[b]Phoenix Suns[/b]
10-3. Troppo presto è vero per definirla una vera fuga, ma certo a Phoenix è lecito guardare avanti con ottimismo, in fin dei conti in cima alla West ci sono pur sempre loro.
L’ottima partenza del team può essere spiegata dall’incredibile mese di Amare Stoudemaire (20+8) e del play canadese Steve Nah (17+11 assists), che hanno messo in ginocchio persino una difesa come quella dei Celtics, ma al solito duo Channing Frye si è subito imposto come un terzo violino di tutto lusso per coach Gentry che gli ha dato quella fiducia e quel minutaggio che a Portland non ha mai ottenuto. Dalla panchina poi le ultime due settimane hanno messo in luce Jared Dudley (10+5) che ben presto, mantenendo queste cifre, potrà scalzare un brutto Hill dal suo posto in quintetto; Barbosa invece resta ancora in sordina, pronto comunque ai suoi exploit. In Arizona dunque un inizio simile ha sorpreso un po’ tutti, ma attenzione perchè i tifosi ormai ci han preso gusto…
[b]LA Lakers[/b]
Con una settimana inziata davvero male, viste le due sconfitte rimediate a Denver e in casa contro Houston, ci ha pensato Kobe a far tornare il sorriso superando il fastido all’inguine e piazzando il 100esimo quarantello in carriera (terzo nella classifica di tutti i tempi) tra le mura amiche contro i deleritti Pistons. A coronare tale momento il ritorno in campo del catalano Pau Gasol (24+13), che fin dal primo minuto spiega basket a Noah e compagni dimostrando quanto l’ex Grizzles possa cambiare il modo di giocare dei gialloviola, piuttosto bruttini nelle gare precedenti. La famosa TPO dunque può tornare ad essere giocata nella maniera migliore, mentre Odom, che ritrova la panchina, si spera possa ridare forza a quello che è apparso ad ora il maggior problema, ovvero delle second-unit poco concrete e spesso incapaci di tenere campo. LAL ad ogni modo torna ad inseguire già da domani contro i Thunders, con l’obiettivo di tornare presto lassù in vetta alla classifica…si torna in marcia!
[b]Sacramento Kings[/b]
Poche pretese, ma intanto meglio di Clippers e Warriors.
La vittoria contro Houston ha portato i Kings sopra il 50% di vittorie e anche la sconfitta rimediata nella nottata a Dallas resta una conferma di come il gruppo stia lavorando bene. Thompson e Tyreke Evans riescono perfino a far dimenticare Kevin Martin e certamente il minutaggio elevato gli concede di acquisire quell’esperienza che tanti giovani in NBA cercano disperatamente [i]”Venire qua ed avere una chance di batter i Mavericks mi ha sorpreso molto”[/i] afferma coach Westphal [i]”Abbiamo perso un po’ troppi palloni per poterla portare a casa, ma mi piace la nostra intensità e adoro vedere i ragazzi giocare per la squadra”[/i]
Poi su Tyreke:[i]”Evans è un gran giocatore: certo ha ancora molto da imparare, ma siamo davvero lieti di averlo in squadra”[/i].
Continua intanto anche il gran momento dell’israeliano Casspi che pare aver trovato un buon minutaggio per esprimere qualità che difficilmente avrebbe potuto mettere in luce in altri team, mentre Hawes fatica ancora a convincere; [i]”Sappiamo che la strada davanti a noi è dura”[/i] chiude il coach, ma la mia impressione è che col tempo questi Kings potranno cominciare a fare male, anche nel loro piccolo.
[b]LA Clippers[/b]
Davis torna decisivo, Rasual Butler s’inventa la nottata di gloria e i Clippers cancellano le speranze dei Nuggets di vincere l’ottava di fila contro Los Angeles dopo ben due anni.
Ancora privo di Griffin ed Eric Gordon il team losangelino paga l’assenza di un vero leader e vive ancora sull’onda della discontinuità di Kaman e Thornton, con una panchina lunga ma con nomi quali Telfair e Smith che non rendono quanto dovrebbero e la sconfitta a Memphis dimostra chiaramente tutto ciò, una chiara incapacità di colmare i pesanti buchi tra i titolari a cui Camby pare ora andare ad aggiungersi (schiena). Serve quindi ora il migliore Barone per tenersi a galla fino a Dicembre, salvando il salvabile, poi finalmente sarà Blake a poter dire la sua.
[b]Golden State Warriors[/b]
Grazie alla brutta prova alla Oracle dei Blazers che nei 3 quarti finali tirano con il 33% dal campo e commettono ben 23 TO, i Warriors ringraziando conquistano il successo dopo 3 ko in fila spinti da un grande Ellis (34+8), lontano con la mente all’ennesimo litigio con Nelson . Ottimo anche il supporto di Anthony Morrow dall’arco e dalla presenza fisica di Randolph, autore di una (rara) buonissima gara con 15 punti e 11 rimbalzi, una meritata W dopo che Golden State ha dovuto fronteggiare un numero impressionante di infortuni tanto da poter disporre di soli 8 uomini per due match durissimi, anche se rischiando di compiere il colpaccio sia contro Boston che con i Cavs: c’è tanto cuore sì, ma in campo la mentalità non è ancora quella giusta per fare un passo avanti dal fondo della West. [i]Giocano un basket particolare, imprevedibile[/i] commenta KG [i]Il basket di Don Nelson è sempre stato qualcosa di diverso, qualcosa di molto efficace quando funziona al meglio[/i] …il problema però è farlo funzionare.