Ricordate la Juve che arriva al secondo posto e perde con Milano in semifinale? Ricordate quella di quest’anno che pur stentando in campionato, arriva ai quarti di Eurocup? La Juve è cambiata in tutta se stessa nell’estate del mercato.
Rivoluzione prima societaria, con un abbassamento del tetto ingaggio e dei liquidi disponibili. Cambio al vertice del team squad, dove è rimasto Sacripanti seppur a stipendio ridotto, ma quest’anno il buon Pino avrà lavoro raddoppiato visto che sarà anche General Manager di un gruppo che è stato rifondato nel suo roster fino all’osso. Il mercato è partito con i classici mal di pancia di stagione. Garri che aveva un contratto biennale, sia per le scarse prestazioni dell’anno passato, sia per i malumori personali che avevano accompagnato gli ultimi mesi all’ombra della Reggia, abbandonava la casacca bianconera in fretta in furia. Gli americani, che da più parti twittavano messaggi di “home sweet home”, si sapeva non sarebbero tornati. I rimanenti dovevano essere tre: Colussi, Di Bella e Doornekamp. Di questi, solo il ragazzone canadese, che ha sposato col cuore la causa bianconera, sarà della truppa di Sacripanti. Colussi, infastidito e mai soddisfatto dall’ambiente, ha usato la clausola di escape ed è tornato in Legadue a Veroli.
Capitan Di Bella invece ha creato intorno a sè il tormentone del resto-vado via. E tra il lavoro del suo nuovo procuratore Santrolli e le voglie del capitano di esplorare nuovi orizzonti alla fine, con una lettera struggente, è avvenuto il divorzio, con il play pavese che si è subito accasato a Montegranaro. Citando la legge, sentenza Michelori bis. Senza una squadra intera e con il solo Aaron a disposizione, senza anche un Sacripanti full time, che ha portato gli Under 20 fino al secondo posto continentale, si è lavorato molto e duramente prendendo quanto di meglio il mercato offrisse e scegliendo giocatori motivati per scegliere la causa casertana.
Prima di tutto si è pensato alla panchina, dove al fianco del capitano canadese hanno trovato posto nell’ordine Diego Ciorciari, playmaker ex Menorca, forse non eccelso al tiro ma abilissimo passatore che a giocare sul pick and roll sa far divertire; poi nello spot di guardia, dove l’anno scorso c’era Colussi, è arrivato dall’Enel Brindisi Giuliano Maresca, che ha nell’esperienza, nella duttilità e nella mano morbida i suoi punti forti per poter essere una riserva di lusso; infine il terzo colpo in tre giorni è stato Andrija Stipanovic, giocatore giovane, un centro che forse non ha gran mano dalla lunetta ma un autentico leone del parquet, che in Belgio ha saputo farsi rispettare e che coach Sacripanti ha visto all’opera già negli europei giovanili: un giocatore che fa dell’intensità e della lotta le sue prerogative e che secondo il coach non è detto che sia destinato alla panchina.
Chiusa comunque con 4 giocatori polivalenti la situazione dei backup, si è iniziato a costruire il quintetto, che sarà nuovo di zecca. Il primo tassello ad essere ufficializzato, è stato Alex Righetti, veterano ex Varese, che viene a sparare le ultime cartucce in maglia Pepsi, promettendo cuore e grinta anche lui. Un arrivo un po’ infelice per la piazza, ma che potrà garantire quello che serve, specie per il modo in cui le squadre di Sacripanti giocano, con spazi e campo aperto. Poi sono arrivati il play e il pivot. Nello spot caldo del gestore del gioco, ci sarà un ragazzo che ha sempre entusiasmato il cuore dei tifosi casertani, prima in legadue con Ferrara e poi in A, sempre con gli estensi e con Pesaro. Parliamo di Andre Collins, che è la risposta alle preghiere di quanti volevano un play di caratura con punti nelle mani e visione del gioco “all’americana”. Al momento è un extra, ma l’acquisizione del passaporto bulgaro non è un mistero che sembra ormai cosa già fatta. Caserta punterà sul 2+4. Il pivot titolare, americano anche lui, ma con passaporto macedone, sarà Kevin Fletcher, ex giocatore di Teramo, che ha promesso sangue e grinta su ogni lato del campo, e che ha scelto la città casertana, così come Collins, per le motivazioni, la storie e il pubblico nutrito che l’accompagna, più che per il corrispettivo economico che le altre richieste offrivano. Dando comunque per scontato il passaporto di Collins, adesso mancano la guardia e il lungo americani, che saranno presi un po’ più in là, quando le sirene lockout cesseranno di bloccare ogni trattativa con contratti Nba escape. Una pazza idea era giunta alle orecchie casertane, non è stata smentita dalla società: anche se, dato il budegt, non sembra percorribile, il nome che circola all’ombra della reggia è quello dell’ex T-wolves Rashad McCants. Un nome che sarebbe storia e che darebbe alla Juve quella guardia capace di fargli fare il salto di qualità, sempre che venga con la voglia di fare. Un ragazzo dal carattere difficile dicono in troppi, ma ricordate cosa dicevano 20 anni di Charles Schekleford? E sappiamo tutti come è andata a finire.
Domenico Landolfo