La finale ha sempre il fascino particolare della coppa che sta situata di fianco al tavolo del referto. Fa sbocciare i grandi campioni ed appassire le comparse, regala gioie indescrivibili e cuori freddi da pieno inverno, ma questo è il sale dello sport ed arrivare ad una finale è sempre motivo di merito e lode, poi chi vince vola in paradiso, chi perde sa di aver fatto il massimo.
[b]Armani Jeans Milano:[/b]
Milano vince lo scudetto dei “terrestri”, ma purtroppo andrà nei libri di storia del basket e negli almanacchi, solamente come la compagine sconfitta della finale 2008/09.
Nessun dramma, la squadra ha risposto con il cuore e lanima a tutte le difficoltà paratesi davanti durante la stagione regolare sotto forma di: infortuni, epidemie virali, sfighe di ogni genere ed anche partite praticamente vinte che vengono inspiegabilmente perse per situazioni sfavorevoli.
La società è rimasta vicina alla squadra, ha dato fiducia ad un progetto iniziato in estate e che ha come obiettivo di riportare Milano nei fasti che le competono in tre anni. Ha evitato, come in gestioni precedenti, di smantellare la struttura portante della squadra e questo ha portato ad una coesione e ad ununione (complice anche qualche acquisto azzeccato in corsa) culminate in questo traguardo che ha un sapore tutto particolare.
Tutta la sfortuna maturata in stagione è stata quasi pareggiata dagli accoppiamenti di questi playoffs, dove sia Teramo che Biella (entrambe signore squadre, giova ricordarlo) hanno pagato lo scotto dellinesperienza contro una squadra di vecchie volpi, come quella di Bucchi è.
La semifinale con Biella è stata allinsegna dellequilibrio, ma le due zampate casalinghe di Milano in situazioni disagiate, hanno apparecchiato la tavola per una gara 4 al Nuovo Palasport di Biella quasi perfetta. E stata probabilmente la miglior gara stagionale di Milano per armonia, concretezza e giusto [b]mix di soluzioni interne e perimetrali[/b]. Tutto questo è arrivato nella partita più importante della stagione, che ha regalato il biglietto sia per il dubbio privilegio di incontrare Siena in finale, sia per leurolega della prossima stagione, che potrebbe avere una piccola protagonista in più.
Milano arriva al palcoscenico finale senza nulla da perdere e sapendo di aver centrato un obiettivo a tratti insperato, ma è altrettanto convinta che le partite vadano prima giocate. Tutto quello che sarà umanamente nelle possibilità milanesi verrà fatto per evitare il cappotto da una squadra che pare più un software che non dodici giocatori con la stessa maglia.
Inutile girarci attorno: se la serie va alla quinta è già un successo per i biancorossi che potranno, forse, avere il colpo di coda in gara 4 tra le mura amiche, ma nulla più.
Il riferimento storico di Davide contro Golia non rende lidea della portata del divario che cè tra le due squadre, ma Milano ha mostrato in questa stagione di [b]non mollare[/b] mai ed i tifosi hanno capito che questo gruppo ha delle qualità innate e sicuramente tributerà i giusti applausi per una stagione comunque da ricordare.
[i]Simone Mazzola[/i]
[b]Montepaschi Siena:[/b]
Ci siamo, siamo arrivati all’ultimo atto di un campionato di basket tra i più travagliati che si ricordi. Iniziato in ritardo per strascichi dovuti alla cancellazione di Napoli e Capo d’Orlando, proseguito attraverso ripetizioni di partite, ricorsi di squadre retrocesse, polemiche a non finire su “sudditanza psicologica” degli arbitri, esternazioni alquanto discutibili di presidenti di società blasonate: il povero campionato di basket è finalmente giunto al traguardo. Siena è lì, lì dove chiunque osservasse in maniera obbiettiva il mondo cestistico italiano l’aveva collocata, ma l’altra protagonista annunciata, non c’è. Tutti si aspettavano una finale Siena-Roma, esattamente come l’anno scorso, invece in finale è giunta l’altra metropoli italiana e cioè Milano. Non possiamo dire che ciò costituirà un ostacolo insormontabile per la Mens-Sana ma l’impressione è che i milanesi abbiano, se non altro, l’entusiasmo giusto e quel “nulla da perdere” che consentirà loro di disseminare alcune trappole sul percorso senese. Siena parte largamente favorita, inutile nasconderci dietro un dito, l’obbiettivo dell’Armani è probabilmente quello di allungare la serie ma non ci sentiamo di pronosticare nulla di diverso dalla conquista del quarto scudetto della storia senese.
Lo stato psico-fisico della Mens-Sana è ottimale, tutti i giocatori sono abili ed arruolati ed in condizione di scendere sul parquet per dare il massimo: il tanto vituperato Domercant è sbocciato proprio nel momento giusto e sta viaggiando in questi play-off con numeri molto molto lusinghieri, Kaukenas pare completamente ristabilito dal fastidio al polpaccio che lo ha fatto tribolare per lunghe settimane. Gli altri sono ormai delle [b]garanzie[/b]: da McIntyre (fresco di nomina a MVP del campionato), Stonerook, Lavrinovic, Sato (devastante in questi play-off benché colpito dal gravissimo lutto della morte della madre), Finley sappiamo esattamente cosa aspettarci. Una finale che appare dunque scontata coi giocatori milanesi che sembrano le vittime sacrificali di turno di una schiacciasassi toscana che in otto mesi ha [b]perso solo una gara[/b]. Il pericolo solito per Siena bianco-verde è di scendere in campo credendo di aver già vinto, pensando che basti un’accelleratina di gas per mettere a posto le cose. Questo, a onor del vero, non è mai successo e la Pianigiani band ha sempre affrontato qualunque avversario con l’identico piglio di chi lo vuole azzannare e spazzare dal campo. Se sarà così anche stavolta ce lo dirà il campo, per Milano riteniamo che sia comunque un’annata da incorniciare. Vinca, ovviamente, il migliore.
[i]Alessandro Lami.[/i]