ROMA – E’ fatta, Roma non ammaina bandiera !
Nel tardo pomeriggio di oggi, ecco un comunicato diffuso direttamente dall’Ufficio Stampa della squadra capitolina, vergata dallo stesso Claudio Toti:
“Ha vinto il mio senso di responsabilità nei confronti della Città che ama il basket.
Ho trovato un supporto nell’Amministrazione Comunale che, come me, ha voluto evitare che il basket professionistico sparisse dalla Città ed ha preso nei miei confronti degli impegni che dovranno concretizzarsi nei prossimi giorni.
Un sostegno è stato garantito da alcuni imprenditori romani, anche se pochi.
Nel confermare tutte le motivazioni che mi avevano spinto a decidere di uscire dal mondo professionistico dello sport, anche se non con pochi dubbi, ho deciso di andare avanti ancora per questo anno.
Dovremo avere una gestione molto attenta nel rispetto di un budget sicuramente ridotto impegnando solo le somme realmente a disposizione senza sperare in successive ricapitalizzazioni.
Posso garantire ancora questa stagione ma nel corso dell’anno si dovranno trovare nuovi assetti societari atti a garantire il futuro della Società”.
Il Presidente Claudio Toti
Finisce quindi come avevamo immaginato e preconizzato qualche tempo fa. Claudio Toti non ha avuto il coraggio di mettere una pietra tombale sulla storia di 32 anni di basket di Lega A, un qualcosa di molto difficile da descrivere per chi non sia romano e non ami il basket. E’ vero, 32 anni di storia costellati di sconfitte e delusioni, con rarissime ed intense soddisfazioni isolate nel triennio 1082-1984 con l’effige Bancoroma in bell’evidenza e qualche bagliore nel 1991 con la Korac sotto l’egida del Gruppo Ferruzzi. Poi il nulla, sempre e solo onorevoli (ed a volte anche poco onorevoli), sconfitte con tanti soldi spesi proprio dall’avvento dell’Ing. Toti a tappare le falle organizzative-strutturali di una società poco incline alla programmazione.
Comunque si riparte, si riparte con una, due certezze, forse. Calvani in panchina non ha fatto male l’anno scorso, almeno sino a quando i ragazzi hanno retto fisicamente e mentalmente. La sua conferma quindi appare un’eventualità da non scartare a priori essendo tra l’altro legato a filo doppio con l’ambiente e potrebbe trasmettere del famoso “senso d’appartenenza” così caro a Toti nell’architrave della Virtus che voleva costruire ma che non è riuscito a tirar sù.
Le altre due certezze sono gli unici contrattualizzati: Nemanja Gordic e Gigi Datome, avendo Andrea Crosariol rescisso il contratto che lo legava ancora per un anno, l’ultimo, alla casacca giallorossoblu. Beh, di questo evento pochi saranno quei tifosi romani che si stracceranno le vesta, diverso sarebbe se si dovesse parlare di un addio di Gigi Datome, vero e proprio leader ormai conosciuto e riconosciuto in questa disastrata Virtus. Ecco, la partenza dell’ala azzurra sarebbe qualcosa di poco comprensibile se si desidera effettuare una buona stagione, senza grandi velleità ma almeno dignitosa, evento che no accade da almeno due stagioni di fila.
Per l’intanto ci si gode questo momento, il momento dello scampato pericolo, poi si vedrà.
Fabrizio Noto/FRED