A 2 settimane dall’inizio del campionato di A1 femminile, c’è di sicuro un’aria di recessione tra gli addetti ai lavori. Un campionato rabberciato a 11 squadre, una formula che non accontenta nessuno, condita dall’abbandono di piazze storiche come Como e Sesto S.Giovanni, sono il risvolto di quella scintillante medaglia che è stata la nazionale di Ricchini, giovane e vincente, che si è qualificata con una sola sconfitta per l’Europeo del prossimo anno.
Infervora intanto il mercato, con la scudettata Taranto che ha visto sfaldarsi quasi del tutto il suo roster che l’anno passato aveva fatto faville, con Schio che sembra davvero l’ammazza-campionato, senza rivali, mentre alle sue spalle sarà bagarre con Lucca e Umbertide pronte a inserirsi. Un livellamento maggiore che sarà però, per nostra fortuna, il palcoscenico ideale in cui anche giovani azzurre, che spesso potevano avere spazio solo in campionati minori, potranno avere le proprie chances di fare bene e farci sognare.
Tra le squadre che possono fare davvero bene e divenire magari una sorpresa, di sicuro la giovane Pozzuoli è una di quelle che meglio potrà comportarsi. Affidata a un giovane allenatore come Stefano Scotto Di Luzio, con un roster fatto di tanto equilibrio tra italiane e “foreigner”, di giovani rampanti e di atlete più esperte, la squadra napoletana lancia la sua sfida con ottimismo e voglia di non cedere il passo contro nessuno. Abbiamo sentito ai nostri microfoni, proprio il suo allenatore, che si è dimostrato lucido, ottimista, ma soprattutto voglioso di iniziare a fare sul serio.
– Qual è il clima che si respira nella pallacanestro italiana in quest’estate che scorre tra fallimenti e scomparse di gloriose società? Quanto può essere gradita una A1 con solo 11 squadre ai nastri di partenza?
– Come è ben visibile agli occhi di tutti, la situazione economica italiana è di crisi ed è normale che anche lo sport ne sia intaccato. Il fallimento di tante squadre fa sicuramente male, credo che si potesse fare qualcosa di più per evitarlo; fortunatamente, però, faccio l’allenatore e non tocca a me parlare di queste cose. Si va avanti. Le conseguenze, però, non sono positive: non gradisco per niente la A1 a 11 squadre. C’è però forse qualcosa da salvare: forse, con questo tipo di situazione, vedremo in A1 tante italiane che provengono dalla serie A2 e questo è un bene per tutto il movimento.
– Guardando a Pozzuoli, la sua squadra, come descriverebbe la sua squadra? Quali obiettivi può raggiungere? C’è qualche ragazza da tenere d’occhio più delle altre?
– La squadra che ho a disposizione mi piace tanto, è giovane e quindi ci sono tanti pregi e pochi difetti. Dove può effettivamente arrivare non lo so, sarà il campo a parlare. La società mi ha chiesto la salvezza, ma chi fa sport ad alti livelli, e soprattutto chi gioca nella mia squadra, di sicuro ha da fare un solo calcolo: vincere! Alla fine, tireremo le somme di quanto fatto. Bisogna tenere d’occhio la squadra, non una singola: anzi, forse una singola c’è, si chiama squadra…
– Guardando alle altre contendenti del campionato, è un campionato già scritto a favore di Schio?
– Di sicuro Schio è avanti a tutte e bisognerà guardare dietro di lei. Dopo di loro, nell’ordine vanno tenute d’occhio Taranto, Parma, Lucca e Umbertide, squadre che negli ultimi anni si sono dimostrate sempre ad alti livelli.
Domenico Landolfo