Denver Nuggets – Los Angeles Lakers 113-96 (serie: 3-3)
Un parziale di 13-0 per aprire l’incontro da parte dei Nuggets mette subito i Lakers in enorme difficoltà, con un Bryant debilitato da un’infezione gastro-intestinale e i suoi compagni incapaci di sopperire all’energia che manca a Kobe. I Nuggets ritrovano un’ottima mano nel tiro dall’arco (10/20) e un Ty Lawson da 32 punti e 6 assist. Molto bene anche Danilo Gallinari (12 punti e soprattutto 7 assist) e Faried che con la sua esuberanza sovrasta nettamente i lunghi gialloviola. Bynum e Gasol non rincorrono mai gli avversari in campo aperto concedendo punti facili in transizione, visto che le guardie devono riempire l’area al posto loro, lasciando i pariruolo di Denver con metri di spazio sul perimetro. 40-27 il parziale sempre per i Nuggets nello “scontro” tra le rispettive panchine, altro campanello d’allarme per coach Brown che non trova mai soluzioni, come detto, nel momento in cui Bryant non può (come stanotte) caricarsi la squadra sulle spalle. Si va a gara 7, nella notte tra sabato e domenica allo Staples Center.
Boston Celtics – Atlanta Hawks 83-80 (serie: 4-2)
Kevin Garnett con una prova memorabile da 28 punti, 14 rimbalzi, 3 recuperi e 5 stoppate è l’autentico MVP di questa gara 6 che consente ai Celtics di avanzare alla semi-finale di conference. Gli Hawks si presentano a Boston con l’intenzione di riportare sul campo amico la serie, per l’eventuale gara 7. Il loro tiro da fuori li premia nei primi 12 minuti tanto da permettergli di chiudere avanti il primo parziale. Boston rimane in partita e nel secondo quarto pareggia e sorpassa Atlanta grazie alle giocate di Paul Pierce (18 punti, 7 assist e 5 rimbalzi) e Rajon Rondo (14 punti, 8 assist). La gara rimane incerta, combattuta e equilibrata, con Atlanta che non demorde e torna addirittura in testa con Josh Smith (18 punti, 9 rimbalzi). Ma nell’ultimo quarto si mette al lavoro KG che riporta avanti i Celtics con un suo classico tiro in svitamento a pochi minuti dalla sirena. Joe Johnson ha il pallone decisivo tra le mani ma la sua penetrazione viene contenuta da Pierce che poi addirittura lo stoppa. Altra chance per Horford che però dalla lunetta fa solo 1/2 portando i suoi al -1, non sufficiente per strappare la W sul parquet del TD Garden, visto che Pierce, sempre dalla lunetta, non fallisce e dà ai suoi il +3 finale.
Philadelphia 76ers – Chicago Bulls 79-78 (serie: 4-2)
Gli infortuni fermano i Bulls. Sicuramente Chicago può rimpiangere le assenze prima di Rose e poi di Noah, ma è giusto dar merito ai 76ers, che diventano la 5^ squadra nella storia dei Playoffs NBA a eliminare una testa di serie n° 1 al primo turno. Gara 6 è da cardiopalma. Deng (19 punti e 17 rimbalzi!!!) accusato dai media di non riuscire a caricarsi la squadra sulle spalle, data l’assenza di D-Rose, tiene in partita i suoi per tutti i 48 minuti, purtroppo per Chicago non aiutato da un Boozer assolutamente negativo (3 punti con 1/11 al tiro) sul quale Thibodeau e la dirigenza dovranno fare più di un ragionamento in estate. Le squadre si alternano nel punteggio e se il primo tempo fa sembrare possibile un ritorno allo United Center per gara 7, anche grazie a un tiro di tabella sulla sirena dei 24″ di Gibson (14 punti, 5 rimbalzi), sono le palle perse (14) dell’attacco dei Bulls a tenere in vita Philadelphia. Difesa e un fantastico Andre Iguodala (20 punti, 7 assist) sono gli ingredienti di questo clamoroso – almeno stando ai pronostici della vigilia – upset. Il #9 dei 76ers è anche l’autore della giocata decisiva: con Chicago avanti 77-78 e 7 secondi da giocare nell’ultimo periodo, Asik viene steso in contropiede e mandato in lunetta, da dove il turco fa 0/2. Il rimbalzo sul secondo errore è di Iguodala che si fa il campo in coast-to-coast e con 2″ sul cronometro ottiene il fischio che gli concede i due tiri liberi del sorpasso. Successivo tiro da metà campo di Watson che per poco non entra e festa per Phila che – in uno scontro assolutamente vintage – se la vedrà nel 2° turno con i Boston Celtics.
Andrea Pontremoli
@A_P_Official