L’inizio di europeo per questa Italia, non è stato esattamente da ricordare, ma permettetemi di spendere prima due parole sulla copertura della competizione.
La nostra emittente pubblica regala un servizio che, nonostante due canali tematici, si collega un minuto prima della palla a due senza saper coordinare due evento live come i mondiali di beach soccer e l’italbasket. Quando arrivano le immagini da Siauliai, ci accorgiamo dell’ignobile collegamento audio della telecronaca che sembra fatta con un telefono di vecchia generazione. Ogni tanto le parole sono disturbate dal tono di un tasto che pare schiacciato con la guancia appoggiata al terminale o da degli squilli per il ri-collegamento. E’ onestamente imbarazzante la qualità e i contenuti del servizio fornito e, se pensiamo che questo servizio sarà esteso al nostro campionato, c’è solo da esser preoccupati.
Per passare a quello che più ci interessa, ovvero il campo, è impossibile non parlare del fantasma di Belinelli che si aggira per il campo. Contro la Lettonia ha dato tutto il peggio del suo repertorio, infatti un giocatore del calibro NBA non può permettersi di difendere, per tutta la partita, solo per recuperare da dietro il pallone. Il grado di riuscita di questa tecnica è riconducibile ad una schiacciata solitaria per lui in contropiede e a decine di rotazioni innescate e canestri avversari in appoggio subiti. Sembra impossibile che Pianigiani possa accettare questo da uno dei suoi giocatori più rappresentativi. Se poi a tutto questo aggiungiamo una gestione offensiva e un coinvolgimento che non va oltre i pick and roll con il solo Bargnani, capiamo perchè il vero parziale decisivo dell’unica vittoria azzurra sia avvenuto con lui in panchina.
Il secondo capitolo da analizzare è quello riguardante Danilo Gallinari. Sicuramente non è a posto a livello fisico e pare che anche la sua autonomia (oltre due “vecchie” rimediate sulle cosce) sia limitata, arrivando ai finali di partita con la spia della riserva accesa. Ha sempre impattato i match sin dall’inizio, forzando anche spesso oltre il lecito dal palleggio, ma sta fornendo prestazioni sontuose sotto le plance (7,3 rimbalzi a partita) dove, schierato da ala forte, fornisce una bidimensionalità che forse solo il biondo tedesco che ha affrontato qualche giorno fa può garantire. Sembra meno lucido e un pò più testardo rispetto alle sue ultime partite di area FIBA giocate, ma ovviamente rimane un giocatore decisivo e imprescindibile.
Il vero problema di questa nazionale è un pizzico di supponenza e di scarsa predisposizione al sacrificio. E’ innegabile che questa non è una squadra talentuosa che può competere con le prime forze europee, ma quello che preoccupa ancor di più è la poca dose di cattiveria e voglia di sbucciarsi le ginocchia che dovrebbe colmare questo gap. In difesa c’è un piano tattico e anche qualche intelligente aggiustamento dalla panchina (vedi marcatura su Nowitzki contro la Germania o l’emarginazione di Blums), ma manca il fuoco dei singoli che permette di chiudere la via del canestro e soprattutto innescare qualche facile transizione, cosa che facciamo raramente e malvolentieri. Questi canestri facili, provenienti da situazioni difensive favorevoli, potrebbero aiutare quella che è, a tutt’oggi, il peggior attacco a metà campo dell’intero torneo (67 punti realizzati a partita, meno anche dei 67.3 del Portogallo). Non c’è una singola situazione dinamica, quando la palla va in post basso a Mancinelli o Bargnani, l’unica soluzione è il tiro di questi ultimi, indipendentemente dalla qualità e dalle scelte della difesa. Questo espone a percentuali molto basse (35,4% dal campo con il 19% da tre) e soprattutto ad una scarsissima probabilità di rimbalzo d’attacco. Se pensiamo a come esce il pallone quando in post basso ci andavano i vari Lavrinovic o Rakovic a Siena sotto lo stesso allenatore, capiamo che qualche cosa non va a livello di coinvolgimento offensivo globale.
Pensare di qualificarsi è altamente utopistico, così come di battere la Francia alla luce delle prestazioni monstre di Parker, ma Pianigiani ha intelligentemente detto che bisogna misurarsi con i migliori per avvicinarsi e, magari sostituirsi a loro.
L’unico cruccio pesante riguardo alla nostra squadra in vista futura è l’assenza di miglioramenti sul campo dal punto di vista tecnico e di circolazione. I ragazzi saranno anche bravi, affiatati e vogliosi di mettersi a disposizione, ma all’interno dei 28 metri i passi in avanti sono davvero pochi rispetto all’idiosincrasica nazionale di Recalcati. C’è un Bargnani in più e i suoi 36 punti di ieri sono una prova ancor più brillante di quanto sia smisurato il suo talento, perchè l’80% di questi punti, sono frutto del suo essere testa e spalle sopra i suoi avversari diretti.
Domani alle ore 16.45 sapremo il nostro destino, anche se probabilmente la domanda è retorica e contiene già la risposta. Combattere con anima e cuore sino in fondo contro la Francia, sarebbe già un confortante segnale per il tanto sbandierato processo di crescita, per le congetture e classifiche avulse, rimandiamo tutto, eventualmente, al post partita con i transalpini.