Spagna-Lituania è stata una delle partite più interessanti e rocambolesche di questo inizio di mondiale che la Rai ci sta offrendo, tutto sommato con buona copertura, a discapito di qualche svarione a livello di telecronaca.
Il regalo più bello di “mamma Rai” applicato al basket è la possibilità di vedere ed ascoltare i timeout degli allenatori e se qualcuno mastica un pochino di spagnolo (il lituano è decisamente più duro da digerire) ha potuto godere di alcuni esemplari momenti di basket.
10” sul cronometro del secondo quarto e la Spagna ha la possibilità di orchestrare l’ultimo possesso offensivo partendo dalla propria linea di fondo. Scariolo con la calma olimpica si dota della sua lavagna magica che ad un semplice spostamento di levetta viene cancellata ed è pronta per un nuovo schema.
La tecnologia spagnola non è avanzatissima ma crediamo che molti allenatori di prima o seconda divisione pagherebbero per una bella lavagnetta ad “instant erase” come quella targata San Miguel di Don Sergio.
La rimessa disegnata dal tecnico bresciano prevede palla a Rubio che, portandola oltre metà campo, gioca un pick and roll alto con Garbajosa per la penetrazione, trovandosi il campo allargato da due tiratori del livello di Fernandez e Navarro posizionati negli angoli e pronti per il catch and shoot. La prima opzione sembra lo scarico aperto per i due frombolieri, ma prima di rompere le righe il coach invita Rubio e gli altri a cercare prima il ferro e solo dopo il tiro da fuori. Il play del Barcellona gioca il pick and roll e senza nemmeno esplorare il perimetro va per il canestro e fallo a 4” dalla fine.
Contro-timeout lituano che dovrebbe essere propedeutico alla gestione dell’esiguo tempo rimanente. Coach Kemzura ne spende metà per la “cazziata educativa” per il gioco da tre punti puerilmente concesso, e la restante metà per disegnare un gioco che dovrebbe mangiare il campo e creare un buon tiro.
La risultante è una rimessa che finisce nelle mani di Kleiza che da fermo parte con un paio di falcate, ma spara una tripla senza velleità, appena passata la metà campo.
La calma olimpica e la preparazione tecnica contano, ma anche avere gli interpreti giusti per recitare ha il suo peso in questo giochino…
Il secondo tempo è la più classica delle figure mitologiche a due facce: la prima tutta rosso-fuoco con Fernandez, Gasol e Navarro a portare i propri colori sul +18 e mettendo in evidenza tutta la gioventù e l’inesperienza di una Lituania intrigante ma acerba.
La seconda faccia è completamente pitturata di verde, con Maciulis e Pocius sugli scudi dove, il primo annulla Rudy ed il secondo sigla i canestri pesanti del match.
La lenta ed inesorabile rimonta lituana ha il culmine con le due rubate con schiacciata di Maciulis davanti ad una Spagna attonita e ferma a guardare l’energia avversaria. Marc Gasol (fin lì devastante quando innescato in movimento) viene convertito in un giocatore da isolamento in post basso e qui si vede quanto ancora disti dal fratello Pau. Rubio è più dannoso che utile e Fernandez non riesce a prendere in mano il match. La risultante è che la Lituania porta a casa il match con una rimonta che ha dell’incredibile (23-9 il parziale dell’ultima frazione) e conseguita con la minima partecipazione della stella Kleiza (17 per lui, ma solo 4 negli ultimi 8′ di partita). La Spagna ora è nei guai più per quanto riguarda l’autostima che per la classifica, perché un dominio di quella portata durante il terzo quarto, convertito in una sconfitta contro una squadra che a livello di esperienza non è lontanamente paragonabile, fa pensare e preoccupare anche un santone come il Pat Riley del vecchio continente.