Stern può raccontarci tranquillamente durante le finali di conference che anche uneventuale finale Denver-Orlando sia gradita al palazzo, ma poi quando vedi le pubblicità dei Muppet ([url=http://www.youtube.com/watch?v=TJ9J5TgQ-ts]Video[/url]) con Kobe e Lebron a fare uno contro uno, quando per tutta una stagione è stata una corsa a due e quando puoi concentrare una buona fetta di marketing NBA sullo stesso campo, a cornice di una finale NBA, cerchi di cogliere loccasione al volo.
Invece gli Orlando Magic ci mettono lo zampino ed al posto del prescelto cè Superman, al posto di Mo Williams cè un playmaker di 2.04 che viene dal Bosforo e in sostituzione di una squadra apparentemente imbattibile tra le mura della eastern conference per il suo gioco regolare e di puro stampo NBA, cè una squadra europea per concezione, che schiera un lungo e quattro giocatori fuori dallarco del tiro da tre punti.
Van Gundy direbbe: [i]”non c’è Lebron e allora? Noi siamo figli di nessuno?”[/i]
Avrebbe ragione Stan, perché i suoi Orlando Magic in questi playoffs hanno dato spettacolo dal punto di vista offensivo, dimostrando una solidità tanto marcata quanto inaspettata solamente al termine della regular season.
Il primo turno li ha visti impegnati contro i Philadelphia 76ers ed onestamente la squadra non era quella scinitillante di adesso. Sotto 2-1 nella serie in trasferta e con un possesso decisivo per pareggiare la serie, [b]Turkoglu[/b] mette quello che è risultato uno dei canestri più importanti della stagione per spianare la strada ai bianco-blu. Tutte le difficoltà mostrate nei primi tre eventi della serie svaniscono, i Magic vincono scherzando gli ultimi due episodi e vanno per la prima detronizzazione dei loro playoffs. Arrivano i Celtics senza Garnett, ma con un cuore che non muore mai. La serie è avvincente, ma si capisce quasi da subito che Orlando sia più squadra, più talentuosa e troppo fresca atleticamente per soccombere al pur immenso pride bianco verde. Per motivi ancora da spiegare si va tutti alla settima partita, ma li i Magic danno prova di forza e di grande attitude vincendo senza repliche ed aggiudicandosi il dubbio privilegio di affrontare Lebron.
[b]Dethronize part. 2[/b] sembra una missione impossibile, ed invece se Lebron non segnasse la tripla da nove metri con la mano in faccia in gara 2, saremmo a parlarvi del più incredibile dei cappotti mai visti in una finale di eastern conference. La serie si prolunga fino al sesto episodio, ma i Magic chiudono i conti in casa, dopo una serie che ha evidenziato ancora una volta, quanto una Squadra, abbia sempre la meglio su un singolo giocatore (pur irreale che sia) ed i Cavs sono stati per larghi tratti (anche, se non soprattutto, per colpa di Lebron) un one man team.
Howard e compagni arrivano a queste finali senza il loro playmaker all-star Jameer Nelson, che tutti dimenticano perché fuori ormai da febbraio, ma nessuno valuta allinterno dellincredibile stagione dei Magic. Van Gundy ha riciclato Alston in un grande tiratore convinto dei propri mezzi, che si nutre delle attenzioni che i big three richiamano e lo ha inserito perfettamente in un contesto di squadra che ha permesso a “skip” di decidere addirittura gara 4 allAmway arena.
Il vero ago della bilancia di questa squadra rimane Hidayet Turkoglu. La sua capacità di giocare in punta come un vero playmaker, apre scenari offensivi per i Magic di assoluto interesse. Mike Brown ha provato a mescolargli le carte in tavola su ogni pick and roll centrale andasse a fare: cambi, show and recover, zone matchup, ma lui è riuscito sempre a fotografare istantaneamente la situazione e generare tiri puliti per i suoi. Se poi consideriamo che oltre ai già citati Lewis ed Alston ci sono il vero rookie dellanno (pound per pound) [b]Courtney Lee e Mickael Pietrus[/b], capiamo che questo attacco è meno risolvibile di un cruciverba senza schema.
Tutti gli esterni dei Magic sono in grado di punire i close out delle rotazioni difensive con il tiro da tre punti, mettendo la palla per terra e facendo arresto e tiro, con proficui risultati. Questo è dettato dal fatto che la presenza fisica di Howard in area è immanente, ma la spaziatura e la circolazione di palla, sono qualcosa che forse nemmeno i Sacramento Kings del 2002 erano in grado di fornire.
Luomo chiave di questa serie finale sarà Rashard Lewis. Lex Sonic ha avuto un rendimento esponenziale con landare dei matches ed è sempre risultato decisivo per i suoi. In questa finale potrebbe trovarsi in difficoltà durante gli inizi di partita quando, probabilmente, i Lakers martelleranno la palla sotto a Bynum contro di lui. Dovrà esser bravo a gestirsi per poi restituire lo sgarbo dallaltra parte, aprendo il campo come solo lui sa fare. Quanto lui obbligherà Jackson a lasciare in campo Odom sulle sue piste, sarà fondamentale per permettere ai Magic di indirizzare le partite verso il loro game plan.
Dallaltra parte i Lakers arrivano a questa finale con un percorso un po più tortuoso di quello che ci si potesse aspettare.
Se la serie con Utah è stata una non competitiva vinta 4-1 solo per la presenza di Deron Williams, la serie di semifinale coi Rockets ha destato non pochi sospetti sulla tenuta mentale dei ragazzi allenati da Jackson. Dopo tre partite di assoluto dominio, si infortuna Yao Ming ed i Rockets si trovano a giocare più di metà della serie senza i loro due uomini di riferimento. E il momento per i Lakers di affondare la lama nella ferita aperta, ma incredibilmente i Rockets riescono ad annichilire gli avversari nelle due gare casalinghe, forzando la serie alla settima partita. Si sa che quando tutto si decide allultimo match, è un tuffo dalla roccia di Acapulco e che ogni scenario è aperto, ma gli stessi Rockets, forse per energie morali esaurite o per evidente e palese inferiorità, giocano una delle loro peggiori gare della stagione e salutano i sogni di gloria con i Lakers che passano il turno e raggiungono i Nuggets in finale di conference.
La serie contro i ragazzi di Karl è risultata una delle più belle ed avvincenti degli ultimi anni (al pari di Orlando-Cleveland dallaltra parte). Le prime due gare dello Staples sono state uno spettacolo per palati fini con Kobe e Melo a scambiarsi giocate da fuoriclasse, Jackson e Karl a cavalcare i loro puledri più in forma e tutti gli altri a mettere una fisicità ed una voglia in campo, pari solo a qualche partita di playoffs NFL.
Si torna da L.A. sull1-1 e Kobe piazza la prima zampata. Come ogni squadra di Jackson che perda una delle prime due gare in casa, arriva il colpo gobbo in gara 3. Kobe domina il finale con Carmelo debilitato da problemi fisici e dal Colorado si ritorna con la serie in completo equilibrio.
Il pivotal game 5 va ai Lakers dopo unaltra bellissima partita fatta di avvicendamenti al comando, parziali e protagonisti inaspettati, ma questo è il vero colpo del KO per i Nuggets, che tornano sulle altitudini del Colorado e perdono pesantemente gara 6 davanti al pubblico amico non regalando a Chauncey Billups (7 finali di conference consecutive per lui) lebrezza di unaltra finale NBA.
I Lakers tornano in finale non senza qualche dubbio di approccio e durezza mentale, ma con una squadra allenata da Jackson e capitanata da Kobe: “Skys the limit” e se a questo aggiungiamo che role player come [b]Ariza e Brown[/b] hanno avuto ruoli davvero rilevanti in questi playoffs, non possiamo pensare che l’ennesima finale sia un caso.
La chiave della serie sarà, senza dubbio, la rotazione che Jackson dovrà utilizzare nello spot di 4. E assai probabile vedere ridotto drasticamente il minutaggio di Bynum e soprattutto quasi annullata la sua presenza in campo assieme a Gasol, considerata la qualità e la versatilità dei lunghi avversari. Vedere Bynum in post basso contro Lewis potrebbe anche piacere a PJax, ma doverlo gestire in difesa a sette metri da canestro contro lo stesso Lewis, dovendo generare forsennate rotazioni difensive, potrebbe voler dire sanguinare davanti ad uno squalo.
Vedremo ampi brani di [b]Lamar Odom[/b] da quattro come guardia del corpo di Lewis e, siccome il rendimento di Lamarvelous è molto umorale, questo potrebbe voler dire tanti ups and downs per la difesa dei Lakers che non è sempre esente da pecche. Sarà fondamentale per Jackson preparare al millimetro ogni rotazione ed ogni close out sugli esterni, perché latipicità dellattacco dei Magic è qualcosa di irritrovabile in qualsiasi altra squadra.
Inutile spendere parole su Kobe che vuole sicuramente mettere la sua firma in calce sotto forma di [b]MVP[/b] allennesimo anello Lakers, ma sia lui che Howard dovranno stare attenti a gestire nervi e proteste, perché sono entambi a quota cinque tecnici ed al settimo scatta la squalifica.
Nella città degli oleandri tutto è apparecchiato per una serie che ci darà sicuramente tante emozioni come tutti i playoffs di questanno. Poi che vinca Superman o coach Zen per i non tifosi cambia relativamente, limportante è il campo ci regali (per l’ennesima volta) lo sport più bello del mondo, giocato al livello più alto del mondo.