ROMA – Alla fine la spunta Roma contro un’Avellino all’osso nelle rotazioni ma, francamente, c’è pochino da festeggiare in casa Virtus nonostante sia arrivata l’attesa vittoria con dieci punti di scarto che ha ribaltato il +7 a favore degli Irpini dell’andata.
C’è veramente poco da dire: contro un’Avellino senza ben 4 giocatori, e cioè nell’ordine senza Spinelli (in panca con la tuta per onor di firma), Dean, Johnson ed il ben risaputo Chevon Troutman, e con un Szewczyk menomato per un indurimento muscolare al bicipite femorale destro e costretto a sedersi anche lui dal 16° con maggiore frequenza in panchina, la squadra di Filipovski ha forse disputato a nostro avviso la peggiore gara casalinga della sua pur breve gestione da quando è giunto a sostituire Matteo Boniciolli. Intendiamoci, anche merito, grosso merito va dato a Francesco Vitucci ed al suo staff che è riuscito a mettere in piedi sempre questa sera dei quintetti caparbi, decisi, perfettamente consapevoli dei propri limiti ma anche delle proprie capacità, mettendo letteralmente paura allo sparuto gruppo dei giovanotti in maglia bianca, letteralmente salvati alla fine da un fenomenale Charlie Smith, autore di ben 22 punti tutti nel periodo finale e MVP del match, che ha di fatto reso possibile portarsi a casa lo scalpo biancoverde.
Non vogliamo comunque ergerci a censori, non vogliano farlo, ma la gara di Roma di questa sera è stata oggettivamente qualcosa di difficilmente definibile come una prestazione da pallacanestro di Lega A. Al cospetto di un’avversaria visibilmente menomata nel roster, con il giovane Infanti (7 p.ti alla fine per lui ma tanto sudore in difesa), nello startin five a surrogare nello scacchiere di Vitucci il mancante Taquan Dean, l’Urbe disputava un primo quarto buono per ritmo, decisione e concretezza. Quasi tutti gli uomini mandati in campo da Filipovski andavano a canestro tranne Crosariol (altra prova senza qualcosa di positivo con 3 di valutazione finale, 1 solo rimbalzo all’attivo), con un ottimo Datome che con 3 tiri dalla lunga a bersaglio di fatto tracciava il solco, il divario tra le due squadre al primo intervallo sul 26-18. Avellino era costretta nel periodo per lunghi tratti a zona, cercando di tenere basso il ritmo della gara per evidenti ragione di fiato e di rotazioni, con un Green che si dannava l’anima per mettere in ritmo i suoi ma senza riuscirci: Roma controllava l’inerzia con un giusto equilibrio tra tiri dalla lunga e tiri da dentro il pitturato, padrona al rimbalzo e ben disposta in campo, Avellino s’affannava come logica imponeva a rincorrerla, restando a galla grazie alle triple di Lauwers.
Secondo periodo e…..Roma usciva piano piano, mentalmente dal match. L’illusoria, unica tripla di Gordic in tutta la sua gara ma dopo ben due minuti d’orologio di diversi errori d’ambo le parti dava ai suoi il massimo vantaggio (29-18, al 12°), ingenerando forse in seno alla squadra l’illusoria convinzione d’avercela già fatta contro gli amabili resti irpini. Ed invece era l’inizio del calvario cestistico per lui ed i suoi compagni che durerà sino al 33° del periodo finale. Vitucci, alternando ora zona 2-3, ora uomo mista zona con qualche marcamento personalizzato al momento di rimettersi a zona, faceva il suo e la Virtus cadeva nel tranello di sentirsi già in tasca la vittoria commettendo una serie inenarrabile di sciocchezze in attacco. Le solite palle perse, alla fine saranno ben 19, consegnavano quindi in mano l’inerzia a Thomas e Green che non chiedevano di meglio che immettere nella mente degli avversari il tarlo del dubbio, della deconcentrazione, il modo peggiore di attaccare la zona e soprattutto una squadra che ha deciso di “morire” in questo modo. Mini-parziale di 0-9 per l’AIR con un ottimo Thomas e tripla d’Infanti, 29-27 con Filipovski costretto a fermare tutto per scuotere i suoi. Ma “alea iacta est“, e nonostante una buona uscita dal time-out Roma continuava ad imbarcare acqua a bordo per la gioia dei tantissimi appassionati tifosi irpini che non credevano alle proprie pupille. Soliti errori quelli di Roma dicevamo: possessi con scarsa circolazione della sfera che contro la zona è un peccato a dir poco mortale, scarsa determinazione al tiro e soluzione cercata spesso dalla distanza invece che da dentro l’arco dei 3 punti. Sempre Thomas dalla lunetta ed addirittura il solito Dimitri Lauwers da 3 schiaffeggiavano i presuntuosi dirimpettai, stampandogli in faccia un altro mini-break da 0-6 nonostante anche Szewczyk si sedesse al 16° in panca per guai fisici, finale all’intervallo lungo (tra lo stupore generale mista alla rabbia dei supporters locali, letteralmente increduli), di 35-36 per gli ospiti.
Al rientro in campo Djedovic & Co. scendevano sul parquet addirittura solo a 2 minuti dall’inizio del terzo periodo, a testimoniare che qualcosa nel segreto dello spogliatoio coach Filipovski avrà dovuto pur dire.
Ma al “pronti, via !” per il terzo periodo, le cose non mutavano granchè per Roma. Marques Green macchiava la sua prova sparacchiando a salve da ogni dove (risulterà comunque alla fine sempre il migliore dei suoi con 21 di valutazione finale nonostante l’1/11 da 3), e la Virtus s’adeguava non difendendo a dovere, perdendo anche qualche palla vagante di troppo dimostrando d’essere in crisi mentale netta al cospetto di un sempre più sicuro avversario, azione dopo azione. Quando ad esempio Djedovic da fuori riusciva finalmente a rimettere davanti i suoi nel punteggio al 24° (40-38), sul ribaltamento di fronte dall’altro fronte del campo, sempre Lauwers trovava la tripla gelando l’ammutolito pubblico di casa (40-41, al 24°). Niente zone press da parte di Filipovski, niente, nemmeno contro un Green che si sarebbe sorbito alla fine tutti e 40 i minuti della partita in playmaking . E quando prima Oscar Thomas da 3 e subito dopo il redivivo Casoli ribadiva dentro un bel rimbalzo d’attacco mettevano Avellino sul +4 al 28° (42-46), la paura si trasformava in sconforto sugli spalti, essenzialmente per la bruttezza cronica dello spettacolo agonistico offerto dai possessori della maglia bianca a bordi giallorossi. Dasic la metteva da 3 ? E Lauwers, ancora lui, rispondeva a tono, 45-49 al 29°, bissando subito dopo (45-51). Per fortuna il rientrante Traore (doppia doppia per lui come per Dasic e Datome alla fine), tamponava l’emorragia nervosa, terzo periodo chiuso con Avellino ancora avanti, 47-51.
E lo schock per i padroni di casa iniziava a far tremare le gambe quando, nel quarto periodo, il baby Cortese dava ai suoi il massimo vantaggio al 32°, 47-54 per la truppa di Vitucci e Zorzi. Ancora Traore, 49-54……E dopo, finalmente, dopo l’ultima, bella prova di Brindisi in trasferta in cui aveva da solo riportato in gara la solita Virtus smemorata e orrorifica da periodo stavolta iniziale, ecco che cominciava il Charlie Smith’s Show.
Dapprima con un gioco da 4 punti (tripla più fallo ingenuo di Cortese su di lui dalla lunga), che dava ai suoi il 53-54 al 33° e che di colpo rendeva le gambe degli straordinari ragazzi irpini più molli e stanche, dopo con un repertorio di tiri, sia liberi che dalla lunga impressionante, modello Ragno ai tempi del Real Madrid! Cortese, Green, Casoli, Lauwers e Thomas, assieme ad uno stoico Szewczyk dovevano alla fine arrendersi al cospetto di tanta classe nonostante due ottime triple di Cortese e di Green che mettevano al riparo almeno la differenza canestri: troppa fatica alla fine, poca lucidità nei momenti finali importanti e davanti ad un indemoniato Charlie Smith anche lo scarto finale nel doppio confronto arrideva all’Urbe. A lui s’univano nel periodo finale Gordic (9 punti e ben 5 assist), con molti importanti minuti in campo e Dasic (doppia doppia per lui, dicevamo, frutto di 15 punti e 12 rimbalzi, 16 di valutazione), e senza dimenticare che sempre lui, Charlie Smith, si prendeva carico anche di difendere su Marques Green per quasi tutto il periodo, rubandogli addirittura palla e scappando in solitaria verso il canestro avversario in uno dei momenti più cruciali del match.
Finiva 80-70 con tripla di Dasic a fil di sirena, vittoria quindi per Roma ma, ripetiamo, c’è poco da stare allegri a Viale Tiziano mentre, come accennato prima, applausi e solo applausi ad una commovente ed indomita Avellino, fiera rappresentante di una terra di gente vera ed appassionata come poche nel panorama cestistico nazionale, complimenti davvero !
Ma tornando a Roma, con tutto il rispetto per l’eroica pattuglia biancoverde, non si può ignorare che contro una squadra avversaria ridotta ai minimi termini nelle sue rotazioni la sofferenza nel match doveva essere minima, in dosi omeopatiche diremmo. Nonostante l’ottimo avvio di match, ecco l’immancabile distrazione globale, lo sbandamento puntuale, lo smarrimento più incredibile quando tutto andava per il verso giusto. Come è possibile allora disputare una gara dignitosissima al cospetto del Barcellona, sì….Un pò in gita, è vero, ma pur sempre una prova degnissima soprattutto alla luce dei rovesci recenti in Eurolega, e solo poche ore dopo giocare bene per un periodo eppoi uscire letteralmente dal campo per due quarti rischiando seriamente di compromettere i Play-Offs, gettando alle ortiche un’occasione più unica che rara di battere un’antagonista in crisi (momentanea, ci auguriamo !), di uomini e mezzi ? Troppe volte si ripetono queste prestazioni che lasciano senza parole perchè è evidente che si giochi sulle uova in certi frangenti, quasi come se si stesse ballando a bordo del classico Titanic nonostante le scialuppe siano lì, pronte, a portarti in salvo.
La dirigenza deve intervenire. In questo modo, con questo atteggiamento si rischia seriamente di compromettere un’annata già messasi in salita, auguriamoci solo che di dovere prenda seri provvedimenti.
Sala Stampa
Vitucci
Sono molto contento perchè non potevo chiedere molto di più ai miei, hanno onorato la maglia ed hanno dimostrato che il quarto o quinto posto che sia in classifica non è per niente casuale. Abbiamo giocato contro una squadra molto più forte di noi, sembrava la storia dei i Lillipuziani contro Gulliver….Abbiamo fatto quanto abbiamo potuto, cercando di giocare con ordine, purtroppo siamo mancati dal tiro dalla lunga, in difesa invece la zona ci aveva dato molto, anche se eravamo “costretti”….Ma poi siamo crollati fisicamente e dopo abbiamo visto un grande Smith che ha risolto la gara per Roma, i miei complimenti a lui. Poi abbiamo perso anche Szewczyk, che da 4 ha creato grosse difficoltà a Roma, ha avuto un risentimento muscolare al bicipite femorale, nulla di grave ma non mi andava di perderlo con tutte quelle assenze di cui soffriamo, non potevamo fare di più. Mi spiace, mi spiace molto per i miei ragazzi perchè han fatto una gran partita. Adesso cercheremo di recuperare qualcuno, faremo qualcosa per affrontare Montegranaro ma siamo ridotti all’osso senza Spinelli, Johnson, Dean ed ovviamente Troutman. Sì, abbiamo comunque avuto una grande voglia, una grande convinzione, sapevamo che con la zona 2-3 li avremmo messi in difficoltà, confondendogli bene le idee, evitandogli gli uno contro uno dove potevamo soccombere facilmente. Abbiamo lasciato ovviamente molto sotto canestro ma non potevamo fare di più. Sì, quando si è fatto male Szymon ho pensato veramente che la sfortuna non ne voleva sapere d’abbandonarci !?!? Ma devo elogiarli tutti i miei, da Casoli ad Infanti, tutti.
Mah, stiamo facendo bene, stiamo lavorando bene ed ho avuto la fortuna di lavorare con ragazzi di spessore, i miei meriti sono quelli che vedete espressi sul campo e comunque sono sempre loro i protagonisti, io li aiuto ad esprimersi. Comunque è ovvio che dovremo sistemare la squadra perchè li stiamo spremendo molto ‘sti ragazzi, ma questo non spetta a me stabilirlo. C’è anche un grosso lavoro mentale, difficile, dopo la Coppa Italia adesso vogliamo risposte più concrete dalla Dirigenza e stiamo diventando esigenti, non è un problema il pagamento dello stipendio ma così come siamo messi, con tutti gli acciacchi non andiamo da nessuna parte! Vediamo come saremo e chi saremo contro Montegranaro, io non ho idea al momento di cosa ci offrirà il futuro. Non dobbiamo disperare, dobbiamo dare il massimo sempre perchè se c’è rimedio, perchè disperarsi ? Non so però nulla di concreto ad oggi.
Filipovski
Una gara molto difficile, ce lo aspettavamo perchè Avellino ha dei valori che la classifica indica e mi congratulo con loro perchè han fatto una gran partita ed anche a coach Vitucci. All’inizio siamo andati bene ma quando ci siamo trovati davanti alla loro zona, zona con una misto-uomo e zona assieme, ci siamo complicati la vita da soli, abbiamo sbagliato molti tiri ed abbiamo perso confidenza con l’attacco e difeso male dopo qualche buon loro canestro. Abbiamo avuto troppo relax mentale, ci siamo adagiati al ritmo che desiderava Avellino ed abbiamo sbagliato ad andar dietro al loro ritmo certi che avremmo poi vinto. Le difficoltà ? Prima di tutto con Green in campo è difficile rubargli palla, dovevamo comunque limitarlo ed ho cambiato molti uomini in difesa contro di lui, poi come avete è stato un grande Smith a prenderlo, ha difeso su di lui e dopo fatto quei canestri che ci servivano, sono contento per lui, una gran prova.
Effettivamente nel secondo e terzo quarto abbiamo giocato male ma sapevano che col tempo loro avrebbero perso forze e lucidità a causa delle scarse rotazioni che avrebbero avuto. Ed infatti loro hanno giocato con Green e Thomas sempre in campo, la rotazione è diventata difficile e così è stato. Abbiamo avuto un periodo di adattamento che abbiamo corretto. E’ vero, stiamo avendo problemi, abbiamo avuto problemi nella penetrazione e nello scaricare fuori la palla contro la loro zona ad esempio, non lo nascondo, non abbiamo giocato in modo costante e lo vedo ma intanto abbiamo vinto ed abbiamo ribaltato anche la differenza canestri contro Avellino. Contro la zona devi avere pazienza, soprattutto nel terzo periodo, ma abbiamo reagito, non in modo costante ma reagendo contro una squadra che ha vinto spesso in trasferta.
Gigli sta recuperando la miglior condizione, contro il Barcellona abbiamo cominciato un lavoro di recupero anche perchè non c’era Traore che invece stasera poteva esserci, il recupero di Angelo prevedeva anche stasera qualche minuto, poi contro Thomas che è molto veloce e rapido di piedi mi serviva un difensore diverso. Gordic ha fatto bene nell’ultimo quarto ma anche Washington non posso dire che abbia fatto male. Vedo che tutti danno il massimo, ad esempio contro il Barcellona Darius ha fatto bene, forse meglio di Gordic, dipende dalle situazioni che mutano da gara a gara.
Lottomatica Virtus Roma – AIR Avellino 80-70
Parziali: 26-18; 9-18; 12-15; 33-19
Progressione: 26-18; 35-36; 47-51- 80-70
MVP Il Ragno. Nient’altro da scrivere. Una prova magnifica, maestosa, di rara potenza e decisione quella andata in scena questa sera nel quarto perido. E’ valsa da sola il prezzo del biglietto. Bravo anche, ma non fa nemmeno più notizia, il solito Green che ha però commesso troppi errori al tiro.
WVP Le valutazioni direbbero il polacco Szewczyk ma come si può prendersela con lui nonostante l’orgoglio mostrato ? Diremmo allora Crosariol, come anticipato prima. Impalpabile, inguardabile, inconcepibile. Rifiuta tiri da distanza ravvicinata per riaprire un gioco che non occorre riaprire, quand’è che convertirà a canestro un pallone preso, ricevuto, conquistato a pochi centimetri dal ferro ? Mah….
Fabrizio Noto/FRED