Botti e fuochi d’artificio, cadono due #2 del tabellone e ora inizia il vero divertimento. Quando due cenerentole si imbucano al gran ballo di solito escono sempre storie leggendarie. Ho visto per mia fortuna tutte e due in diretta (grazie a ESPN che non ha balzellato da un campo all’altro) integralmente le due gare delle due big che ora piangono: onore a Norfolk che ha meritato una qualificazione che qualche fischio arbitrale controverso (uno sfondo e qualche libero concesso troppo generosamente) stava per negargli. Lehigh ha fatto un autentico miracolo, giocando un secondo tempo da paura e portando a casa una vittoria insperata. Andiamo con l’ordine di disputa delle partite.
Texas – Cincinnati 59-65 Stava riuscendo un vero e proprio miracolo per i Longhorns. Cincinnati, favorita alla vigilia, controlla la gara per un tempo e mezzo, guidata da Gates e Dixon, ma improvvisamente stacca la spina e becca un 18-4 di parziale che a 3 minuti dalla fine permette a Lewin di pareggiare i conti a quota 52. Non basta però il gran coraggio dei texani, che nel finale perdono di lucidità e sono Parker e Wright a chiudere la pratica definitivamente.
N.Carolina St. – San Diego St 79-65 Primo upset di giornata, con San Diego che non entra mai in partita. Con un Franklin che da solo la trascina anche fino al vantaggio di due lunghezze durante il primo tempo, sono Howell e Brown a ribaltare la situazione per i Wolfpack e a dargli vantaggio all’intervallo lungo. Nella ripresa CJ Leslie si scatena ed evita qualsiasi rimonta fissano un +9 di sicurezza che non sarà mai recuperato.
Alabama – Creighton 57-58 Che le sfide tra le teste di serie numero 8 e 9 siano le più equilibrate lo si sa alla vigilia. Alabama era un’ottima squadra e se l’è giocata fino alla fine, stando anche avanti di 8 punti a pochi minuti dal termine. Solo che dal 50-43, Creighton è brava a piazzare negli ultimi minuti un parziale di 14-0 devastante, con McDerrmont e Jones protagonisti. Il finale è concitato tra tanti liberi sbagliati da ambo i lati e la preghiera di Releford rifiutata dal ferro.
Virginia – Florida 45-71 Fino a quando i Gators hanno cincischiato all’inizio, Virginia ha tenuto la leadership della partita, appena il gioco è iniziato a diventare serio, non c’è stata più contesa. Florida spazza via Virginia con un finale di primo tempo e un secondo tempo sontuosi, in cui i protagonisti sono Patrick Young che finisce senza errori dal campo, Bradley Beal che aggiunge a 14 punti anche 11 rimbalzi, cosa desueta per un piccolo e Casey Prather, 14 punti uscendo dalla panchina.
St. Bonaventure – Florida State 63-66 In una delle più belle partite della giornata, una delle squadre che personalmente vedo alla Final Four gioca non al meglio ma dimostra di essere alla fine sempre la numero 3 del ranking e porta a casa la vittoria contro una St Bonaventure che ci aveva creduto. Inizio di partita tutto a favore dei Bonnies, che vanno in vantaggio anche di 10 punti guidati dal proprio go-to-guy Nicholson. Si sveglia però Fl St che inizia a macinare pallacanestro fatta di squadra e non di singoli e recupera subito il gap. Alla fine del primo tempo sono i punti di Cook e Conger a regalare a sorpresa il +6 alla formazione meno accreditata. La bomba di Nicholson a inizio ripresa sembra far pensare a un inizio di miracolo per la piccola università, ma da qui in poi Bernard James inizia a imbucare i tiri che la stella di una squadra deve mettere e inizia la rimonta. Positivo accanto a lui anche Loucks, ma a 5′ dal termine è la tripla di Miller a portare in vantaggio i Seminoles (52-55). Congers e Nicholson metteranno anche 3 bombe nell’ultimo minuto, ma la tripla di White e i liberi mandati a segno con grande freddezza da Loucks regalano vittoria e passaggio del turno a Florida State.
Belmont – Georgetown 59-74 Senza storia la partita che vede gli Hoyas vincere senza troppi patemi, guidati da un Clark molto preciso dal campo e da un Porter che si prende il dominio dell’area pitturata. Gara dominata dall’inizio alla fine.
Vermont – North Carolina 58-77 Coraggio contro i campioni. Cadono a testa alta quelli di Vermont che saranno da me ricordati per il loro fantastico primo turno. Contro questa North Carolina, guidata da Zeller che fa 17 punti + 15 rimbalzi + 4 stoppate, c’è davvero poco da fare, specie se Voelkel e McGlynn sbagliano l’impossibile dal campo. Segnano davvero tutti nella truppa in azzurro, con Barnes, Marshall e McAdoo protagonisti. Lo scarto medio si aggira sempre sui 10 punti, ma attendiamo scontri più probanti per testare la numero 1 del seeding.
NORFOLK STATE – MISSOURI 86-84 La numero 15 che batte la numero 2 è sempre una favola da raccontare, ma la partita è stata davvero fantastica, con vantaggi ridotti, cambi di testa, di inerzia e tiri sbagliati da ambo i lati che però ti fanno innamorare della pallacanestro. Vedere una panchina tutta stretta a sognare e sperare sulla preghiera di Phil Pressley è qualcosa di unico, come l’intervista all’MVP degli Spartans “minori” O’Quinn che saluta la mamma e le “presenta” Craig Sager in diretta nazionale. Sono i centimetri di O’Quinn, ma anche i punti di Williams (che però nel finale perde di lucidità e rischia parecchio) e di McEachin (20 punti per entrambi) a spingere la squadra al miracolo, costruito con tiri puliti e semplici, un gioco essenziale e attento in difesa, anche se molti demeriti arrivano da Missouri che si fida troppo del suo tiro da tre, tirando ben 29 volte dall’arco e che perde una gara per errori banali, nonostante tanti regali arbitrali che più volte aggiustano il cronometro nel finale su richiesta più o meno palese del coach dei gialloblu e che hanno tolto agli Spartans anche qualche canestro con 2 sfondamenti nello smile a dir poco incredibili. Vince la squadra meno titolata ma anche quella meno spocchiosa, con tutto il palazzetto nel finale ad andare contro la potenza numero 2 del seeding.
St.Louis – Memphis 61-54 Sfida #9-#8 che stavolta premia la squadra col ranking più basso. Gara equilibrata, spezzata nel finale da Coklin e Mitchell che regalano il passaggio del turno in una delle partite più noiose della serata.
LEHIGH – DUKE 75-70 In una gara equilibrata come questa, dopo aver visto il primo tempo, puoi solo pensare che alla fine, come succede col canestro di Dawkins, Duke potrà anche sembrare di buttarla e invece la porterà a casa. Non così per i Bluedevils di coach K, che guidati da Plumlee e Hairston arrivano al 32-37 in apertura di ripresa, fino ad allora uno tra i vantaggi più cospicui, prima di subire un 7-0 firmato McCollum, che a fine gara scriverà 30 punti sul tabellone. Inizia il duello tra Austin Rivers e McCollum che si rispondono colpo su colpo pareggiando in continuazione la partita, ma se Duke non è tanto precisa dalla lunetta stasera, Lehigh non sbaglia un colpo e stavolta con MacKnight mette il muso avanti per l’ennesima volta: un vantaggio che cresce grazie all’impatto di Knutson e che forza più volte al timeout i Bluedevils, che iniziano ad andare nel panico a -8 a 1’52”. I frutti si vedono. Tripla di Curry e -5, ma McCollum subisce fallo e segna ancora, implacabile. Dawkins segna da tre, il divo McCollum sembra sciogliersi come neve al sole mentre Rivers fa 2/2 dalla linea: 71-67 a 9″. Stavolta la palla va a MacKnight che segna con freddezza, la tripla di Cook riporta solo a 3 lunghezze lo scarto, ma non c’è più tempo. Duke a casa, e a quelli che avevano puntato qualche euro o dollaro su coach K e sul figlio del grande Doc, beh, è ora di strappare la schedina.
Ohio – Michigan 65-60 Cade anche la testa di serie numero 4, al termine di una gara giocata male e finita peggio. Tantissimi gli errori nel finale col punteggio che negli ultimi 3 minuti sembra inchiodato sul 63-60. Troppe forzature da tre per i gialloblù sconfitti e giustamente dopo aver provato una rimonta dal -11. Decisivo per i vincitori DJ Cooper 21 punti e 4 rimbalzi.
Purdue – Saint Mary 72-69 Nell’ennesimo upset di serata, come ero stato buon profeta, Purdue batte gli “australiani” di Saint Mary, perchè per chi non lo sapesse 4/5 del quintetto sono tutti del continente australe. Purdue passa avanti nel primo tempo, guidata da Hummel e T.Johnson. Nella ripresa ci pensa L.Johnson a chiudere la pratica, gestendo il vantaggio che alla fine risulterà differenziare le squadre solo di un possesso.
MICHIGAN STATE – LONG ISLAND 89-67 Successo doveva essere e così è stato per gli Spartans di Flint. Una vittoria costruità già a metà del primo tempo quando sono i canestri di payne a scavare un primo solco tra le due squadre. Il gap lo allarga Thornton: difficile trovare qualcuno che in questa serata giochi male. Tralasciando Green che fa un po’ quel che vuole in vernice e non solo (24 punti + 12rimbalzi + 10 assist), c’è un contributo unanime del gruppo che anche se solo per qualche spicciolo entra sul parquet. Ottimo dalla panchina Nix, eccellenti Payne e Appling. Buon avvio per gli Spartans, attesi però da ben più duri avversari nel prosieguo.
South Florida – Temple 58-44 Continuano le sorprese, che Temple dovesse stare attenta era scontato, ma che i Bulls che venivano dal primo turno potessero passare era difficile crederlo. Non solo vincono, ma dominano la gara nella ripresa dopo un primo tempo in cui non si segna davvero mai e chiuso sotto di 4 (15-19). Nella ripresa esce dalla panchina un pimpante Fitzpatrick che inverte l’inerzia. Il resto lo fanno l’attacco avulso di Temple e la difesa ancor peggiore su Rudd e Collins. South Florida prende il largo e non c’è più storia.
Xavier – Notre Dame 67-63 I moschettieri battono gli irlandesi, ennesimo capovolgimento delle storie della giornata. Holloway parte forte e firma il 7-0 iniziale. Dall’altra parte risponde Cooley ed è sorpasso si inizia la bagarre del punto a punto fin dall’inizio. L’unico canestro dal campo di Dragicevich regala a ND il vantaggio a metà gara, ma la ripresa è storia diversa, con Connaughton che illude gli Irish con la tripla del +8, che dopo tanti mini break diventa +10 sul canestro di Atkins a 12′ dalla fine, ma da qui in poi un 13-3 di break in cui Holloway è l’ispiratore più che il finalizzatore (decisivi qui Walker e Lyons) dà tanta inerzia a Xavier che sorpassa a 3’45” col suo miglior giocatore. La tripla di Grant sullo scoccare dell’ultimo minuto dà 3 punti di vantaggio a Notre Dame, ma Lyons prima e Holloway poi (con palla persa sanguinosa di Atkins nel mezzo) capovolgono la situazione. Nd non riuscirà neanche più a tirare e Xavier porta a casa la vittoria.
DETROIT – KANSAS 50-65 Confortevole l’esordio di Kansas che liquida la pratica Detroit già nel primo tempo. Una gara in cui c’è poco da segnalare se non il bel gioco dei Jayhawks, che mandano in doppia cifra Robinson, Johnson e Releford e hanno potuto usufruire di un cospicuo garbage time per riposarsi per le più impegnative partite dei prossimi giorni.
Domenico Landolfo