esser rispedita a -11 da una tripla, sempre allo scadere dei 24 secondi, di Bryant. A partita finita lennesimo episodio critico di questa serie, con Artest che stende Gasol lanciato in contropiede per la schiacciata. [b]Flagrant-2[/b] ed espulsione, con lo spettro di una squalifica (ed allora apriti cielo sulle gomitate e le ginocchiate non sanzionate di Bryant) che a questo punto sarebbe letale per i Rockets.
L.A. dal canto suo la vince prima di tutto limitando moltissimo nel primo tempo Yao, con continui raddoppi big on big di Odom, accettando il rischio di esporsi ed intasando larea anche con i piccoli, se poi la mira di Houston dalla lunga da luogo ad un 6/19 la tattica di L.A. diventa letale. Jackson inoltre continua nel suo ignorare Bynum, anche stanotte solo 12 minuti in campo per il bambinone, preferendo lassetto leggero, chiedendo (ed ottenendo) poco dalla sua panchina(21 punti si 108 totali).
Inutile anche considerare che in questi frangenti la presenza di McGrady, con i suoi jumper e la sua capacità di servire Yao sul pick and roll, che non ha omologhi in squadra, sarebbe servita come lacqua nel deserto per variare un gioco dattacco dei Rockets che per lunghi tratti è lento e ripetitivo.
[b]MVP[/b]: Banale citare Bryant, andiamo con Odom, autore di una signora partita da 16 punti, 13 rimbalzi e 2 stoppate.
[b]Post Partita[/b]
[b]Kobe Bryant[/b]: [i] Io ho solo fatto ciò che dovevo al Massimo. Sono stato aggressivo. La tripla a fine terzo quarto? E bello finire il quarto ed iniziare quello successivo con linerzia a tuo favore. Il fallo di Artest? Non lo avrei espulso, siamo nei playoffs, due liberi sarebbero stati ok[/i].
[b]Yao Ming[/b]:[i]Ogni quarto abbiamo qualche problema. Nel primo abbiamo perso troppi palloni, nel terzo abbiamo semplicemente giocato malissimo. Cè qualcosa che non va[/i]
[b] Shane Battier[/b]: [i] Non abbiamo giocato con la qualità necessaria per vincere una partita di playoffs, loro lo hanno fatto ed hanno vinto. Non dobbiamo cercare nientaltro che di lavorare su noi stessi[/i]