Un giorno di riposo concesso alle squadre e si è partiti subito con la terza giornata di questi Playoffs. Il primo match disputato vedeva confrontarsi gli Heat e i Knicks, vogliosi quantomeno di limitare i danni dopo aver perso gara 1 con più di 30 punti di distacco. La missione è riuscita parzialmente alla franchigia della Grande Mela, sconfitta da James e soci 104-94, ma tutto sommato a testa alta. Ampi meriti vanno alla difesa di Miami, che è riuscita a limitare, seppur con risultati lievemente peggiori rispetto al precedente scontro, Carmelo Anthony (30 punti, ma 12/26 al tiro); significativo notare come il numero di assist sia nettamente a favore degli Heat (28 contro 15), a dimostrazione che la maggior parte dei canestri di New York provengono da azioni personali e isolamenti. Tra le file degli Heat buone prestazioni di Wade, autore di 25 punti (11/18 dal campo), e Bosh, che ne ha messi 21 (7/12 dal campo); non ha esaltato il pubblico di casa questa volta LeBron, autore comunque di una sostanziosa prova da 19 punti, 9 assist e 7 rimbalzi. Oltre a Anthony, per i Knicks buon contributo realizzativo offerto da Stoudemire, con 18 punti, e Chandler, che ha terminato il suo match con 13 punti
Dopo la quasi clamorosa sconfitta davanti al pubblico di casa in gara 1, i Pacers si sono riscattati schiantando i Magic 93-78 e non compromettendo ulteriormente le possibilità di passare il turno. Ampi meriti vanno alla difesa di Indiana, riuscita a limitare i Magic al 35% dal campo ed al 32 % da tre (malgrado la franchigia di Vogel abbia fatta addirittura peggio, tirando con il 10% da oltre l’arco), che ha firmato inoltre un’ottima prova di squadra portando 5 giocatori in doppia cifra, tra cui spiccano le prove di Granger, West e Hill, tutti con 18 punti. Decisivo l’allungo della franchigia di Indianapolis nel terzo quarto, terminato con un parziale di 30-13 in favore dei Pacers, dopo un primo molto equilibrato. Questa sconfitta di Orlando era comunque ampiamente pronosticata, e i Magic in ogni caso ora come ora appaiono quasi favoriti. Significativo, e quasi esilarante, il commento al termine di gara 2 di coach Van Gundy che ha dichiarato: “Beh, la previsione più ottimista ci vedeva sconfitti in 5 gare”, che ha dimostrato come l’allenatore dei Magic sia cosciente del fatto che, con una certa attenzione difensiva in particolare nei match casalinghi, Orlando si possa portare a casa la serie, che si sposta ora in Florida. Mercoledì notte il prossimo scontro tra le due squadre, ci si attende un match molto combattuto.
Ha ospitato un match molto equilibrato, tra l’altro, la Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City, che ha visto i Thunder sconfiggere i Mavericks ancora una volta di misura, con un risultato finale di 102-99 e con Terry che ha fallito la tripla dell’aggancio alla scadere. Era un match giustamente molto sentito, e lo si è visto dalle tensioni tra Nowitzki e Perkins, reo di aver colpito con una gomitata il tedesco; ad entrambi è stato giustamente affibbiato un fallo tecnico. Tra le file di OKC finora, in quel poco che si è notato di questi Playoffs, il miglior realizzatore della squadra non è Durant, come si potrebbe pensare, ma Russel Westbrook, che nella notte ha messo 29 punti (10/21 dal campo) contro i 26 con un pessimo 5/17 al tiro di Durant, che ha però messo finora il tiro più importante, quello della vittoria in gara 1. Impressionante comunque come Dallas riesca a reggere il ritmo di gioco di questi giovani Thunder, riuscendo a mettere gli avversari in difficoltà in varie occasione e senza assicurargli mai di avere la vittoria in pugno se non al suono dell’ultima sirena, per grande merito dei suoi inesauribili veterani, quali Nowitzki (che ha siglato 31 punti) e Marion (15 punti). I Thunder hanno comunque, in queste due match, ottenuto due vittorie sofferte ma importantissime, che gli consentiranno di sbarcare in Texas con una maggiore tranquillità per i prossimi tre match (due più l’eventuale ma probabile terzo). Vedremo se Nowitzki e compagni avranno la fame di vittorie e la voglia di reagire e andarsela a giocare negli ultimi due match a Oklahoma City.
Federico D’Alessio
@FedeDalessio