Con lo striscione di fine regular season in vista e con le molte posizioni dei playoff ancora da stabilire, diamo uno sguardo a queste ultime due settimane di stagione regolare. Situazioni diametralmente opposte per quanto riguarda Est e Ovest. Partiamo dal wild west: se il primo posto di San Antonio è già scritto, la corsa al secondo posto è ancora aperta. I Lakers si sono scrollati di dosso i piccoli problemi avuti prima dell’All Star Game: hanno vinto 9 delle ultime 10, battendo Dallas e confermandosi come la squadra da battere. Una ripresa dovuto soprattutto al ritorno ad una condizione quasi ottimale di Andrew Bynum: l’ex bimbone ha approfittato della piccola pausa per il week end delle stelle per lavorare ancora sul suo ginocchio. Con Bynum tornato a regime i Lakers possono vantare una potenza sotto canestro che non ha pari nella Lega. Coach Zen può permettersi di avere in campo sempre un 7 piedi che, affiancati a Odom, diventano ingestibili per qualsiasi difesa e, soprattutto per qualsiasi attacco. Dallas sembra leggermente in calo, ma la distanza tra le due squadre è veramente poca, e Jackson potrebbe anche obbligare Bryant a fermarsi per recuperare al meglio dall’infortunio alla caviglia (ipotesi comunque remota, visto che il 24 fa sostanzialmente quello che vuole lui). Più movimentata la vita sotto le 3 grandi: Oklahoma City sembra tranquilla del suo quarto posto, che potrebbe ipotecare in settimana, quando incrocerà il suo cammino con quello di Denver. I Nuggets, che dopo la trade avevano compilato un record importante, sono in striscia perdente di due, e l’infortunio a Felton potrebbe aver messo la parola fine sulle ambizioni dei ragazzi di Karl di finire nella parte alta del tabellone, ma soprattutto, costringe le pepite a guardarsi alle spalle. Infatti, dietro a Oklahoma la battaglia per un posto ai playoff è aperta: Denver sembra la più tranquilla, ma il nono posto non è poi così lontano e per l’ultima moneta ad ovest ci sarà battaglia fino alla fine. Portland, New Orleans e soprattutto Memphis non possono dormire sonni tranquilli, perché Houston e Phoenix arrivano a questo rush finale con i giri del motore alti. Certo il ritorno di Roy è una garanzia per Portland, ma la super star dei Blazers ha un minutaggio ridotto e il suo impatto è fortemente limitato dai tanti problemi fisici. Alla finestra restano a guardare Spurs, Laker e Mavs: Blazers, Hornets e Grizzlies sono clienti scomodi da affrontare ad un primo turno, in particolare Dallas avrebbe piacere a non incontrare Paul e compagni, la nemesi della squadra allenata da coach Carlisle.
Da ovest ad est, dove tre squadre combatteranno fino alla fine per il primo posto nella conference. Boston, Chicago e Miami, due pronosticate in queste posizioni fin dall’inizio dell’anno, una, Chicago, vera sorpresa di questa stagione. I Bulls arrivano a questo rush finale senza niente da perdere, con un superstar definitivamente sbocciata ed una solidità difensiva da top team. Derrick Rose sta disputando una stagione da MVP, e coach Thibodeau è tra i maggiori candidati al titolo di allenatore dell’anno, specialmente se pensiamo che i Bulls hanno dovuto fare a meno per molto tempo di Boozer, poi Noah ed ancora Boozer. Vederli in cima alla conference da la misura del valore del coach e di Rose. Diverse le situazioni di Boston e Miami: i Celtics, falcidiati dagli infortuni, non sembrano intenzionati a spremersi troppo per chiudere al primo posto, anche se avere il fattore campo sarebbe quasi una garanzia di arrivare in finale. Come detto però, Rivers non può spremere i suoi senatori prima dei playoff, ma in ottica finale, se il fattore campo è già perso nei confronti degli Spurs, i verdi gradirebbero averlo con i Lakers. Miami… da dove si comincia? E’ 5-5 nelle ultime 10, un andamento che rispecchia quello della stagione: rullate pazzesche e vittorie in striscia, alternate a debacle quasi imbarazzanti. I Big 3 sono davvero tali, ma l’impressione è che Miami sia imbattibile quando le percentuali da fuori di Wade e James sono buone, mentre se la soluzione perimetrale non funziona con regolarità, gli Heat facciano fatica. Hanno difesa, talento ed un gioco in campo aperto senza eguali nella storia della Lega, ma ai playoff basterà? Scendiamo di posizioni: Orlando e Atlanta sembrano sicure del quarto e quinto posto, mentre per le ultime tre piazze è guerra senza quartiere. New York, che prima della trade sembra sicura del sesto posto, ora non solo è stata scavalcata dai Sixer (attenzione a chi li pesca ai p.o.), ma deve fare attenzione al ritorno di Indiana e Milwaukee. Tra i Buks e la squadra di D’Antoni il divario è ampio, ma le ultime uscite non hanno dato segnali positivi all’ex giocatore dell’Olimpia, ed i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo. In corsda per l’ottavo posto ad est ci sarebbe anche Charlotte, ma la rinuncia a Wallace è troppo pesante nell’economia della squadra di Airness.
Ultima raccomandazione: l’ultimo mese di stagione regolare è da prendere con le molle. Dunque, non stupiamoci di vedere giocatori semisconosciuti mettere assieme cifre mirabolanti, la NBA di primavera è come il tempo, pazzerella.
Stefano Manuto