Al termine dell’undicesima giornata del campionato di basket di Serie A, turno apparentemente interlocutorio – in quanto privo di match di cartello – ma comunque in grado di regalare molteplici spunti di riflessione, le due grandi favorite per la conquista dello scudetto 2011/2012 si ritrovano appaiate in vetta alla classifica. Ad approfittare, come da pronostico, del turno di riposo osservato dalla Montepaschi Siena è l’EA7 Emporio Armani di coach Sergio Scariolo, che tra una notizia di mercato e l’altra ha avuto modo di superare in scioltezza, sul parquet amico del Forum, una Fabi Shoes Montegranaro le cui resistenze sono durate lo spazio di 10 minuti. Pur priva di due titolarissimi come Bourousis e Hairston (e impaziente di aggiungere alle rotazioni il neo acquisto Gentile, di cui tratteremo più avanti), la formazione milanese non ha fallito la ghiotta opportunità dell’aggancio ai danni dei pluricampioni d’Italia in carica.
A quota 16 punti si riforma così la coppia che già dall’estate sembrava destinata a dominare la scena nazionale. Ma per Siena il turno di riposo è forse arrivato nel momento più opportuno, col roster afflitto da alcuni gravi infortuni e nel momento in cui il resto della rosa a disposizione di Pianigiani aveva tutto il bisogno di qualche giorno di tregua per ricaricare le batterie, in vista del rush finale del girone di andata che coinciderà, in campo europeo, con le Top 16 di Eurolega e l’entrata nel vivo delle battaglie sui parquet continentali. A tal proposito, facendo un caloroso in bocca al lupo a Milano per la trasferta a Belgrado che giovedì – in occasione dell’ultima giornata della prima fase di Eurolega – determinerà l’esclusione o la qualificazione dell’Armani, va altresì detto che l’esito di questo “dentro o fuori” contro il Partizan rischia di essere il vero spartiacque della stagione meneghina. I dilemmi sono sempre i soliti: proseguire il cammino in Europa toglierà o no energie preziose da destinare verso l’obiettivo-scudetto? E un’eventuale prematura eliminazione, invece, potrà avere contraccolpi su un gruppo che, pur ricco di campioni, non sembra ancora avere piena consapevolezza dei propri enormi mezzi?
In attesa che il campo (unico giudice competente) emetta questo verdetto, scorrendo la graduatoria della nostra Serie A va notato come altre formazioni non siano riuscite a sfruttare la sosta ai box della Montepaschi. La sconfitta dell’Angelico Biella a Varese da un lato consente alla generosa Cimberio di Charlie Recalcati di continuare ad assaporare con merito il profumo della piena zona playoff, dall’altro lato lascia un pizzico d’amaro in bocca a coach Cancellieri, che in caso di colpaccio esterno avrebbe potuto consegnare agli annali del team piemontese un traguardo probabilmente storico, quello della vetta dopo 11 giornate. Non coglie l’attimo propizio neanche la Bennet Cantù: battuta in extremis da una Novipiù Casale già da qualche settimana rilanciatasi alla grande nella lotta salvezza. La compagine brianzola continua con quell’andamento ondivago che sta caratterizzando una stagione totalmente sui generis per chi per anni non è mai stato abituato a competere su due fronti.
La fortuna di Basile e compagni è che la classifica – alle spalle del duo di testa – resta corta, le lunghezze di ritardo da Milano e Siena sono solamente 4, ma 5 sconfitte in campionato sembrano troppe per una squadra che in Europa ha dimostrato di avere cuore e attributi da vendere. Nonostante la presenza nel roster di alcuni elementi di esperienza internazionale, la mentalità e la capacità di resistenza su due fronti dell’intero gruppo non si costruiscono in fretta, e ahinoi molte volte in passato le formazioni italiane (esclusa ovviamente Siena) hanno accusato il doppio impegno settimanale dovendo pagare dazio o da una parte o dall’altra: l’imminente Top 16 impegnerà la Bennet in Eurolega almeno per altri due mesi, periodo nel quale l’allenatore Trinchieri dovrà lavorare sia sull’aspetto tecnico che su quello mentale dei suoi ragazzi, per evitare – a inizio marzo – di ritrovarsi ad inseguire col fiatone. Mentre in zona-Final Eight si riaffacciano di prepotenza la Canadian Solar Bologna e la Pepsi Caserta, vittoriose in casa rispettivamente contro Venezia e Teramo, gli uinici due successi esterni di giornata li mettono a segno la Scavolini Siviglia Pesaro e la Sidigas Avellino.
Dopo 3 sconfitte consecutive che avevano minato le certezze di inizio annata, la Scavolini ritrova se stessa espugnando al fotofinish il parquet di Cremona; i due punti persi tra le mura amiche tornano così ad “inguaiare” una Vanoli-Braga ancora alla ricerca della sua vera identità, la classifica vede i lombardi a 2 lunghezze dall’ultimo posto – l’unico che condannerà una squadra alla retrocessione – e l’impressione è che Milic e soci dovranno guadagnarsi la salvezza davvero all’ultimo respiro. Chi incassa invece il terzo ko di fila, e rischia di ritrovarsi invischiato nelle zone più basse della Serie A, è la Acea Roma del traballante coach Lino Lardo: i capitolini cadono in casa, dopo un overtime, contro la solita combattiva Sidigas Avellino, che tra qualche polemica di troppo torna dal PalaTiziano senza aver rubato nulla. A Roma la scelta societaria è per ora stata quella di operare alcune epurazioni nel roster, rinnegando il nottambulo Dasic e apprestandosi a fare altrettanto col suo compagno di merende Djedovic; continuare ad intervenire sul mercato basterà a sanare la situazione? Chi vi scrive, nel suo piccolo, continua ad avere i suoi dubbi in proposito.
La doverosa chiusura va riservata alla Benetton e ad Alessandro Gentile. La vittoria nell’anticipo contro Sassari ha per i veneti una paradossale doppia valenza: l’entusiasmo che può dare una vittoria costruita dai giovani, da Andrea De Nicolao, da Gino Cuccarolo, da Daniele Sandri, tutti ragazzi italiani “made in Ghirada”, passa però in secondo piano davanti all’addio alla canotta biancoverde di colui che – a dispetto dei 19 anni da poco compiuti – era in fretta diventato un idolo per i tifosi trevigiani. Alessandro Gentile si trasferisce all’EA7 Milano, facendo il percorso inverso arriva a Treviso Jeff Viggiano, ma la batosta a livello tecnico per coach Djordjevic e per le rotazioni di una Benetton già provata dalle assenze potrebbe essere lunga da metabolizzare; dopo l’addio di Gallinari, l’Olimpia ha invece modo di completarsi aggiungendo un elemento che (salvo imprevisti) garantirà per i prossimi anni un rendimento che l’intero basket italiano si augura vada sempre più in crescendo. Anche per il ragazzo il salto in una big non sarà indolore, starà però alla sua umiltà il compito di rimettersi in gioco e di farsi trovare pronto, sfruttando il suo talento e le sue straripanti potenzialità fisiche, anche nel momento in cui non potrà più giocare 30 minuti a partita. Auguri a lui.
Daniele Ciprari