PESARO- La Festa del basket, così in molti l’hanno definita, si consuma in una giornata di sole splendente e Pesaro, sonnacchiosa come qualsiasi città di provincia della nostra bella Italia, vive una domenica mattina di attesa dell’evento. In città graziosissime ragazze, di verde vestite, regalano magliette celebrative dell’avvenimento ed uno stand spossorizzato Edison reclamizza l’appuntamento del pomeriggio. Le edizioni locali dei giornali nazionali e il Resto del Carlino pubblicizzano ampiamente quella che, ripetiamo, viene definita la Festa del basket italiano e forse a ragione vista l’atmosfera che si respira. La risposta del pubblico è buona, forse non ottima, ma le presenze sugli spalti sono comunque numerose con tantissimi bimbi che portano entusiasmo ed allegria in misura industriale. La partecipazione delle bimbe della ginnastica artistica, delle cheerleader, dei tanti ragazzini più sfortunati dei loro coetanei, dei ragazzi del football americano, sport che a Pesaro è più popolare forse del calcio, di equilibristi e di tanta musica rende l’avvenimento qualcosa di completamente diverso rispetto ad una normale partita di qualsivoglia sport.
Lo spettacolo prevede la gara del tiro da 3 e quella delle schiacciate. Si inizia con i frombolieri dalla distanza che si esibiscono con 25 palloni da scagliare, in un minuto, dentro la retina, si distinguono Diener e Viggiano che si giocheranno la finale ai danni di Mazzarino, Fotsis, Cavaliero, Reati e Poeta che risultano meno precisi. E’ l’americano di Sassari ad aggiudicarsi il premio dopo un ulteriore spareggio resosi necessario per l’equilibrio assoluto esistente tra i due contendenti, a Viggiano va il secondo posto. La gara delle schiacciate è quanto di più spettacolare si possa vedere su un campo di basket: Polonara ed Easley non reggono il confronto con Coleman e White anche se si assiste davvero a qualche numero di alta acrobazia. Polonara salta uno scooter, premio per il vincitore, prima di affossare la palla nel canestro, Easley fa rimbalzare la palla sul cronometro dei 24 secondi prima di riprenderla in volo e di schiacciarla in canestro. Ma Coleman e White hanno un altro passo, il colored di Cremona interpreta alla perfezione lo spirito della serata entrando in campo, per ogni turno di schiacciate, vestito ora da Batman ora da Uomo Ragno suscitando l’entusiasmo e l’ilarità dei presenti. Ma quando Sua Maestà White decide di decollare non ce n’è per nessuno, l’americano di Pesaro sembra davvero volare e sfidare la legge di gravità, è suo il premio ed è suo il momento più emozionante della serata quando si presenta alla schiacciata finale con la maglia numero 10 dell’indimenticabile Alphonso Ford: i lucciconi sono d’obbligo.
La presentazione delle squadre fa da preludio alla partita non prima, però, di aver ascoltato l’Inno di Mameli ed aver eseguito l’inevitabile foto di rito. Gli arbitri sono Weidmann, Barni e Caiazza ed alzano una palla a due “fittizia” che permette ad un bimbo sostituitosi a Moss nello starting five di mettere a referto un assist per White che schiaccia. Poi il parquet viene giocosamente invaso da un centinaio di ragazzini del settore giovanile pesarese che hanno il loro momento di gloria e di gioia potendo dare il classico “cinque” ai loro beniamini. Ora si può iniziare davvero col basket giocato anche se, nel corso dei time-out e degli intervalli, non mancheranno i momenti di musica, spettacoli vari, evoluzioni delle mascotte della serata e lanci di magliette al pubblico che scatenano la caccia al trofeo da parte soprattutto dei più giovani.
La partita vera e propria stenta a decollare, è evidente che la selezione All Star gioca sul velluto con spaziature ed impegno rivedibili, con difesa pressochè assente, con giocate di puro talento e con Trinchieri che cerca di ruotare tutti i presenti in maniera omogenea. Diverso è il discorso per Simone Pianigiani e per l’Italia che invece deve sfruttare ogni singolo momento di partita per creare quell’ambiente e quella squadra indispensabili per arrivare in maniera ottimale all’Europeo. L’impegno diverso tra le due compagini è quindi evidentissimo ed in effetti si va al riposo addirittura sul 53-35 per i ragazzi in canotta azzurra. Come è normale, dall’altra parte del campo non ci si sta a perdere in maniera larga ed il secondo tempo appare un po’ più “vero” rispetto ai primi 20 minuti di gioco, la selezione All Star riesce a ridurre il divario al -13 dell’ultimo mini riposo per poi rientrare definitivamente in partita nell’ultimo quarto. 10 minuti di partita vera, gli ultimi, mettono in mostra uno scoppiettante Hackett, votato come miglior giocatore della serata e risultato anche il top scorer della gara. Si smette di giocare a 10 secondi dalla fine con abbracci e saluti in campo per tutti i contendenti. Dal punto di vista tecnico restano negli occhi, oltre al già citato Hackett, la positività di Cusin, l’esordio senza timori di Polonara, la classe di Mancinelli che chiude con vari assist no-look nel suo score, la conferma di uomini come Poeta e Melli che ormai sono una sicurezza per coach Pianigiani.
Inutile addentrarsi, ovviamente, in pretenziose elucubrazioni tecniche, lasciamo la parola ai tabellini e a i due allenatori oltre al MVP di serata, appunto Daniel Hackett.
Tabellini: http://195.56.77.210/game/itaallstar12.html
Trinchieri: Ovviamente impossibile coniugare i valori tecnici di certi giocatori con una serata così, in USA l’All Star Game è diverso per impostazione ed impegno. Si è assistito a 2 partite in 1 con i primi venti minuti di assoluto show time e il secondo tempo più vero e giocato in maniera differente. L’allenatore della selezione, in questo contesto, riempie solo una casella del referto.
Pianigiani: Bella serata in un bellissimo impianto, grande partecipazione del pubblico, tanti bimbi, un’aria di festa, un bell’entusiasmo, tanta gente, bene così. Bello poter vivere una domenica tranquilla lontano dalle rudezze del campionato e dalle tensioni che normalmente viviamo. Sono contento che tanti giocatori abbiano vissuto positivamente l’indossare la maglia azzurra. Tecnicamente posso dire di aver visto un po’ troppo trattamento di palla con tanti palleggi e tanto gioco fuori dall’arco dei 3 punti, male il dato delle palle perse. Dobbiamo crescere, conoscerci meglio, abituarci ad una maggiore fisicità ed intensità. Ho visto bene Hackett, molto orgoglioso di giocare bene di fronte ai propri tifosi. E’ positivo aver creato una base larga, pensiamo anche ai tanti che mancano, da dove poter poi attingere sempre e comunque cercando di non abbassare mai il livello medio. Nonvoglio soffermarmi troppo sui singoli dato che alcuni erano al loro primo appuntamento con la Nazionale. Spero che in futuro ci sia più spazio per i ritrovi della Nazionale, occasioni che sono positive per tutti: per i giocatori che si confrontano con esigenze, minutaggi e giochi diversi da quelli di club, per le squadre che vedono i loro giocatori acquisire ulteriore esperienza, per i giocatori che non giocano le coppe per confrontarsi col basket al di fuori dei nostri confini, per gli agenti addirittura che vedono salire il valore dei propri assistiti, insomma per tutti.
Hackett: Desidero ringraziare lo staff, la squadra, la città di Pesaro, tutti coloro che si sono prestati per l’effettuazione di un evento di questo genere, c’era tanta gente e l’ambiente è stato bellissimo. Bene che la Nazionale abbia vinto, ed è questa la quarta vittoria consecutiva nell’All Star Game, sono soddisfatto di aver dimostrato che il livello medio degli italiani è buono e che meritiamo molto spazio anche nelle nostre squadre, è stato importante trovarci per 2-3 giorni e lavorare tutti insieme, soprattutto per i più giovani e per gli esordienti. Dobbiamo crescere nell’amalgama e come esperienza.
Alessandro Lami