1-0, come da pronostico. 119-38 la valutazione finale delle due squadre e questo già dice molto sulla differente forza messa in campo dalle due compagini. Da una parte l’Armani, una squadra che, più che meritatamente, è approdata ad una finale insperata al culmine di un’annata sportiva segnata da un numero esorbitante di infortuni. Anche ieri sera Sow era solo uno spettatore non pagante, Rocca a referto solo per onor di firma, Hawkins in dubbio fino alla più immediata vigilia, nonostante ciò Milano ci ha provato e, soprattutto nel primo tempo, è riuscita a mettere qualche granellino di sabbia nei meccanismi perfetti della Montepaschi, complice anche la serata non proprio felice al tiro da parte dei campioni d’Italia. La scelta di raddoppiare, fin dal nascere dell’azione, il genio McIntyre, ha prodotto qualche effetto ma non ha certo girato la partita; una difesa asfissiante ha creato più di un grattacapo nel corso dei primi venti minuti all’attacco atomico della Mens-Sana, ma nulla più e, soprattutto, troppo poco per sperare di uscire indenni dal Palasclavo. Taylor, che contro Biella era stato devastante, ha subito la fisicità e il diverso impatto sotto le plance del pacchetto di lunghi di Siena rispetto a quelli dell’Angelico, il solo Jobey Thomas è sembrato reggere l’urto dei senesi ma Bucchi lo ha tenuto a lungo in panchina per preservarlo dai falli quando forse sarebbe stato meglio averlo in campo vista la buona verve messa in luce e la mira decisamente ottima dalla distanza. Hall non ha ripetuto le belle prove già messe in mostra nei quarti e in semifinale, mentre da Mordente e Vitali, soprattutto, ci si attenderebbe magari qualche iniziativa in più. Soprattutto l’ex Montepaschi è apparso abulico, quasi svogliato, sicuramente in crisi di fiducia. Non pervenuto Katelynas, poco da Sangarè, poco da Price che ha rimpinguato il proprio bottino personale con un paio di bombe quando la partita era abbondantemente finita. Hawkins, infine, si è sobbarcato il carico dell’attacco milanese praticamente da solo per più di un quarto, ingaggiando un duello tutto fisicità con Sato. il Falco è stato per una decina di minuti una vera spina nel fianco per la difesa senese, poi piano piano è calato e nel secondo tempo Bucchi lo ha tenuto a lungo a fare da spettatore, probabilmente per preservarlo per gara-2 conscio dell’impossibilità di far girare una partita segnata.
In casa senese ottime le prove di Kaukenas e di Sato, sicuramente i due migliori in campo: il lituano ha messo a segno quattro bombe, il centrafricano è riuscito nell’impresa di mettere la museruola al temutissimo Hawkins ed ha segnato 15 punti. Sotto tono per un tempo McIntyre che però è uscito alla distanza, malino Lavrinovic che si è ripreso solo nel finale, bene come al solito Stonerook, il riccioluto americano si è confermato re del “gioco sporco ed oscuro”. Lunghi minuti in campo per Finley, buone iniziative di Domercant e apparizioni anche per Ress, poco preciso dal campo, e Carraretto.
La Montepaschi prova a scappare subito sull’8-2 ma subisce il controbreak dei milanesi che prima impattano e poi superano nel punteggio i senesi (8-10) con Hall. Sorpasso e controsorpasso in un primo quarto molto nervoso con medie al tiro decisamente deficitarie ed errori, da una parte e dall’altra, abbastanza banali. Si va al primo riposo sul 16-15 per Siena. Il secondo quarto inizia con le polveri ancora più bagnate del primo e le due squadre mettono in mostra ottime giocate difensive, ma nulla in fase offensiva. 20-17 circa a metà quarto e qui c’è la svolta della gara, una bomba di Kaukenas (un po’ fortunosa al termine dei 24 secondi) ed una di Finley scavano 9 punti di vantaggio per Siena. Bucchi chiama immediatamente time-out ma Siena non si ferma e va sul +11 all’intervallo lungo. Il terzo quarto è, come molto spesso accade a Siena, quello dell’allungo decisivo. Dopo quasi 4 minuti la Montepaschi è sul +16 (44-28), alley oop di McIntyre per Sato e +20 confezionato in un amen. Sato imperversa e va a schiacciare in contropiede, canestro di Stonerook e il vantaggio supera le venti lunghezze. L’ultima sirena coglie le due squadre sul 60-38 per Siena con la partita praticamente già in archivio. 10 minuti di garbage time sono quelli che separano Montepaschi ed Armani Jeans dal termine della gara che finisce con Siena in trionfo per 80-57.
Gli arbitri Facchini, Tola e Giansanti non hanno influito anche se i soliti due minuti di Facchini-show non sono mancati: un tecnico alla panchina di Milano, un annullamento di un canestro di Siena apparso regolare e un doppio fallo a Stonerook e Katelynas nel breve volgere di 60 secondi hanno fatto notare a tutti l’esistenza della terna in grigio che, ad onor del vero, ha ben arbitrato la prima sfida scudetto.
Ora si va a gara-2 con sole 48 ore per limare qualche particolare, vedremo chi tra le due squadre riuscirà a perfezionare quei particolari che sono sembrati fuori fase in gara-1.
MONTEPASCHI: Domercant 11, McIntyre 10, Finley 7, Eze 2, Carraretto 4, Sato 15, Lavrinovic 8, Kaukenas 17, Stonerook 6.
ARMANI JEANS: Hall 7, Mordente 5, Vitali 2, Thomas 13, Price 10, Hawkins 11, Katelynas 2, Sangarè 7.
THE PLAY OF GAME: L’alley oop tra Mc Intyre e Sato è stato il momento spettacolarmente più interessante della serata. Il centrafricano è andato davvero in cielo per concludere un contropiede applauditissimo dal pubblico senese.
SALA STAMPA:
PIANIGIANI: Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto una grande gara soprattutto finchè il risultato è stato in equilibrio, ottima la nostra difesa e soprattutto ottimo lavoro sui loro uno sontro uno. Molto bene anche a rimbalzo. Siamo 1-0 ma sappiamo che i play off sono durissimi, venerdì sarà un’altra partita, cercheremo di tenere il fattore campo perchè è importantissimo per il prosieguo della serie. Cercheremo di limare qualche particolare nel brevissimo tempo che abbiamo.
BUCCHI: Il punteggio lo trovo un po’ troppo penalizzante per noi, abbiamo subito la loro fisicità, parleremo tra noi delle piccole cose che non sono andate ma il tempo è davvero troppo poco per poter mettere a posto dei dettagli. Credo che nessuno dei miei si senta appagato dal raggiungimento di una finale che non era pronosticata, sarebbe un delitto essere arrivati fino a qui e non provare il tutto per tutto per vincere pur sapendo che abbiamo di fronte una delle migliori 8 squadre d’Europa.