Teramo – A dispetto di quanto non dica il risultato, c’è da dire che fino a tre minuti dalla fine l’incontro è stato in perfetto equilibrio, senza che nessuna delle due squadre riuscisse a compiere il break definitivo. Poi quello che non ti aspetti: un deludente Marques Green, fino ad allora tenuto a stecchetto dai difensori abruzzesi, si inventa due canestri dei suoi a cui Teramo non riesce a controbattere. Morale 51-60 per gli irpini e partita consegnata di fatto nelle mani della squadra di coach Vitucci
I tifosi teramani, ma anche tutto lo staff biancorosso, si aspettavano un pronto riscatto rispetto alle due precedenti trasferte in cui si era giocato solo per 20 minuti. Ma sebbene difensivamente si sia rasentato la perfezione tenendo Dean a 0 punti e creando grosse difficoltà a Golemac, dal lato offensivo è stata una partita da dimenticare. Lo dirà lo stesso coach Ramagli in sala stampa ammettendo le colpe della squadra. Certo lasciare che i propri giocatori continuassero a spadallare da tre piedi a terra e quasi senza l’uomo addosso non la possiamo prorpio definire una genialata e, a nostro modesto avviso, sarebbe stato più opportuno chiamare time-out prima. Quanto meno per ridare un po’ di verve in più ai giocatori che da allora hanno fatto tanta, troppa fatica a trovare la via del canestro.
Certo note positive ci sono: la panchina ha retto bene l’urto (peccato siano mancati i titolari salvo il solo Brandon Brown), Cerella e Polonara hanno dato dimostrazioni importanti per potersi ritagliare buoni minuti nella massima serie, Wanamaker è un mastino difensivo, ma chiedergli più coraggio nell’attaccare il canestro dentro e fuori il pitturato pare eresia pura. I converso Borisov è andato a finire a Chi l’ha visto dopo la bella prestazione con Siena e Fultz, in tutta sincerità, ci è apparso non determinante come invece lo è stato Spinelli uscendo dalla panchina per Avellino. Avellino che ha messo in mostra un ottimo Linton Johnson, un Ron Slay non lontanissimo parente di quello apprezzato gli anni passati, e un Marques Green che nonostante il 4/14 dal campo è riuscito ad ottenere un bel 14 di valutazione
Ancora una volta Teramo si trova di stanza nelle ultime posizioni con tanto lavoro ancora da fare. Si, la squadra è “work in progress”, ma a tutto c’è un limite. E il prossimo proibitivo impegno contro la Bologna di McIntyre e Poeta sarà un bel banco di prova per dimostrare la forza, il talento e il collettivo di una squadra che deve ancora dimostrare parecchio.
MVP: Nonostante il 4/14 dal campo, quelle due triple maledette che hanno spezzato le ginocchia di Teramo lo eleggono di fatto a miglior giocatore dell’incontro.
Parziali: 18-18 15-17 12-13 12-23
Progressione: 18-18 33-35 45-48 57-71
Sala Stampa
Coach Ramagli: Ha vinto chi ha meritato di più. Ha vinto chi ha un’identità più definitiva della nostra. Stiamo lavorando sui nostri difetti ma siamo ancora work in progress, perciò sbagliare ci sta. Abbiamo scelto di tenere duro in difesa e siamo stati bravi perché tolto i minuti di garbage time abbiamo tenuto Avellino intorno ai sessanta punti. Certo che se ne segni solo 57 vincere diventa difficile. Avevamo le nozioni per fare bene ma non le abbiamo applicate. Purtroppo la sconfitta è figlia della scarsa qualità offensiva che abbiamo prodotto. Wanamaker doveva annullare Dean e ci è riuscito. Dall’altro lato deve imparare a prendersi qualche responsabilità e qualche tiro in più, perché questo è quello che ora vogliamo da lui.
Coach Vitucci: Siamo sempre stati con la testa nella partita, abbiamo difeso bene tenendo la squadra di casa a 57 punti. Sapevamo che Teramo poteva mettere in campo tanta qualità, siamo stati bravi a non farla venire fuori, creandogli non poche difficoltà offensive. I 5 recuperi e i canestri di Green nell’ultimo quarto sono stati determinanti per portare a casa la vittoria. Su Golemac decideremo in seguito, lui ha tanta esperienza ma deve adattarsi al modo di giocare dei brotha che abbiamo in squadra. Comunque sta crescendo di condizione ed ha solo bisogno di tempo. In bocca al lupo al Teramo per il prosieguo del campionato.
Mirko Pierpaolo Papirii