[b]LA Lakers (21-4)[/b]
La sfida contro il peggior record della Lega (2-26 New Jersey) superata agevolmente ha permesso di parlare ancora sul rinnovo di Kobe Bryant atteso in questi ultimi giorni del 2009, seguendo così Pau Gasol che fino al 2014 sarà un Laker. La firma è certa, ma mancano da definire le solite clausole…nel frattempo comunque ci si prepara per il big match interno del 25 contro i Cavs: stanotte si chiude il tour ad Est a Detroit, un match duro perchè il Palace è generalmente campo indigesto, anche se il paragone tra le due squadre, sulla carta, non regge. Periodo d’oro poi per Gasol (tre gare da 20+20) e Kobe (game winner a Milwaukee e percentuali incredibili), in forma davvero smagliante.
[b]Phoenix Suns (18-9)[/b]
I Suns ottengono la vittoria numero 10 in 10 gare casalinghe, confermando l’imbattibilità dell’Airways Arena unica squadra della NBA e demolendo così la difesa di Washington.
Coach Gentry sminuisce il valore di questi numeri [i]”Abbiamo Cleveland, poi Oklahoma City che sta giocando alla grande, poi i Clippers, anche loro in gran forma, poi i Lakers e poi Boston. Non vedo come possiamo essere felici di incontrare queste squadre”.[/i] [i]”Il loro basket è simile a quello dei Warriors”[/i] commenta Flip Saunders [i]”Ma la loro superiorità deriva dal grande playmaking di Steve, il che li rende una squadra allo stesso tempo ordinata e imprevedibile.”[/i] Tornato al 100% Jason Richardson, il cui polso, slogatosi, sembra ora a posto: ne è una dimostrazione il 10/18 per 22 punti di stanotte, bene anche Dragic il cui minutaggio sta gradualmente salendo.
[b]Sacramento Kings (12-14)[/b]
La sfida tra i due rookie più promettenti dell’anno si è conclusa in favore di Tyreke Evans che per la sconda volta in pochi giorni ha lasciato l’amaro in bocca ai fedeli del Bradley Center, già affondati dal tiro alla scadere di Kobe. Evans (24 punti e 7 rimbalzi) con poco più di 5 secondi sul cronometro trova spazio per penetrare e battendo Bogut sulla linea di fondo infila in layup i due punti per la vittoria [i]”Ho pensato andasse verso destra, ma con il secondo passo ha cambiato immediatamente velocità e direzione e l’ha messa dentro…”[/i] commenta amareggiato il centro australiano.
La vittoria contro i Bucks comunque arriva in un periodo di continui alti e bassi, in particolar modo la sconfitta a Minnesota match che avrebbe permesso di restare sul 50% di vittorie: promozione intanto per Casspi allo starting five, male le second unit prive di energia e lontane dall’essere determinanti, elemento cruciale nel proseguo di stagione viste le partite in programma le prossime due settimane, tra Lakers, Cavaliers e Nuggets…
[b]LA Clippers (12-14)[/b]
Con tre vittorie nelle ultime quattro gare disputate, i cugini dei gialloviola possono respirare di nuovo: il finale thriller contro Phila ha esaltato i due lunghi Camby e Kaman autori di due prove maiuscole con sostanziose doppie-doppie (11+22 e 24+11). Panchina corta, con il presistente contributo nullo o quasi di Telfair, ma grande cuore, una squadra che sembra avere finalmente compreso di avere potenzialità per fare davvero male, in attesa sempre del recupero di Griffin, fissato da qualche settimana a metà Gennaio.
[b]Golden State Warriors (7-19)[/b]
Nove sconfitte nelle ultime dieci partite, squadra ormai reputata insieme ai Nets (unica squadra battuta) “cuscinetto”…, 107 punti segnati e 111 subiti. Un disastro da cui uscire sembra ormai impossibile: a Nelson, l’arduo, arduissimo compito… Con Mikki Moore fuori per tre mesi dopo aver subito un intervento al piede, i Warriors restano inoltre in 8 senza più alcuna importante presenza difensiva: da qui il pensiero di chiedere ufficialmente alla lega la possibilità di acquisire nuovi giocatori per permettere il completamento del roster.