Un vecchio adagio NBA recita che una serie non inizia veramente finchè la squadra in trasferta non vince. Di certo è l’idea dei Mavs che dopo una sonnolenta gara 1, stanotte, proveranno il colpaccio alla American Airlines Arena (da notare il “derby” tra le due arene NBA sponsorizzate dalla AA). Se la gara sarà ancora brutta, lenta e a basso punteggio (e basso numero di possessi) probabilmente Miami avrà nuovamente vita facile. Gli Heat hanno, dopo mesi, trovato la quadratura del cerchio, in questi playoffs. In attacco è ormai scontata l’alternanza tra i Big Three, e quello più in serata prosegue il lavoro mentre gli altri si mettono a disposizione. In difesa tutti in area, tant’è che lo stesso Nowitzki che stava tirando pochissimo dalla lunga distanza, si è visto negare le zone interne e vicine all’area dei 3 secondi, prendendosi complessivamente in gara 1 18 tiri piuttosto scomodi.
Miami concede volentieri il tiro da tre (che Dallas ha trasformato con un sufficiente 40.9%) perchè ha tra i suoi giocatori gente capace di coprire bene e velocemente gli spazi, così da tentare un recupero sul tiratore, quando necessario, o decidere di battezzare il Jason Kidd di turno. I Mavs devono impedire tutto questo, alzando le percentuali prima di tutto. In secondo luogo prendendo più tiri in transizione. Chi pensa che una gara di contropiede possa favorire esclusivamente gli Heat sbaglia di grosso. Il contropiede di Miami è solo ed esclusivamente quello primario, per non dire quello…”solitario” su situazione di stoppata o palla recuperata e apertura immediata per LeBron o Wade che chiudono al ferro. Dallas ha molte più chances ed ha una transizione offensiva organizzata e pericolosissima, dove Kidd può pescare i vari Terry o Stojakovic piazzati immediatamente con i piedi dietro l’arco.
Peja, Barea e in generale la panchina dei Mavericks dovranno essere molto più pericolosi e portare a casa punti di qualità e in maggiore quantità (solo 17 in totale per i cambi dei Mavs in gara 1, 12 dei quali del Jet). La rotazione a 8/9 giocatori di Carlisle non può incontrare ulteriori “serate no” da parte dei suoi migliori interpreti e deve far pagare dazio agli avversari quando schiera il quintetto con tre “piccolissimi” come Kidd, Barea e Terry.
Sul fronte Miami Heat poche nuove. I padroni di casa dovranno ripetere gara 1, facendo attenzione solamente alla percentuale dal campo: bissare il misero 38.8% del 1° episodio potrebbe questa volta non bastare per portarsi sul 2-0. Decisive le condizioni di Wade, dato come in ripresa dopo i problemi alla spalla sorti sul finire della serie di finale di conference. Spoelstra ha ripreso ad utilizzare Haslem con costanza, soprattutto nei momenti in cui si decide la gara. Il prodotto di Florida può contribuire a fronteggiare i quintetti piccoli di Dallas occupandosi al tempo stesso della marcatura di Nowitzki.
Se sul contributo delle stars di entrambe le squadre possiamo andare sicuri, la possibile chiave di svolta della serie sarà quindi l’impatto delle rispettive panchine, con quella texana che deve necessariamente salire di colpi. Tornare a Dallas sull’1-1 è un imperativo per la truppa di Mark Cuban.
Andrea Pontremoli