Vittoria all’ultimo respiro per la Tezenis Verona, che al PalaOlimpia soffre e fatica ma esce vincitrice per 71-70 dal confronto contro la Domotecnica Ostuni, in una sfida chiave per un posto playoff. Eroe di serata Antonio Porta, che a quattro secondi dalla fine in entrata manda in visibilio un pubblico di casa mai così numeroso quest’anno riscattando con il canestro decisivo una prova incolore. Prima della magia del play argentino era stata una sfida come nelle previsioni, con difese sugli scudi, tanta zona ospite e lotta su ogni possesso. Marcelletti, ex applauditissimo, e la Domotecnica riescono a portare la sfida sui binari voluti, con i giganti gialloblù a lungo incapaci di trovare spazio nell’area ospite. La regia di Johnson è precisa e mette in ritmo a turno tutti i compagni, soprattutto Rinaldi e Basei, mentre Jurevicus paga forse l’emozione ed ha le polveri bagnate. A tenere a galla Verona, con un Porta a lungo in difficoltà, devono pensare così un Waleskowski dominante da 18 punti e 18 rimbalzi ed un West attento in difesa e bravo a prendersi le giuste iniziative in attacco.
Martelossi schiera i “soliti” Porta-McGrath-West-Wales-DiGiulio, replica Marcelletti con Johnson-Jurevicus-Klobucar-Rinaldi-Basei.
Minuto di silenzio per il tragicamente scomparso Morosini prima del fischio d’inizio.
Ostuni si mette da subito a zona, sarà una costante della partita assieme alla ricerca di Basei e Rinaldi sotto canestro, entrambi molto propositivi nei primi minuti. Verona accusa il colpo ma rimane aggrappata grazie alle triple di McGrath, stasera finalmente con la mano calda. L’irlandese firma il primo canestro gialloblù e quello del primo minibreak sul 14-10. Gli allenatori dimenticano le panchine, ne risente lo spettacolo in campo dove qualche estemporanea giocata si alterna a tanti sbagli, soprattutto dalla lunetta. Gli errori ai liberi hanno come solito protagonista un Di Giuliomaria che si prende forse troppe responsabilità offensive, si va così al primo intervallo sul 17-18.
Verona continua a capirci poco in attacco e rimane aggrappata alla partita con il talento, gli avversari sono molto più ordinati e trovano a turno un protagonista diverso. Stavolta è Carenza a propiziare il primo allungo ospite sul 22-30 ma più di qualche colpa ce l’ha Martelossi che tiene in campo un quintetto poco equilibrato e con troppo poco talento offensivo, soprattutto se Renzi è nervoso e pasticcione. Il rientro in campo di West e Waleskowski, probabilmente con qualche motivazione in più dato che il suo rapporto con Marcelletti lo scorso anno non decollò mai fino in fondo, rappresenta l’ovvia svolta. Verona, che dopo 17 minuti aveva il 5/17 dal campo e veniva da due airball consecutivi di Banti e DiGiuliomaria, si scrolla di dosso un po’ di polvere e va al riposo sul 33-33 dopo la solita entrata di Porta allo scadere del tempo. Per come stava andando c’è di che essere soddisfatti.
Il primo vero tentativo di allungo Tezenis arriva ad inizio secondo tempo, ma Ostuni ha l’intenzione di vendere cara la pelle e non molla un centimetro, pareggiando subito il 39-35 iniziale con un contropiede di Klobucar bravo a cogliere le poche occasioni di andare in campo aperto. Renzi soffre la difesa fisica avversaria ma riesce a liberarsi da tre per il 45-39, Johnson si mette in proprio e riporta subito la situazione in parità anche perché sia il lungo genovese che Waleskowski pasticciano dalla lunetta. Jurevicus supera dalla lunga distanza, gli replica subito Porta con Marcelletti che si imbestialisce con i suoi. All’ultimo riposo è 50-48.
Nell’ultimo periodo salgono ancora più in cattedra le difese, dopo cinque minuti si è segnato un solo canestro a testa prima di una magia di Boscagin che vale il 54-50. Ma è un fuoco di paglia, la pressione ospite spegne Porta e compagni che perdono ogni volta lunghi secondi prima di costruire tiri spesso forzati, di là Johnson mette ordine anche se spesso i compagni sprecano i suoi regali come Rossetti e Rinaldi che combinano per 1/4 dalla linea della carità. Il play USA decide così di mettersi in proprio e con otto punti consecutivi dalla lunetta fa 56-60, dopo che Verona aveva giocato il possesso chiave con un assurdo tiro da tre di DiGiuliomaria. Sembra finita qui dato che mancano venti secondi alla fine, però prima McGrath dà speranza firmando il -1 poi dopo due liberi di Johnson iniziano gli incredibili ultimi 9 secondi di Waleskowsi. Keith prima è bravo e astuto a procurarsi due generosi tiri liberi guadagnando il fischio su Rinaldi impegnato nel tagliafuori, poi si prende il rimbalzo sul suo errore subendo fallo ma è ancora impreciso non cogliendo la possibilità di chiudere la partita. Si va ai supplementari sul 62-62.
Non si segna praticamente mai anche nel supplementare, Waleskowski firma il 66-63 ma Johnson e Jurevicus ricuciscono subito. Mariani è glaciale nell’aprire l’ultimo minuto con i liberi del 68-66, Basei e Porta fanno entrambi 1/2 prima della tripla di Carenza che fa calare il buio sul PalaOlimpia. Ci pensa Porta a fare esplodere il palasport con un fantastico canestro in entrata, Jurevicus corre dall’altra parte e trova anche un buon tiro che però esce, così come il tapin di Carenza forse toccato da Waleskowki, Verona può festeggiare e continuare a sognare, Ostuni esce sconfitta con tutti gli onori.
TEZENIS VERONA – DOMOTECNICA OSTUNI 71-70 (17-18;16-15;17-15;12-14;9-8)
Tabellino: http://www.legaduebasket.it/game/?id=3501
SALA STAMPA
Marcelletti: “Siamo stati bravi ma ingenui, sul +4 abbiamo preso canestri troppo facili e non abbiamo tagliato fuori due volte
Waleskowski che ha riportato la partita a favore di Verona. Anche nel finale di supplementare dovevamo chiudere meglio sulla penetrazione di Porta, non ho visto bene su Carenza e magari poteva starci un fischio ma se abbiamo perso è colpa della nostra ingenuità. Possiamo essere soddisfatti, siamo rimasti in partita a lungo contro una squadra tecnicamente superiore, abbiamo anche
rimontato dal -5 nell’ultimo quarto. Stasera che siamo matematicamente salvi, è un grande risultato farlo a tre giornate
dalla fine soprattutto dopo quanto ho vissuto a Verona l’anno scorso. Questo per noi è un grande risultato, anche per le difficili condizioni come il fatto di giocare praticamente sempre in trasferta, ora cercheremo di concludere il campionato nel modo migliore.
Non l’avevamo certo data per vinta nel finale, abbiamo fatto l’errore di fare zona-press lasciando libero McGrath ma non siamo una squadra presuntuosa. Per noi è già stato molto positivo giocare ad armi pari contro Verona, avevamo lavorato bene in settimana e si è visto. Jurevicus magari non ha tirato benissimo ma è stato bene in campo, ha giocato bene con gli altri, non cercavo un realizzatore puro ma esattamente quello che ho avuto da lui, che quest’anno ci ha dato una grossa mano.
Sono sempre contentissimo di tornare qui a Verona, ringrazio i tifosi dell’accoglienza che ho ricevuto e della quale sono sempre onorato. Questa la sento come casa mia”.
Martelossi: “Faccio prima di tutto i complimenti ad Ostuni, che ha giocato bene esattamente come ci aspettavamo, conoscendo i loro punti di forza. Quello che sapevamo non siamo però riusciti a metterli in pratica, soprattutto in attacco: attaccare gli spazi, muovere la palla, servire spesso in post basso per riaprire. Mi fa però piacere che siamo cresciuti nel corso della partita, ci abbiamo creduto e siamo venuti fuori dalle difficoltà mostrando addirittura più precisione dei dettagli alla fine piuttosto che all’inizio: ciò mi fa ben sperare per il rush finale. Siamo stati presenti proprio nelle cose che loro facevano meglio come le penetrazioni, i rimbalzi
offensivi.
Sapevamo che la gara non avrebbe mai potuto essere spettacolare, ma abbiamo saputo essere presenti. Mi ha fatto piacere nei momenti importanti che anche i giocatori più marcati abbiano trovato i loro spazi, per esempio appena loro han dovuto abbandonare la zona abbiamo iniziato a penetrare trovando il canestro decisivo di Porta. Si può vincere o si può perdere, però sia io che i giocatori ne abbiamo passate così tante che ora non vogliamo mollare nulla e mai arrenderci, vogliamo fare tutto per vincere queste partite. Questa partita può darci morale, si è vinta una partita difficile e può darci la spinta per fare meglio nelle ultime.
Renzi? Nelle ultime due-tre settimane abbiamo avuto il miglior Renzi della stagione sia in partita che in allenamento, stasera si è un po’ demoralizzato dopo un paio di errori ma non ho dubbi che continuerà al meglio e sarà indispensabile in queste ultime tre gare”.
Il migliore: i titoli se li prende Antonio Porta, autore del canestro decisivo, ma fin lì non era certo stata la partita migliore del play argentino. Waleskowski invece è una spina nel fianco degli avversari per tutti i minuti che trascorre in campo, trovando i soliti canestri “facili” in realtà frutto della sua abilità nel farsi sempre trovare nella posizione corretta. Se Verona va al supplementare deve ringraziare lui, bravo astuto e fortunato nei secondi finali a ribaltare una situazione che sembrava ormai compromessa. Pure le cifre testimoniano la sua prova, alla fine saranno 18 punti e 18 rimbalzi, suo massimo in carriera, con il 7/9 da due.
Il peggiore: nessuno si distingue particolarmente in negativo, in una partita certo non bella ma di grande intensità. Il solo DiLiegro non riesce a lasciare il segno, dimostrandosi l’ombra del buon giocatore visto in avvio di stagione. Citazione che nasce più dalla necessità di trovare per forza un protagonista negativo che da reali demeriti, dato che DiLiegro resta in campo solo per 8 minuti abbastanza in ombra.