CASERTA – Una stagione da protagonista. Questo forse ci si aspetta da questo nuovo gruppo che sta nascendo e costruendo le sue certezze in palestra all’ordine di Sacripanti. “Coesione e vicinanza da parte della società che ha fatto sacrifici e ha costruito un roster di tutto rispetto per la salvezza”: queste le prime parole del coach Canturino alla presentazione di squadra e giocatori. Il lavoro svolto quest’estate ha avuto dell’incredibile e indipendentemente dai nomi che sono arrivati all’ombra della reggia va dato atto di un eccellente lavoro portato a termine dalla nuova società Gervasio-Iavazzi, ancora alla ricerca di un nuovo main sponsor che, voci di corridoio dicono, potrebbe arrivare a breve. I giocatori sono stati puntuali e dal 21 agosto sono stati agli ordini del coach al lavoro. Graditi ritorni come quello di Stefano gentile e Michelori, arrivi illustri come quello di Mordente, la conferma di Maresca, le sorprese europee Jelovac e Jonusas e i due americani Chatfield e Wise. A questi solo oggi si aggiungerà anche il pivot, Jeleel Akindele, ex Pesaro e Siena, preso dopo gli altri dato il forfait di Visser, che sarebbe dovuto essere il titolare ma che per problemi alla spalla ha deciso di effettuare l’operazione e che magari potrà rientrare nei progetti Juve per il futuro.
ORGOGLIO: la città ha riposto da sempre grande fiducia nelle sue squadre. L’anno scorso è stata una stagione difficile, dalle voci di ognuna dei giocatori, oltre all’obiettivo minimo salvezza, si è lanciato un grande grido che vuole i playoff, l’alta classifica, il far tornare a respirare a questa squadra quell’aria limpidissima delle posizioni nobili, sempre a d essere la mina vagante e quella squadra che può infastidire le grandi. Un aspetto che però ha colpito, è l’attaccamento alla maglia di chiunque sia arrivato o tornato all’ovile. Maresca, che prenderà molto probabilmente il grado di capitano, diceva ai nostri microfoni di voler ripartire da quegli ultimi cinque minuti contro Sassri, quando nell’ultima giornata, pur sotto di 30 punti, il palazzo intero si era alzato in piedi per tributare un applauso sentito e accorato alla squadra come giusto premio per una salvezza tribolata, arrivata dopo il rischio di scomparire e di perdere nuovamente la squadra dello storico scudetto del sud.
PASSIONE: i giocatori che si sono presentati tutti più o meno in forma hanno dato il meglio di loro stesi fin dall’inizio, consapevoli delle responsabilità che si portano. Michelori ci confermava che ritornare qui all’ombra della Reggia era come una sfida che avrebbe voluto vincere prima con se stesso, per dimostrare ancora una volta il suo valore e provare a ridare luce a quelle tante belle cose che qualche anno fa avevano infiammato il pubblico. Gentile, che porta sulle sue spalle un cognome pesante per la Juve, mostrava grande voglia di poter dimostrare la sua crescita, di ritornare finalmente come un giocatore maturo e pronto a qualsiasi ostacolo da superare. Jelovac con la voglia di conoscere nuove realtà e di cimentarsi con un livello di gioco superiore. Mordente a portare la sua esperienza e a cercare di dare energia alla panchina, divenuto promesso sposo di questa maglia dopo tanti travagliati episodi.
DISTRUZIONE: sfascio, sfortuna, chiamatela un po’ come volete. Wise con un ginocchio ancora non al 100% e già tante voci su questo o quel playmaker pronto a sostituirlo. Prima di lui Visser e la già citata spalla. Sembrava davvero nera all’orizzonte, ma la Juve ha aspettato e come al solito sta provando a fare l’ennesimo miracolo. Nic Wise è forse uno dei pezzi pregiati del mercato e la notizia di poterlo perdere aveva già ridimensionato l’ambiente. Il giocatore ex Arizona e Le Havre, lavorando sodo, ha dimostrato di poter essere al pari con i compagni e ha anche calcato e bene il parquet a Benevento in due gare consecutive, regalando il successo con Napoli. Non sarà certo il paradiso, ma per essere ancora agli inizi di Settembre, non è certo un’Inferno. Curioso, singolare e struggente che proprio di Inferno ci tocchi parlare. Lo storico gruppo di “diavoli bianconeri”, che hanno sempre seguito negli ultimi 23 anni la squadra ad ogni latitudine italiana ed estera, non sarà più al fianco dei colori Juvecaserta. Una perdita non da poco, visto che il catino del Palamaggio non vive proprio di così tanti aficionados come più volte dimostrato anche nelle gare di coppa. Sarà strano non vedere più i loro striscioni e non sentire più i loro cori che hanno sempre scandito il ritmo delle azioni sul campo, ma molto belli gli attestati di stima che giungono da tutte le tifoserie italiane, anche quelle non proprio fraterne, mentre suonano in maniera anomala alcune sparute voci qua e là che riecheggiano da blog e siti specializzati proprio di tifosi casertani che gioiscono a tale notizia. Strano, perchè è stata distrutta, forse, la vera anima del basket casertano.
RINASCITA: Con l’arrivo di Akindele, che potrebbe già esordire a Brindisi in amichevole giovedì, il roster si completa e diviene plasmabile come creta nelle mani del mago Sacripanti, che ha già fatto saggiare il parquet ai suoi nello scorso weekend a Benevento in un trofeo tutto campano. Una sconfitta, nella prima gara, contro Scafati, in una gara condizionata da falli e basse percentuali, a cui è seguita una vittoria, sofferta e in rimonta, contro Napoli nella seconda giornata. La preparazione è solo agli inizi e le gambe erano molto pesanti, ma a tratti si è vista comunque una buona squadra attenta in difesa e capace di innescarsi come una miccia in attacco. Si deve ripartire dalle certezze del pick and roll e dei tiri aperti sugli scarichi, il credo tattico del coach, per poter provare a costruire un ciclo vincente che si presenta ai nastri di partenza come una squadra enigmatica da decifrare: straniera nel suo quintetto con tanto rookie tutti interessanti da scoprire a cui fanno da contraltare una panchina tutta italiana di grande esperienza in cui anche i giovani Gentile Cefarelli e Marazioli saranno chiamati a dare il loro prezioso contributo
Domenico Landolfo / Babrauskas