Esce in maniera fragorosa dalla crisi la Tezenis Verona, in una serata all’insegna del riscatto. Quello della squadra contro la malasorte, la crisi e una Brescia che dal ritorno al professionismo aveva sempre inflitto amare sconfitte alla Scaligera. Soprattutto quello di McConnell, che torna per una sera il giocatore formidabile che tutti si aspettavano e decide la sfida con i suoi 29 punti e 5 assist. Il resto lo fa il solito Lawal da 20 rimbalzi, ed una squadra che annienta Brescia imponendo un ritmo di gioco infernale e tenendo a bada i talentuosi esterni avversari. Bene anche Westbrook, che tocca quota 20 punti, mentre Fernandez gioca la peggior partita stagionale e poco fanno anche Giddens e Jenkins.
Oltre 3000 al PalaOlimpia, buona atmosfera nonostante il venerdì sera solitamente poco amico delle folle numerose, merito anche di una nutrita e carica di entusiasmo rappresentanza ospite. Chessa e non Boscagin in quintetto, il nuovo arrivo Lauwers ovviamente dalla panchina.
Primo quarto all’insegna dei ritmi di gioco alti imposti da Verona, che però spesso non si traducono in punti a referto. Brescia invece si affida alla mano calda da fuori di Giddens, quattro triple per gli ospiti nei primi minuti con la Leonessa che prova a scappare prima sul 6-9 poi sul 14-17. Non è così, McConnell risponde presente fin da subito e si va al primo riposo sul 23-20 dopo un suo gioco da tre punti.
Esce lui e la Centrale si riporta in vantaggio con 5 punti di Brkic, che quando non è in panca per problemi di falli fa male alla difesa gialloblù. La partita però inizia ad indirizzarsi, Lawal ha gioco facile contro Cuccarolo e Barlos ed è pronto a convertire gli assist dei compagni, Chessa e Westbrook trovano un paio di canestri da fuori ed il risultato è un parziale di 16-3 dopo l’ultimo vantaggio bresciano. Il punteggio è fissato così 43-31 a due minuti dall’intervallo. La reazione ospite non c’è anche perché da Fernandez e Jenkins arrivano solo perse, al riposo è 47-35.
La Leonessa ruggisce poco anche al rientro in campo, con Verona che risponde colpo su colpo ogni volta che Brescia prova a riportarsi sotto la doppia cifra. Lauwers dopo un periodo di studio trova un’importante tripla contro la zona avversaria per il 58-42, il belga e Chessa sono precisi anche dalla linea dei liberi e con un’entrata di Westbrook la Tezenis supera i venti punti di vantaggio. Barlos sbaglia un paio di tiri facili e non è il solo, l’emblema è un clamoroso errore di Cuccarolo abbandonato sotto canestro, Verona non molla la presa e va sul 68-47 a fine terzo periodo sfruttando anche un tecnico a Martelossi.
Ultimo quarto che è solo accademia, giusto il tempo per Westbrook di dare libero sfogo ai propri istinti offensivi dopo una partita sofferta contro il ben più fisicato Giddens. Non c’è nemmeno una reazione d’orgoglio escluso Brkic e un pasticcione Lombardi, il vantaggio di casa si dilata sempre più, ad un minuto dalla fine spazio a De La Cruz e Corsini fino all’88-63 finale.
TEZENIS VERONA – CENTRALE DEL LATTE BRESCIA 88-67 (23-20;24-15;21-12;20-16)
Tabellino
SALA STAMPA
Martelossi: ringrazio questa cornice autorevole ed impressionante di pubblico, bella situazione, bella serata, in tanti sono venuti da Brescia. Per quello dispiace ancora di più una prestazione così, tenevamo a dare molto di più di quello che non abbiamo dato. Come prima cosa faccio i complimenti a Verona, avevo capito che non era crisi vera guardando le loro ultime partite dato che anche nelle sconfitte avevano giocato bene. Oggi hanno fatto un’ottima partita eliminando gli alti e bassi delle partite precedenti, mollando la presa solo alla fine.
Sono arrabbiato con i miei giocatori ma soprattutto con me stesso, non sono intervenuto in maniera più decisa su alcune cose che andavano migliorate. Questa sconfitta può essere salutare, è stata una sfida giocata con intensità da playoff e noi non abbiamo risposto bene. Non abbiamo giocato con l’atteggiamento giusto, è assurdo vedere i giocatori tutto il tempo a bocca aperta ad ogni fischio dell’arbitro. In questo campionato la fame batte l’entusiasmo. Anche quando abbiamo cambiato qualcosa in difesa abbiamo iniziato a forzare in attacco, siamo stati svelti e reattivi solo a partita finita.
Ramagli: si poteva correre il rischio di essere più piccoli, più fragili. Pur avendo un’ottima difesa non abbiamo degli specialisti difensivi. La presenza a rimbalzo mi premeva fosse sostanziosa nonostante il cambio di assetto e la risposta è stata molto buona. Presenza difensiva, rimbalzi e correre più di prima, così volevo e così è stato e lo hanno fatto anche i nostri lunghi con continuità: sono state tre risposte molto importanti.
Il nostro canovaccio di pallacanestro facciamo fatica a portarcelo dietro in trasferta, speriamo che una bella vittoria contro una squadra molto forte alzi il livello di confidenza.
McConnell? Quando ci sono degli incidenti c’è sempre un concorso di colpa: sicuramente il campo più aperto lo aiuta. Magari avrebbe bisogno che il suo compagno di pick’n’roll qualche volta si allargasse e non tagliasse e basta. Brescia aveva giocatori che si prestavano ad essere attaccati da questo punto di vista, abbiamo smascherato così i loro punti deboli. Tante volte si è preso le critiche, stavolta si prende gli elogi, speriamo sia come stasera per le altre nove finali che ci restano.
Lauwers ha un po’ pagato otto mesi di inattività, ha reagito bene sapendo di Chessa in cattive condizioni e Boscagin che ha preso il colpo in testa. Entrato in punta di piedi, freddo a battere i liberi, esperto quanto basta.
MVP: “Where have you gone Mickey McConnell?”, avrebbero cantato Simon e Garfunkel fossero stati tifosi della Scaligera. Se si tratti di un lampo nel buio o se siamo di fronte alla svolta della stagione non è dato saperlo, ci si può solo augurare si tratti del secondo caso e applaudire finalmente un McConnell tornato a fare vedere quello che aveva già mostrato sui campi di Legadue. Le cifre parlano da sole: 29 punti con 7/9 da 2 e 4/7 da 3, 4 rimbalzi e 5 assist, tra l’altro giocando più controllato nella ripresa dopo un primo tempo da fantascienza chiuso con più punti che minuti. Tante volte in discussione, ora può godersi la settimana da trionfatore, dimenticare per un po’ le voci di taglio e provare la conferma contro Pecile venerdì prossimo.
Il peggiore: stavolta più che mai è il dirimpettaio dell’MVP, cioè il play di Brescia Juan Fernandez. Il talento argentino parte discretamente, poi si spegne sempre più e subisce la vena di McConnell, non trovando né regia né punti a referto. L’emblema della disfatta un’azione a quarto periodo inoltrato dove si palleggia sui piedi appena superata la linea di metà campo, tabellino finale di 2 punti e 1/5 dal campo.